Colio scopre un altro pezzo del mosaico di vita di Shiron Byacornise, la ragazza che in sogno gli ha detto di amarlo, e incontra per la prima volta Meseta... che gli farà un regalo molto speciale; Cigal e la Chiesa Shindeki intanto si adoperano per perpetrare una strage...;
Commento: terzo episodio della serie che, ironia della sorte, qualifica la stessa sul gradino più basso del mio personale podio dei titoli non-sequel della stagione: rivaleggiare con quell’immenso capolavoro che è “Aoi Bungaku” è una sfida troppo impegnativa per i ragazzi di “David Productions” che potrebbero tuttavia riuscire a spodestare “Kuchuu Buranko” dalla piazza nobile… chi è in cerca di sostanza più che di forma apprezzerà maggiormente la visione delle avventure di Meseta e Shiron Byacornise che le sexy-punture di Mayumi-chan ^^. Tornando alla puntata, assistiamo non senza un pizzico di stupore ad una cospicua dose di spiegazioni che illuminano – in parte – i contorni finora ombrosi di una vicenda in equilbrio fra un passato di morte ed un futuro avvolto dal caos: la piccola Shiron ed i suoi poteri di preveggenza le saranno causa di ascesa e declino, Meseta & Co. vengono sapientemente attirati in trappola da Cigal e Volken continua ad assistere impotente all’evolversi degli eventi. La gestione del personaggio di Meseta è ambigua ma al contempo interessante: fino a settimana scorsa era il prototipo della cattiva arrivista e spietata tanto con i nemici quanto con gli alleati, oggi si prodiga per salvare un Niku (indovinate un po’ chi è…^^) e affronta con nonchalance la presa di coscienza di essere involuta da cacciatrice a preda: che c’entri qualcosa il desiderio di morire e la speranza di aver trovato chi può accontentarla appena accennata a Mattalast nel primo episodio? Sono solo 3 settimane, ma l’inconsistenza di trama unita alle scene in pessima CG del primo episodio appaiono ora più lontane di un ricordo impresso su una lastra di pietra…
Riassunto: alla miniera di Toatt la situazione è drammatica: nessuno degli abitanti o dei lavoratori nella zona ne è consapevole, ma un grande cataclisma si sta per abbattere nella loro città. Al termine dell’ incontro con una prostituta, Cigal vede nei suoi occhi lo spettro della solitudine e ne approfitta per circuirla con il mellifluo motto della Shindeki Kyoudan alla quale la ragazza cede senza resistenze e si vede donare, in premio, la soluzione a tutti i suoi problemi. O perlomeno, questo è quanto le viene fatto credere dal Vero Uomo. Colio, intanto, vaga senza meta e preda inerme delle ombre del suo io per le vie della città fin quando il misterioso vecchietto venditore di libri incontrato la sera prima con Hyoue gli si avvicina di nuovo chiedendogli se abbia apprezzato il “regalo” e donandogli un nuovo pezzo appena ritrovato dello stesso libro. Ritornato in camera e desideroso di apprendere nuovi dettagli sulla vita della ragazza che è convinto lo ami veramente, Colio si immerge nella lettura e scopre il vero nome della ragazza oltre che una notevole fetta della sua vita: circuita da un losco figuro (già visto nello scorso episodio, tale Wizakh) che le promette una vita in Paradiso a patto che gli riferisca tutto quanto le appaia nelle visioni sul futuro del mondo. Fin da subito, Shiron racconta di un grande drago imprigionato in un cristallo sepolto sotto terra che viene trovato e regalato al Re, rendendolo felice: nessuno poteva immaginare che di lì a poco Shiron avrebbe predetto l’avvento della terribile pestilenza del drago che mieterà vittime in tutto il Paese… pestilenza che Wizakh in qualità di alto membro della Shindeki Kyoudan accoglie con gioia. Sconvolta dal dramma portato nel mondo, Shiron vive con orrore la propria “missione” (tenterà anche il suicidio ma non ne avrà il coraggio) e finisce per far ritrovare Shlamuffen, la spada dall’eterno sorriso nonché una delle sette armi degli Dèi che le verrà “regalata” da Wizakh come simbolo di potere per le genti che la vedono passare per le strade pregandola di salvarli concedendo loro la medicina per la malattia mortale la cui formula Shiron ha visto in una delle sua visioni notturne. La spada non sarà solo un simbolo, Shiron la userà per uccidere Wizakh ma verrà accusata dal Re di aver aspettato che la malattia arrivasse al suo apice per ottenere il massimo profitto dalla vendita dell’antidoto, colpa per la quale verrà mandata sulla ghigliottina.
