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E un altro anno televisivo se ne è andato, un anno fatto di zombie e ascolti che sfiorano il Guinness dei Record ed altre volte il Guinness della rottura.
Quest’oggi parliamo un’altra volta di una serie che sta facendo ascolti da urlo in America e nel resto del mondo e che nella settimana appena trascorsa ha visto la conclusione del suo secondo arco narrativo. Tanti alti, tanti bassi, tanto sangue…tanti zombie.
Bentornati a leggere di the Walking Dead. Per chi non ha avuto occasione di vedere la seconda stagione, questo articolo sarà molto spoiler (ma a fin di bene) perciò attenti.
Partire da Atlanta.
I più affezionati di KJ si chiederanno perché questo tizio continua 1 volta su 2 a parlare di questo serial, la risposta è semplice: questo serie trae ispirazione da una saga a fumetti che sta registrando un enorme consenso non solo per la sua accattivante storia di fondo ma anche per la regia con cui viene costruita volume dopo volume, con un ritmo che non permette mai di abbassare la guardia ne sulle persone che partecipano a questa epopea post-apocalittica ne sulle loro emozioni, reazioni, sulla loro umanità.
Il telefilm di The Walking Dead approdato alla AMC il 31 Ottobre 2010 e in contemporanea assoluta su Fox Italia il 1 Novembre dello stesso anno racconta le avventure di Rick Grimes, ex poliziotto di provincia, caduto in coma e risvegliatosi in ospedale e in un mondo dove tutto ormai è irrimediabilmente morto e risorto sottoforma di zombie.
Il gruppo dei sopravvissuti di Rick in cui sono presenti la moglie Lori, il figlio Carl e il suo migliore amico Shane abbandona il CDC (Central Disease Control) in cui si erano barricati sperando di trovare una cura, invano.
Questo succedeva nella prima stagione, la seconda che inizia alcuni giorni dopo vede il gruppo guidare su un’interstatale e scoprire un numeroso gruppo di “vaganti” (gli zombie che continuano a muoversi) venirgli incontro.
Nel passaggio dei morti, il gruppo perde la piccola Sophia nel bosco circostante e Rick nonostante riesca a rintracciarla, la perde nuovamente stavolta in maniera più drammatica tanto che l’intero gruppo è costretto a sostare sull’interstatale e pattugliare il bosco che ospita sparuti zombie solitari ed una chiesa piena di religious-zombie!
Benvenuti nella mia fattoria!
The Walking Dead dal terzo episodio diventa la versione zombie de “La Casa nella prateria” arricchendo il variopinto cast dei sopravvissuti della famiglia Greene: papà Hershel (veterinario), figlia piccola Beth, figlia più grande Maggie e ultimo figlio maschio rimasto Jimmy accanto a loro la coppia sempreverde Otis e Patricia.
Hershel è un elemento che nei fumetti della serie è molto importante dato che costituirà l’incipit iniziale di una lunga e travagliata presa di coscienza dei protagonisti: il mondo è andato avanti in peggio ma forse qualcuno da qualche parte ha trovato una cura, ha scoperto che questi esseri possono regredire e ritornare normali.
Il problema etico però del far ritornare umani, esseri a cui manca spesso metà faccia o metà corpo diviene subito palese per tutti tranne che per Hershel e famiglia che tengono stipati nel fienile della fattoria, tutti gli zombie che arrivano solitari o vengono trovati nella foresta a vagare. Arriva inoltre il dilemma che fa di Walking Dead un elemento portante della critica alla società: rimanere umani di una civiltà morta o evolversi per non venir mangiati?
Il dilemma mostra due portavoce ben distinti: Shane che lentamente durante tutta la serie involve in una bestia aggressiva, consapevole di evitare la morte di chi gli sta intorno la elargisce con facilità a chi non ritiene più utile (Otis per esempio che lo rallentava, la sua morte ha permesso a Carl di sopravvivere ad un grave incidente) e Dale sopravvissuto del gruppo originario che con il suo camper e la barba bianca infonde un alone di saggezza al gruppo e pretende che il gruppo rimanga umano, nei modi e nei comportamenti. Cose come uccidere a sangue freddo o condannare qualcuno senza un processo o una alternativa, per lui è condannare la propria umanità.
E questo, verso la fine, lo porterà alla morte irrimediabile.
Se uccidi, muori.
In The Walking Dead tre sono i motori del mondo: la sopravvivenza, la speranza e l’amore.
Nell’allegra fattoria di Hershel oltre ad un fienile pieno di zombie c’è anche tempo per l’instaurarsi di un legame forte che nei fumetti PERDURA ancora oggi: Maggie Greene e Glenn, il giovane nippo-americano del gruppo.
