Il webcomic che vi propongo oggi qui su Retefumetti è tutto italiano, sia di produzione che di fruizione, dato che è scritto nella nostra lingua. Sto parlando di Drizzit, webcomic a firma di Luigi Cecchi in arte Bigio. Il fumetto è nato nel 2010, e viene portato avanti sotto forma di strip sia sul blog personale dell’autore, sia sulla sua pagina di Facebook.
Come si può intuire dal nome, Drizzit è un fumetto fantasy, che si ispira e prende in giro la serie di libri su Drizzt Do’Urden, scritta da R.A. Salvatore (e ben nota agli appassionati della fantasy e dei giochi di ruolo).
Un webcomic fantasy-umoristico, che strizza l’occhio ai giochi di ruolo, quindi. Per queste sue caratteristiche Drizzit è stato spesso paragonato ad un altro webcomic che ne condivide le tematiche: quell’ Order of the Stick di cui abbiamo già parlato a queste coordinate. Tale accostamento è però completamente sbagliato: al di là delle differenze di stile grafico e di impostazione sia delle singole strip che della macrotrama, i due fumetti sono pensati e strutturati in maniera completamente diversa…c’è solo un’unica cosa che hanno in comune.
Che poi è quella di cui un webcomic ha bisogno, in maniera molto maggiore rispetto alla sua controparte cartacea: l’essere riusciti a creare una fandom che segua il prodotto, che lo supporti (e che compri le eventuali uscite stampate), e che aspetti con trepidazione il prossimo aggiornamento.
Bigio ci è riuscito, e con una cosa semplice ma fondamentale: la costanza. Le strisce di Drizzit, infatti, escono una volta al giorno dal lunedì al sabato, senza sgarrare nemmeno una volta sulla tabella di marcia. Questo fa in modo che un enorme numero di gente passi a controllare la pagina e legga la striscia, che diventa anche una sorta di ‘appuntamento quotidiano’. Ed è un appuntamento che ho preso anche io, nonostante Drizzit non mi entusiasmi più di troppo: prova che l’autore ci sa fare, ed ha colto nel segno per quel che riguarda il modo di proporre la sua opera.
A livello di storia Drizzit vive, come ogni fumetto a strip che si rispetti, delle interazioni tra i suoi personaggi principali, che sono sostanzialmente quattro o cinque:
Pur essendoci una macrotrama abbastanza complessa dietro che i lettori seguono(per non parlare della sottotrama rosa), la costruzione della striscia è sempre rivolta alla ricerca della gag o dell’effetto comico: questo, unito anche ad un paio di gag ricorrenti (comunque dosate con capacità) ed al fatto che i lettori oramai conoscono bene i personaggi, porta ad una sorta di ‘piacevole routine’ che si crea tra l’autore ed i suoi lettori: data la situazione che Bigio ci mette davanti, ci si può immaginare come reagiranno i singoli personaggi, e ridere alla battuta che accompagna tale reazione. L’umorismo utilizzato, tra l’altro, esula completamente dal mondo del fantasy e dei giochi di ruolo(fatti salvi certi atteggiamenti di Katy e Dotto che ricordano molto quelli di un certo tipo di giocatori), rendendo l’opera capibile anche dai non addetti ai lavori.
In definitiva, se i personaggi e le loro interazioni ci prendono, Drizzit risulterà imperdibile; viceversa rimarrà comunque un appuntamento quotidiano che strapperà un sorriso…ed ad un fumetto (sul web o meno) difficilmente si può chiedere di più.