Bisogna saper ammettere i proprio errori, anche se quello che ho commesso con Suisei no Gargantia nei mesi precedenti si è rivelato quasi necessario per arrivare a gustarmi una delle serie di questa stagione primaverile (ma quando arriva, questa primavera?). Ammetto di non aver notato che il soggetto fosse di Gen Urobuchi (Fate/Zero, Psycho-Pass e parte del team di Puella Magi Madoka Magica) e di aver sottovalutato ampiamente questo titolo… tutti sbagliano, insomma! Ma poi, dopo un primo episodio “difficile”, nel suo piccolo questo anime della Production I.G (volete qualche titolo? Psycho-Pass, Shingeki no Kyojin, Robotics; Notes, Guilty Crown) è riuscito a meritarsi la mia attenzione. Tutta colpa del fatto che io non vado matto per gli anime sui mecha di questo millennio.
La mia prima reazione a quest’anime è stata incorniciata da questa affermazione: “è come se i copioni di Waterworld, qualche anime sui mecha e gli schizzi di un amante degli Zerg si fossero mischiati dopo un tamponamento“, ma sebbene stia trasmettendo un’immagine così violenta il prodotto finito dimostra di essere ben realizzato. La storia inizia nello spazio, in cui l’Alleanza Galattica dell’Umanità combatte contro la misteriosa razza dei Hideauze che, per quello che si vede, sembrano essere una forma di vita vegetale parassitaria che infesta lo spazio: il protagonista, Ledo, è prossimo al “pensionamento” poichè si è distinto in battaglia e ha raggiunto il numero di ore di servizio necessarie, ma durante l’attacco mirato all’annientamento definitivo dei Hideauze tutto va malissimo, e durante la ritirata Ledo e il suo mecha Chamber vengono separati dalla nave madre e si perdono in un tunnel spazio dimensionale. Al suo risveglio Ledo scopre, con sua grande sorpresa, di essere su un pianeta abitato da esseri umani che parlano una lingua considerata morta dall’Allenza, e questo pianeta è proprio il nostro, quello su cui il genere umano ha avuto origine.
Scopriamo che, dopo una sorta di “strano” cambiamento climatico, tutto il globo terrestre venne ricoperto da una coltre di ghiaccio: gli antenati di Ludo fuggirono nello spazio alla ricerca di un nuovo pianeta da abitare. Ma secoli e secoli dopo i ghiacci si sono sciolti e ora il “pianeta verde” è completamente “blu” per le acque che lo ricoprono, inoltre, la nostra razza, come spesso accade nei fantascientifici e post apocalittici dimostra di essere restia all’estinzione, ed è comunque riuscita a sopravvivere. Ora gli esseri umani abitano su flotte, composte da grosse navi, e vivono pescando ed esplorando il fondo marino alla ricerca di reliquie di un tempo oramai lontano…
Il tema centrale dei primi episodi è proprio l’incontro tra due culture che non hanno niente in comune, neppure la lingua. La comunicazione viene resa possibile grazie all’intelligenza artificiale Chamber che impara il linguaggio degli indigeni, ma le barriere culturali non vengono per questo abbattute: Ledo è cresciuto come un militare, in una società orientata a creare soldati per combattere l’odiato nemico, dove ogni atto è legato esclusivamente alla sua finalità pratica. Sposarsi unicamente in ottica di procreare e avere futuri soldati che difenderanno il genere umano ne è un esempio; vedere il mondo nell’ottica della sola “utilità” porta Ledo a questionare i strani comportamenti a cui assiste sulla Gargantia, dove vecchi e malati inutili alla prosperità della società vengono comunque tenuti in vita, i bambini sono liberi di girovagare senza disciplina o istruttori, anche le abitudine alimentari, o igieniche sono radicalmente differenti. Eppure sarà l’incontro con la giovane Amy (un personaggio che sembra uscito da Fushigi no Umi no Nadia o alcuni lavori dello Studio Ghibli, se volete la mia opinione) a convincere Ledo nel cercare di capire la società umana del mondo su cui è finito. Ma questo, come ben sanno le persone più attente, spesso può portare conseguenze strane, imprevedibili, anche negative per entrambe le culture che si incontrano, e irrimediabilmente contaminano.
Suisei no Gargantia, come potrete a questo punto immaginare, non gode di una grande originalità: presenta temi ampiamente usati sia nell’animazione che nella letteratura di genere, il suo valore sta nella mano sapiente dello sceneggiatore che ha miscelato questi elementi. Per essere un prodotto senza troppe pretese, comunque, si dimostra ben realizzato, sia dal punto di vista delle animazioni, ma soprattutto per i bellissimi ambienti. Non dovendo disegnare un panorama troppo complesso (il mare sa essere monotono, si sa) hanno arricchito di tantissimi dettagli le navi, caratterizzate da colori rugginosi, ferrosi, e tantissimi drappeggi, tende, casse e oggetti che possono ingombrare il ponte di una nave…. non mancano le vedute da varie angolazioni di questi ambienti, sia perchè strutturati su vari livelli, sia perchè al posto di ascensori vengono usati “comodissimi” deltaplani. In definitiva, venti minuti a settimana usati bene.
xandos 19 Maggio 2013 il 11:10
Perch�, Regola? Perch�? io per ora seguivo oreimo 2, hatakarou-sama, oregairu, dansai bunri no crime edge, hentai ouji e shingeki no kyojin (con in programma da vedere date a live e nyaruko san w (dopo aver finito la prima serie)… e avrei arretrate oreshura (met�), kotoura-san (met�), sket dance (un po pi� di met�) e ixion saga (1 terzo)… e volevo anche vedere i film di harry potter col doppiaggio originale, e con le scene che mancavano nelle versioni al cinema… e fra poco � periodo di esami universitari…perch� dovevi convincermi a guardare un’altra serie? PERCHE!?!?!?
:p
Regola 19 Maggio 2013 il 11:30
Se ti consola, anche io ho gli esami universitari e tipo il triplo di serie da vedere in programma.
Xandos 19 Maggio 2013 il 12:01
Mi consola, ma non saprei riguardo il triplo degli anime. Io ho nominato solo quelli iniziati o interrotti, non oso pensare di elencare gli altri