Riassunto episodio: Si comincia questa settimana con un flashback. Si torna alla gioventù del padre di Tamako e al suo primo incontro con la futura madre di Tamako (almeno credo sia il primo incontro). Entrata nel negozio, la ragazza chiede un mamedai (l’abbreviazione per mame daifuku, un dolce) ottenendo per risposta una dichiarazione d’amore a cuore aperto dal padre di Tamako, il cui nome è proprio Mamedai. La ragazza sorpresa e imbarazzata corregge il tiro mettendo quindi in imbarazzo Mamedai.
Torniamo al presente e vediamo come i due negozi di mochi si stiano preparando al mochi-day in cui gli avventori potranno cimentarsi con la preparazione tradizionale del mochi. Manca ancora qualche giorno e nel frattempo Anko si fa dare alcuni mochi da dare al suo boyfriend. Sembra tutto scorra normalmente e Dera ha pure recuperato peso. Accade però che, tornando da scuola, Mochizou incontra Anko parecchio giù di morale. Rimane un mistero il perchè. Una volta a casa ecco che appare il ragazzino in questione che è venuto a prendersi i mochi. Anko non si fa viva e da qui capiamo che il malumore è dettato da questo tipetto occhialuto.
La mattina dopo Mochizou su richiesta di Tamako cerca di capire cosa angusti la piccola Anko. Un voto, una delusione d’amore, una punizione da parte della maestra? Niente di tutto ciò: Yuzuki (il quattrocchi) si trasferirà e se ne andrà in un altra città il giorno del mochi-day.
E questo giorno infine arriva e i due negozi di mochi organizzano di fronte ai loro esercizi bancarelle e attrezzatura per la realizzazione di mochi. Arrivano le amiche di Tamako e tanta altra gente, e in questa bell’atmosfera la giornata scorre. Tamako dà una confezione di mochi freschi ad Anko da portare a Yuzuki prima che parta. Quest’ultimo, ricevendoli, rivela che si rivedranno presto per l’ultimo dell’anno, giorno in cui torneranno, lui e i suoi, per comprare i mochi tradizionali di fine anno.
La giornata è finita e Mamedai si ritira all’interno della casa sul retro del negozio. Gli cade l’occhio su una chitarra e comincia a cantare una canzone. Rientra pure Tamako che, ancora dal corridoio, sente la canzone e le si accende una lampadina. Si precipita nella stanza e scopre il padre, profondamente imbarazzato. La canzone in questione assomiglia a quella che lei ha sempre in mente e quindi trascina il padre nel negozio di dischi del quartiere che è solita frequentare. Il responsabile del negozio capisce subito di che canzone si tratta, ma rimane perplesso perchè, quella canticchiata da Tamako, è differente da quella originale. Mamedai se ne esce con un: “Lei era amusica.”
Si ritorna ai tempi passati quando Mamedai scrisse una canzone, quella di cui stiamo parlando, per la ragazza di cui si era innamorato: Hinako (la madre di Tamako). Esiste una VHS che tutti si guardano, grazie a Dera, di un concerto improvvisato dal gruppo di Mamedai (al cui interno vi era anche il gestore del negozio di dischi), a scuola, di fronte a Hinako. L’amusia è una patologia che impedisce di comprendere l’altezza delle note o di distinguere una melodia dall’altra (una sorta di dislessia acustica, per quanto non sia troppo corretto definirla così); Hinako ne era affetta ed è per tale motivo per cui la canzone canticchiata da Tamako, che l’ha imparata dalla madre, è così differente dalla versione originale.
Così termina la puntata.
Commento: Si è risolto, infine, uno dei vari “misteri” posti all’inizio dell’anime. Abbiamo ancora tre o quattro episodi (non ricordo bene quanti) e le questioni da risolvere sono: la sposa per il principe in primis, il triangolo amoroso Tamako-Mochizou-Midori e quel profumo non meglio identificato da Choi e che emana Tamako. Se ogni prossimo episodio fosse dedicato a una di queste questioni ci staremmo pure dentro, ma ho come il sospetto che non finirà qui l’avventura di Tamako…
Ho sempre più il sospetto di una seconda stagione. Staremo a vedere.
Per questa settimana è tutto. Alla prossima!
Dumah Brazorf 23 Marzo 2013 il 01:48
CA-PO-LA-VO-RO!
Questo anime � una piccola perla, i personaggi sprizzano fiumi di energia e vitalit� con quella giusta quantit� di moe che non eccede ne nell’eccesso che nel difetto. Come si fa a non innamorarsi di Tamako? E’ perfetta anche quando � goffa.
Sbaglio o i disegnatori sono quelli che hanno animato quelle pietre miliari che sono le due serie di K-ON e di Working? Tutto quello che “toccano” � oro. Ci sono anime che ci vogliono 2-3 puntate per cominciare ad apprezzarlo, i loro si amano dopo neanche 5minuti (ndr: spidipizza)