E tra un amplesso in un discount di provincia popolato da clienti zombificati poco soddisfatti della merce e l’altro, si scopre anche la realtà su Lori Grimes ossia il suo stato interessante che la porterà, probabilmente verso la terza stagione del serial (o più in là se il network lo concede) a partorire la figlia biologica di Shane, concepita durante una notte d’amore in cui Lori e Shane si sono uniti cornificando adeguatamente il povero Rick, comatoso in ospedale.
Il triangolo Shane – Lori – Rick viene adeguatamente gestito (forse TROPPO gestito) nel serial mentre viene ridotto a poche battute di dialogo nella versione cartacea dato che Shane sbotta praticamente subito finendo il suo percorso molto prima rispetto la versione televisiva.
E come dicevo prima, se da un lato Dale mostra il senso di conservazione dell’umanità, Shane mostra l’esatto opposto concedendosi più di qualche libertà e sentendosi il personaggio più equilibrato a guidare il gruppo. Cosa che come per Dale lo porterà ad uno scontro di vedute e successivamente alla punizione che il mondo riserva a chi non evolve nel modo corretto.
La AMC aveva ragione purtroppo
Ad inizio dell’anno appena trascorso, il network AMC aveva licenziato Frank Darabont che aveva creato il formato assieme al creatore dei fumetti Robert Kirkman per incompatibilità di vedute: il fatto messo giù all’inizio prevedeva che Darabont non era sceso a compromessi con il network che richiedeva un minor uso di effetti visivi e di zombie, limitando le spese che nella prima stagione erano salite vertiginosamente.
Darabont non aveva preso bene la cosa ed era stato liquidato, al suo posto veniva inserito Glen Mazzara che ha dato un’impronta decisiva al secondo gruppo di episodi della seconda stagione (da Febbraio a Marzo) mentre per i primi (Da Novembre a Dicembre) lo stile era immancabilmente targato Frank.
E qui purtroppo viene il problema: il primo arco di episodi (Episodi 1 – 7) è di una noia e una pesantezza TERRIBILE. Gli eventi intercorsi in questa sequenza potevano essere condensati in tre soli momenti chiave (Inizio – Fattoria – Scoperta di Sophia) e nessuno avrebbe rimpianto nulla.
Darabont ha improntato molto sul fattore relazionale tra le persone, scordandosi contemporaneamente della situazione della civiltà e creando un sordido piccolo borgo (la fattoria) dove tutti mandavano avanti le proprie storie (peraltro in malo modo visti i continui momenti-follia di Lori e l’inutilità di persone come T-Dog e Dale).
Il risultato è stato un desiderio che la fattoria andasse a fuoco, che certi elementi morissero definitivamente per smetterla di rompere ed eleggere a capo assoluto Shane che per tutta la prima metà della stagione è l’unico ESSERE UMANO che prova emozioni e sensi di colpa del gruppo.
E se pensate che la comunità web non abbia visto questa incredibile sequenza di castroneria e idiozie, meglio che ignoriate la sigla “riveduta e corretta” qui sotto, per indicare quanto il serial stesse andando su brutte strade narrative.
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Muore la speranza.
Uno dei momenti più alti di tutta la stagione rimane però la scoperta della piccola Sophia e del tuo orribile destino, per sei episodi la piccola è stata l’obiettivo principale del gruppo ed è stata la scintilla che muoveva le persone e le costringeva a sopravvivere.
Sophia però già dal primo episodio (o secondo) era nel fienile di Hershel contaminata e zombificata come tanti altri.
La sua scoperta getta tutti nella disperazione, anche i fan del fumetto che ben sanno che Sophia è ancora viva sulle pagine cartacee.
La sopravvivenza e la speranza vengono meno dopo la sua “seconda” morte e Rick comincia a vacillare come tanti, ma deciso a tenere unito il gruppo di persone comincia a compiere gesti che mai si sarebbe sognato di fare, al solo scopo di mantenere in vita quanta più gente possibile.
Dopo il cambio di posizione di Hershel, l’ex poliziotto di provincia tenta di far ragionare un gruppo di persone rese selvagge dal mondo ed è costretto ad ucciderne alcune dopo essere stato minacciato, è costretto pure a salvare uno di loro per non farlo morire sbranato dagli zombie ma il pericolo ora è che quella persona (Randall) consapevole dell’identità di Hershel e della sua famiglia, torni dal suo gruppo per avvisarli e ritornare alla fattoria per massacrarli.
