Senza ombra di dubbio la maggior parte di voi conoscerà Sampei, il ragazzo pescatore. E quando si parla di pescava, fino a qualche anno fa, il primo riferimento che veniva in mente era sempre verso questo anime realizzato da Nippon Animation, che ha raccolto un successo veramente pazzesco. E sono tante le persone che si ricordano ancora a memoria la sua celebre sigla, che trae ispirazione dall’omonimo manga di Takao Yaguchi.
Ci sono molte avvincenti storie che ci hanno accompagnato negli anni dell’infanzia (parlo di me e dei più “vecchi” telespettatori, che hanno avuto modo di
Gli anime serializzati arrivarono in Italia, per la prima volta, nel 1976, quando la allora Rete Due (odierna Raidue) iniziò a trasmettere serie animate come Barbapapà, Vicky il Vichingo, Heidi ed Atlas UFO Robot. Sin dal loro approdo nell’immaginario dei bambini ed adolescenti, che iniziarono a passare buona parte delle loro giornate piantati davanti allo schermo per ammirare questo spettacolo che andava oltre la semplice animazione “Disney” che fino ad allora aveva regnato incontrastata, fu chiaro che era necessario creare qualcosa che fosse un segnale identificativo immediato per questa o quell’altra serie. Fu così che, man mano che le produzioni animate sbarcavano in Italia