Prima di scrivere questo articolo ho riflettuto parecchio (o forse dovrei dire che ho letto parecchio) su quale opera potessi consigliarvi. In testa avevo una rosa di 5 o 6 opere ma alla fine, per la sua particolarità, ho scelto di parlarvi dell’ultima miniserie ragnesca d’oltreoceano.
Spider-Men (di cui vi avevo già parlato in occasione dell’uscita del primo numero) è una serie in cinque volumi uscita in America negli ultimi mesi e, si spera, presto reperibile anche nel mercato italiano (ovviamente non siamo noi a dover suggerire la programmazione alla Panini ma, nel caso leggessero questo articolo, di sicuro saremmo contenti se accettassero il nostro consiglio). La serie, come appunto dicevo nell’articolo di presentazione, narra l’incontro tra due mondi, o meglio, i Due universi Marvel ( quello regolare e quello Ultimate); a voler essere più precisi racconta le vicende di Peter Parker (dell’universo regolare… per intenderci, quello in cui è ancora vivo) che si trova catapultato in un mondo non suo, un mondo simile al suo, sotto molti punti di vista, dove però Peter “Spiderman” Parker è appena morto.
Come suggerisce il nome della mini serie, i protagonisti sono l’uomo ragno e.. be’, sì, l’uomo ragno. Da una parte il canonico Parker, dall’altro il novellino Miles Morales. I due si incontrano nel giro di poche pagine mentre svolazzano su New York. Tutto quello che succede dopo è una storia abbastanza di routine per le testate “ragnesche”, ciononostante la serie si ritaglia uno spazietto d’onore tra i cross over da leggere.
I disegni della Pichelli si sposano magistralmente con la sceneggiatura di Bendis (non a caso sono un team abbastanza affiatato – basta vedere Ultimate Spiderman), dando come risultato un godibilissimo (seppur breve) cross over Marveliano .
Un punto in più a suo favore, l’artista nostrana, lo mette a segno attraverso la realizzazione dei costumi, molto belli e curati . (l’aver rispettato le differenze di costumi tra i due universi di sicuro è un aspetto molto positivo)
La storia di per se’ ci racconta poco o niente, almeno dal punto di vista del villain (in questo caso Mysterio), però ci fa apprezzare un paio di situazioni che interessano la vita privata di Peter e i suoi cari. In oltre ci sono una manciata di battute abbastanza taglienti e ben scritte ( a mio parere i siparietti con Fury o Tony Stark sono davvero simpatici, per non parlare poi del finale…) che si spera non finiscano con l’essere vittime di quel “lost in translation” che tanto affligge noi italiani amanti del fumetto “straniero”.
Insomma un buon lavoro, ottime copertine (ci auguriamo che le stesse vengano riproposte per il pubblico italiano), lettura veloce ma piacevole con qualche punto interrogativo: si poteva fare una saga più corposa? Dobbiamo aspettarci altre interferenze del genere in futuro? Chissà… si è di certo creato un precedente, cosa che, in casa marvel, è sempre ben vista.
[ Fonte | Marvel ]
Ichigo_2 24 Maggio 2014 il 04:05
Io ti scrivo dopo anni ma l’ho letta solo ‘sti giorni.
Non trovasti insensata la scelta di Bendis di far creare a Mysterio il macchinario che permette il collegamento tra i due universi?
Cio� � sempre stato un genio negli effetti speciali, illusioni ottiche e poco altro.
Non sarebbe stato meglio un altro villain pi� credibile, per rendere anche l’intera storia con pi� sostanza?