Randall diventerà un fulcro di scontri (verbali e fisici) che porteranno Rick e Shane a confrontarsi direttamente sullo stile di comando e sul modo migliore per tenere in vita un gruppo di uomini e donne da un mondo popolato di zombie.
Glen Mazzara.
Tutto questo avviene nella seconda parte della stagione 2 quando Glen Mazzara opera alcune modifiche registiche al progetto di Darabont creando qualcosa ancora non molto convincente ma almeno che non fa sbadigliare di noia come nella prima parte.
Gli strascichi della seconda stagione si riportano fino agli ultimi episodi quando la violenza e le lotte tra i personaggi raggiungono l’apice e creano il percorso che porterà alla nuova stagione di episodi.
Dale (voce della ragione) infatti scopre che Randall dev’essere ucciso per qualcosa che “si suppone” farà e questo fatto, lo costringe a spingersi oltre l’umana sopportazione per tentare di convincere il gruppo che non è il modo migliore di agire, Carl ristabilito dall’incidente della prima parte diventa un bambino cresciuto troppo in fretta con il cappello da cowboy e deciso a dimostrare che è un duro: l’unica cosa che riuscirà a fare, sarà far incazzare uno zombie nella foresta, lo porterà inconsapevolmente vicino alla fattoria ed ucciderà indirettamente Dale per mano dello zombie.
Dale ormai condannato viene freddato dal giovane Daryl Dixon, uno dei più abili ufficiali di Rick nella gestione della sopravvivenza (oltre ad essere uno dei personaggi più amati del serial).
Toccherà poi giungere all’apice dello scontro Rick – Shane che tutti i lettori ben conoscono ma che sorprenderà ancora tutti perché diversamente dal fumetto sarà Rick a chiudere la partita e non Carl che sopraggiungerà solo poco dopo per eliminare Shane-Zombie.
Siamo tutti infetti.
Una delle verità che nel fumetto si scopre solo nel terzo volume (almeno qui in Italia) è che il morso di uno zombie nel mondo di The Walking Dead ti uccide e basta, quanto alla trasformazione, non serve essere morsi.
In pratica qualunque sia la causa della morte, i protagonisti diventeranno zombie.
Rick Grimes lo viene a sapere alla fine della prima stagione da Edwin Jenner, scienziato del CDC che gli rivela che sono tutti infettati dal virus e che non occorre essere morsi per diventare zombie, basta morire.
Lo si scopre anche successivamente con la fine di Shane che, nonostante non venga morso, si alza e aggredisce Rick alle spalle.
Dettagli di questa verità sono stati gettati anche in altri episodi e l’unico fautore di questa verità è sempre stato Rick che decide di togliersi alcuni fastidiosi sassolini dalla scarpa proprio nell’epilogo della stagione, rivelando il fatto al resto dei sopravvissuti e concludendo che essendo il capo eletto del manipolo di sbandati, ora più che mai, la sua parola sarà legge.
Il gruppo si ritrova “sfrattato” dalla fattoria e con un personaggio in meno disperso chissà dove se non morto, ma Andrea non pare ancora morta, infatti viene salvata nella foresta da una figura incappucciata armata di katana con due zombie a guinzaglio senza braccia ne mascella.
Nel prossimo futuro.
La seconda stagione si chiude con due importanti rivelazioni: l’introduzione della prigione di massima sicurezza che conclude con l’ultima inquadratura la stagione e il personaggio di Michonneche nel fumetto è uno dei più interessanti personaggi oltre ad essere una donna con le palle cubiche che sopravvive tutt’ora all’apocalisse zombie con Rick.
I due elementi fanno supporre cose che indiscrezioni sul cast hanno già confermato: la presenza nella terza stagione del Governatore, pazzo sovrano della comunità di Woodbury che diventerà come nel fumetto, la nemesi principale di Rick e del suo gruppo.
L’introduzione del penitenziario in cui i sopravvissuti si barricheranno e in cui “potrebbero” trovare i sopravvissuti al carcere (Axel, Dexter, Thomas e Andrew per la cronaca) porta moltissime possibilità al serial tv e l’introduzione già confermata del Governatore porterà alla “rivoluzione” che i lettori del fumetto segnano con l’inizio dell’arco narrativo “Penitenziario+Woodbury”
Quanto a Michonne, il sangue scenderà a catinelle quando entrerà sicuramente nel gruppo di Rick.
