Buon sabato a tutti, qui è Regola, che tra un report di Lucca e la visione di qualche anime in corso ha trovato il tempo di presentarvi una delle serie autunnali, che scesa come la manna dal cielo mi fa ricredere sull’effettiva validità di quanto stanno attualmente trasmettendo in Giappone. Perchè tolti Jojo (non ce ne siamo dimenticati, tranquilli) e Psycho-Pass (di cui presto parleremo) non ero riuscito a trovare qualcosa che mi coinvolgesse e mi divertisse: è probabile che sia stato viziato quest’estate, che come alcuni sanno erano molte le serie ad appassionarmi.
Avevo proprio voglia di una situation comedy: personaggi e trama semplici, elementi umoristici ben amalgamati con scene di vita quotidiana; il tutto condito da una spruzzata di fan service (non è anime se non è ecchi ndRegola). Sakurasou no Pet na Kanojo (all’incirca “La ragazza cucciolo del dormitorio Sakura”) è proprio un prodotto di questo genere, che rispetta i canoni classici sia in fatto di tipologie di personaggi che di conduzione della trama. Ovviamente si tratta di una serie tratta da una light novel iniziata nel gennaio 2010 ed è ancora in corso, scritta da Hajime Kamoshida e illustrata da Keji Mizoguchi; credo dovrei cominciare a fare l’opposto, dare per scontato che una serie animata nasca da una novel e specificare quando così non è. La serie animata, a cura dello J.C. Staff, prevede ventiquattro episodi, che copriranno sicuramente il primo arco narrativo.
Il protagonista della storia è Sorata Kanda un normalissimo studente delle superiori: come tutti i protagonisti di anime di questo genere è una persona aperta e disponibile, con scarsa fiducia in se stesso (che sicuramente crescerà nel corso della serie). Proprio per questo suo buon cuore non riesce ad abbandonare i gatti randagi che raccoglie per strada, viene pertanto cacciato dal dormitorio in cui risiede e costretto a trasferirsi nel dormitorio Sakura finchè non avrà accasato i molteplici felini di cui si prende cura. Il dormitorio Sakura è temuto ed evitato però dalla stragrande maggioranza delle persone comuni: è il luogo dove vengono alloggiate le persone “particolari”, troppo strambe, assurde o incontrollabili per stare in qualunque altro luogo… non vi ricorda qualcosa? Mi è sembrata fin dall’inizio una strana fusione di Maison Ikkoku e Love Hina: non potevo non rimanere vittima di questa serie.
Il dormitorio Sakura è l’alloggio di persone fuori dal comune: tutti i strambi inquilini, eccetto Sorata, sono in possesso di qualche abilità che li rende dei veri e propri geni. Misaki è già riconosciuta come una creatrice di anime di successo, Jin nonostante la giovane età è già uno sceneggiatore di talento, Ryonosuke è un hikikomori e un genio del computer. Il protagonista è intenzionato a fuggire da questa gabbia di matti, fino al giorno in cui Mashiro Shiina arriva al dormitorio: pittrice di successo ha deciso di iniziare a lavorare nel mondo dei manga e si è trasferita dall’Inghilterra al Giappone per studiare il fumetto orientale e pubblicare le sue opere. Purtroppo, nonostante le sue capacità disumane, Mashiro non è in grado di badare a se stessa e il povero Sorata viene scelto per occuparsene, ritrovandosi a doverla nutrire, vestire, lavare… creando continui malintesi con i suoi compagni di scuola e Nanami Aoyama, una ragazza che sogna di diventare una doppiatrice, segretamente innamorata del protagonista. In un turbine di situazioni paradossali riuscirà Sorata a trovare se stesso, e decidere cosa fare nella propria vita, ma soprattutto, riuscirà mai Mashiro a vestirsi da sola? Per scoprirlo dovete fare come me, e guardare la serie.
Buona la realizzazione della serie, gli sfondi e i personaggi sono molto colorati, le animazioni fluide: non servono caratteristiche eccezionali per realizzare anime di questo tipo. Fin’ora gli episodi mi sono sembrati buoni (cinque al momento), le scene comiche sono semplici, scontate ma rese bene; il fan service è presente in quantità variabile, maggiore nei primi episodi ma diminuisce successivamente. Non è un caso, solitamente dopo la presentazione dei personaggi la storia deve ingranare quindi il materiale è molto e non si devono guadagnare troppi secondi mettendo scene di questo genere; non è detto resti così, ma se le premesse di questi pochi episodi vengono mantenute è una serie che appassionati di Love Hina, e situation comedy alla orientale, non possono farsi scappare.
xandos 8 Dicembre 2012 il 17:47
semplicemente bellissimo. e Mashiro fa trooooppo tenerezza *_*