Salve a tutti, con quest’appuntamento del sabato vi presento un’altra delle serie attualmente in corso in Giappone, e visto che siamo già in dicembre inoltrato, si cominciano a tirare le somme su quali di queste siano (state) valide, e quali no. Ammetto che questa stagione sono stato ostinato e forse con eccessive pretese, indubbiamente viziato dalla stagione estiva, e molte serie ci hanno messo più di qualche episodio a conquistarmi, mentre in precedenza la scintilla si accese già dai primi minuti. È il caso di Tonari no Kaibutsu-kun, che dalla presentazione non mi era parso poi un granchè, ma poi, continuando nella visione ho rivalutato la mia posizione su questa serie.
Il titolo di questa serie vuol dire “il mostro seduto al mio fianco”, e nasce originariamente come uno shojo manga di Robico, pubblicata dalla Kodansha sulla rivista Dessert. Il manga è attualmente in corso dal 2008 e sono stati pubblicati 8 tankobon, fin’ora. L’anime è a cura dello studio Brain’s Base, che ha prodotto Penguin Drum, Durarara!!, Ixion Saga DT e il fallimentare Akikan (bisogna sempre ricordare che di fianco a un successo ci sono spesso vergognosi insuccessi).
Trattandosi di uno shojo manga la protagonista è ovviamente una ragazza: la storia viene raccontata e vissuta dal punto di vista di Shizuku Mizutani, una studentessa delle superiori con voti più che ottimi ma nella cui testa c’è spazio soltanto per lo studio. Niente amici, niente hobby, niente svaghi, solo studio e cose che hanno a che fare con lo studio. Sebbene non mostri le sue emozioni, e abbia un carattere al dir poco glaciale la nostra Shizuku sembra tuttavia soddisfatta della sua vita. Dopo qualche episodio però, il sottoscritto ha cominciato ad avere dei dubbi, o le mie orecchie hanno cominciato a giocarmi brutti scherzi: la voce di Shizuku mi era famigliare. Ho scoperto molto facilmente che la doppiatrice è Haruka Tomatsu che da la voce anche ad Asuna di Sword Art Online (e a Lala di To Love-Ru…ho pianto un pò alla scoperta).
Bando alle ciance, vi stavo parlando della trama. Il banco vicino a quello di Shizuku è rimasto vuoto dall’inizio dell’anno scolastico; non che la cosa le crei problemi, ma un giorno viene chiamata dall’insegnante e incaricata di consegnare al proprietario di quel posto gli appunti delle lezioni fin’ora svolte. Shizuku scopre così che il posto dovrebbe essere occupato da Haru Yoshida… e qui le cose si fanno complicate da spiegare. Diciamo che Haru può essere definito un sociofobico atipico, o vittima di un disturbo di personalità borderline… è aggressivo e ostile nei confronti delle persone, eppure nel profondo desidera avere amici e fare nuove esperienze, al punto però da farsi sfruttare dagli estranei. Assolutamente disinteressata della situazione Shizuku però fa presente lo sfruttamento che dei presunti amici stanno operando nei confronti di Haru: questa è la scintilla che “sveglia” il protagonista maschile che da quel momento si dichiarerà prima miglior amico di Shizuku, poi amante e comincerà a frequentare la scuola solo per stare vicino alla persona che lo ha salvato dalla solitudine. Tra i due nascerà una storia d’amore che definirei poco ortodossa, assurda, si inseguiranno, cambieranno idea, eppure non smetteranno mai di cercarsi: ciò è anche possibile dalla natura prettamente razionale di Shizuku che non si illude o crea illusioni di alcun genere, anzi, è di un pragmatismo forse eccessivo (come quando, resasene conto, accetta semplicemente di essere in preda alla gelosia senza fare storie).
È uno shojo, eppure ritengo che possa piacere anche al pubblico maschile, per gli svariati elementi umoristici presenti nella serie, dopotutto Haru è una specie di spirito libero che agisce secondo schemi incompresibili al resto del genere umano. Questo è sufficiente a rendere la visione meno triste, cupa e grigia rispetto a quanto potrebbe esserlo se fosse dedicato più spazio alla protagonista. I personaggi secondari non sono mai troppo al centro della storia (tranne in pochi casi), ma entrano a far parte di questo buffo gruppo stringendo amicizia con Haru, quindi anche con Shizuku, almeno nominalmente; perchè aldilà delle tribolazioni dei due protagonisti e le pazzie di Haru nella serie vi sono anche momenti di riflessioni: cos’è l’amicizia, come si fa a trovare persone degne di fiducia e come si resta in contatto con loro, ma soprattutto, quali sono le cose più importanti nella vita? Il successo che Shizuku insegue non la fa sorridere come possono le folli dolcezze di Haru, eppure sceglierà comunque quella strada?
Per coloro che avessero il dubbio la risposta è no: il doppiatore di Haru non è quello di Kirito di Sword Art Online.
xandos 8 Dicembre 2012 il 17:31
… non mi ero mai accorto che asuna e lala… avrei dovuto rendermene conto a ogni (Ki)rito-kun!
cmq sembra un anime interessante, ci dar� un’occhiata.