Al termine della lettura, Colio si ritrova in camera con… Meseta! Colei che da sempre l’Organizzazione cerca di uccidere è a due passi dal ragazzo che però non si fà esplodere e ascolta le richiesta della sensuale interlocutrice che gli chiede il frammento del libro di Shiron che ha in mano (gli altri se li è presi mentre lui leggeva ^^): Colio rifiuta e Meseta lo stende in pochi secondi, immobilizzandolo e prendendo ciò che le serve con la forza. Disperato, Colio chiede che gli venga restituito tutto e la Direttrice lo prende in giro, stuzzicandolo sul fatto che magari si sia innamorato della bella maga ma il ragazzo replica che ciò è impossibile poiché l’amore è un sentimento che un non-umano come lui non può provare: in un atto di imprevedibile generosità, Meseta strappa la bomba dal petto del Niku rendendolo normale a tutti gli effetti. Scovato Cigal grazie ai suoi poteri telepatici, Meseta gli lancia una sfida per risolvere la questione fra lei e la Shindeki Kyoudan una volta per tutte ma il Vero Uomo parte con i suoi deliri su come diventerà il libro più splendente del Paradiso seguendo il suo “piano perfetto da buon cattivo degli anime™” e rimanda lo scontro di qualche ora. Nel frattempo, Mattalast e Mirepoc raggiungono la città portuale di Bujuia dove stanno investigando sulla malattia e Shiron… e dove trovano dei cadaveri fatti a pezzi e lasciati a marcire da una settimana: osservando i segni sulle loro gole, Mattalast capisce di essere di fronte ad un focolaio di Dragon Pneumonia messo lì appositamente per intrappolarli e non farli tornare a casa per non infettare nessuno, stessa sorte riservata a Meseta che scopre la prostituta di Cigal ammalatasi proprio bevendo la “soluzione” datale dal suo cliente. Sull’isola di Bantorra, Ireia informa tutti della situazione e sul piano d’intervento dettato dalla stessa Meseta che prevede la creazione di una barriera attorno alla città (compito di Noloty) e la preparazione di tutti ad un intervento armato… tutti tranne Volken, che dovrà rimanere a custodia della Biblioteca. A Toatt, intanto, si stà per abbattere un violento tifone come non avveniva da un secolo, e guardacaso i tifoni sono l’unico punto debole della Drettrice e dei suoi “fili” telepatici: il piano di Cigal non è poi così strampalato, anzi…
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odioillatino 28 Ottobre 2009 il 00:33
Mi sono appena visto tutte e tre le puntate! Mi � piaciuto un sacco!
Carletto 28 Ottobre 2009 il 20:01
Contorto e complicato quanto basta per renderlo un anime avvincente. :biggrin:
Grande Mu 19 Novembre 2009 il 00:38
Ipotizzare un motivo logico non � sfida improba, un blocco magico disposto dagli officianti del rito di trasformazione da umani a Niku per evitare questo genere di avvenimenti � la prima idea che mi � saltata in mente in risposta al tuo quesito, ma anche un ridotto livello di utilizzo delle funzioni cerebrali o l’appello all’istinto di conservazione e sopravvivenza insito nell’essere umano credo si possano elencare alla voce “buoni motivi” per non auto-salvarsi da un destino cos� drammatico 😉
E poi, se proprio vogliamo, c’� sempre la cara vecchia “suspension of desbelief” che tanto vienen in soccorso al presentarsi di queste ipotesi,,, :happy:
Babi 18 Novembre 2009 il 23:42
Ho appena visto questa terza puntata e c’� una cosa in particolare che non mi torna. Meseta mossa da un’imprevedibile generosit� strappa la bomba dal petto del Colio rendendolo umano e -sembra- strappandolo cos� al suo destino di kamikaze/Meat. Questo avvenimento mi ha spiazzata. Se era cos� facile liberarsi della bomba, perch� i Meat non provvedevano da soli a toglierla? :blink: