Inizierà nel mese di marzo la pubblicazione in Italia di The World God Only Knows, d’ora in poi abbreviato kaminomi, a cura della casa editrice Star Comics nella collana Wonder. Il manga di Tamiki Wakaki è iniziato nel 2008 dopo una one-shot di successo pubblicata nel del 2007, ottendendo un certo successo e comparendo ventinovesimo nella classifica vendite del 2011. Non posso negare l’entusiasmo per questa notizia, poiché ho seguito l’opera quasi sin dal suo esordio ed avrei sempre desiderato darle un posto nella mia collezione; lo considero personalmente uno dei migliori lavori degli ultimi anni, e cercherò oggi di motivare questa mia considerazione.
La trama di kaminomi è molto semplice, e può capitare che semplicemente raccontata non incuriosisca il lettore a provarlo. Katsuragi Keima, il protagonista, è uno studente diciasettenne interessato esclusivamente al mondo virtuale, e precisamente quello dei galge, giochi di simulazione di appuntamenti e storie d’amore, al punto tale da non curarsi minimamente della vita reale. Keima completa a tempo di record anche i simulatori più complessi guadagnandosi l’appellativo di “Dio della Conquista” fino al giorno in cui accettando una buffa e-mail firma un contratto con un demone proveniente dall’aldilà, l’impacciata Elsie con la quale è tenuto a dare la caccia ad anime fuggite dall’inferno. Tuttavia queste anime si rifugiano nel corpo di ragazze, e Keima è costretto a venirne in contatto pena la decapitazione, e liberarle da questa possessione con l’unica arma in suo possesso: l’amore. In suo aiuto vengono quindi gli infiniti giochi completati, che gli forniscono parametri e strategie per procedere nel suo ingrato compito.
Kaminomi è sostanzialmente uno shonen manga, comico e sentimentale, del genere harem ma che non sfocia mai troppo nell’ecchi. Ogni conquista è un susseguirsi di eventi, colpi di scena e ribaltamenti della situazione a cui Keima deve sempre rispondere prontamente in modo da raggiungere il finale desiderato, a volte congetturando e prevedendo le mosse “avversarie” in un modo che farebbe impallidire Light Yagami. Il disegno lo rende gradevole alla lettura, come pure la costante presenza dei deformed del protagonista, che hanno uno stile che avvicina l’opera ai gag manga degli anni 80-90.
Vi sono tuttavia alcuni aspetti negativi. Leggere kaminomi richiede una conoscenza di base sui galge, per comprendere parecchie delle battute che Keima usa fare (conoscenza che comunque viene acquisita nella lettura del manga), e degli stereotipi manga delle ragazze che di volta in volta vengono conquistate. Date queste sue caratteristiche potrebbe essere quasi considerato un manga di nicchia, un fumetto giapponese prodotto e concepito quasi esclusivamente per un lettore giapponese che ben conosce ogni minimo riferimento dell’autore al mondo dei galge e degli harem manga.
Deludenti, a mio avviso, le due serie dell’anime. Gli episodi sono stati allungati in modo da sfruttare il più possibile a lungo il materiale a disposizione, perdendo con scene allungate quel caratteristico “botta e risposta” delle conquiste di Keima. Negativo anche il character design più rotondeggiante che soppianta lo stile “affusolato” del manga.
Provare per credere, anche voi potreste essere vittima del Dio della Conquista.
[Fonti \ Edizioni Star Comics]
Yoruichikupo 16 Gennaio 2012 il 18:43
ho visto solo l’anime e l’ho adorato… vediamo che sensazione da il manga ^^