Le indiscrezioni di Glen Mazzara, intervistato qualche giorno fa dopo la chiusura della seconda stagione fanno ritornare alla ribalta nomi del fumetto che si pensava sarebbero stati esclusi dalla trasposizione: Tyreese (quello che negli albi può considerarsi il braccio destro di Rick…fino ad un certo punto) e la famiglia Jones: Morgan e Duane che il pubblico televisivo ha conosciuto nel pilot e il pubblico fumettistico ricorda non solo per il primo episodio della saga a fumetti ma anche per un loro ritorno.
Ad aggiungersi a questi Merle Dixon, fratello di Daryl e abbandonato da Rick sul tetto di un grattacielo ad Atlanta nei primi episodi della prima stagione, l’uomo è quasi sicuramente sopravvissuto dato che di lui è stata ritrovata solo la mano, segata per sfuggire alle manette che lo imprigionavano.
Concludendo.
Una seconda stagione molto ma molto difficile da giudicare: chi voleva zombie e squartamenti è stato abbastanza accontentato, chi invece voleva scene madri e confronti psicologici ha avuto altrettanto ma entrambi questi gruppi sono rimasti parecchio delusi soprattutto dall’incapacità avuta da Darabont e dai suoi sceneggiatori di costruire personaggi veri e non caricature della società.
Baluardo di questo giudizio è Lori Grimes che passa dall’incolpare Rick di non avere a cuore il figlio e poi lo perde da sotto gli occhi o di come vorrebbe sentirsi maggiormente utile per la squadra e poi critica Andrea per non aderire agli stili che la società impone alle donne del 1800.
Con l’avvento di Mazzara e del ruolo di Kirkman come co-sceneggiatore spero davvero di vedere una terza stagione all’altezza della situazione, anche perché l’ultimo episodio ha avuto un rating di visione di 9 milioni di persone in USA, contro gli 8.3 dell’ottavo episodio (primo della seconda parte) e contro i 7 milioni del primo episodio della seconda stagione, valore che ha convinto peraltro la ABC a prolungare la serie di una 3° (e visti gli ultimi valori anche 4°) stagione.
Chi vivrà vedrà….ops forse in questo caso la frase non funziona poi molto!
CorNix 28 Marzo 2012 il 15:52
Sembra che i fan di TWD siano pi� di quanti pensavo :cheerful:
Ho cautamente evitato di leggere il riassunto della 2^ stagione perch� sto guardando gli episodi scaricati. Peccato solo che le puntate siano comunque poche per ogni serie… Bella notizia invece quella del videogioco basato sul fumetto che ho letto l’altro giorno!
Iekx 28 Marzo 2012 il 16:31
grande articolo!
condivido quasi ogni pensiero.
Ho visto la stagione su fox con calma ogni luned�, ed � stata una grande sofferenza; e sono arrivato alla conlusione che questa sarebbe una fantastica serie se non ci fosse Lori. Che penso sia quella pi� di tutti rovina sia la serie che l’immaginaria vita dei superstiti. Cristo diciamocelo, se io fossi nel bel mezzo dell’apocalisse zombie se c’� una persona di cui farei a meno � Lori (una maledetta first lady che si � autoeletta e da consigli di moralit� che lei stessa non segue).
Devo dire che se mi facessero vedere la prima serie+ gli ultimi due ep della 2�, direi che the walking dead � la serie tv pi� bella di sempre.
haberdasherv 28 Marzo 2012 il 16:48
[spoiler]
tranquillo, alla fine della prossima stagione quella di lori sar� una delle morti pi� belle XD
[/spoiler]
Iekx 28 Marzo 2012 il 19:39
mi hai reso l’uomo pi� felice della terra!
Manuel 28 Marzo 2012 il 19:44
Per quanto tifi perch� arrivi quel momento…temo che non sar� cos� facile liberarci di Lori. Specie ora che � partita la storia della gravidanza!
Se seguissero palesemente il fumetto, potremmo gi� stappare le bottiglie ma dubito che saranno cos� lesti da togliersi di mezzo Lori Grimes gi� nella prox stagione.
Vigilante 28 Marzo 2012 il 18:11
allora non ero il solo a pensare che questa stagione era diventata pi� del tipo che si vede su La 5. Comunque confido molto nella terza stagione pare che ci saranno anche un paio di episodi in pi� rispetto alla seconda che mi ha lasciato molto triste vista la morte di Dale :cwy:
bluclaudino 30 Marzo 2012 il 18:14
Dale � morto proprio di cacca :sick:
Altered 28 Marzo 2012 il 19:46
Concordo su Lori, � insopportabile a dir poco… 2 stagione tra alti (inizio e fine) e bassi (tutto il resto) … spero che per la terza visti i 16 episodi confermati non si allunghi ancor di piu il brodo 🙂