Alzi la mano chi di voi non ha mai mangiato una piadina?
Ecco, come previsto, nessuno ha alzato la mano, perché una piadina, bene o male, l’abbiamo mangiata tutti. Che poi si trattasse di una vera piadina romagnola, fatta e cotta sul momento questo è un altro discorso, ma tutti noi, chi più, chi meno, ha fatto uso di piadine. Personalmente sono tra quelli che vorrebbero che i pacchi delle piadine ne contenessero almeno 10, perché 3 misere piadine me le mangio per cena senza problemi. Ma la piadina oltre ad essere diventata uno dei piatti veloci più famosi in Italia, pare che stia spopolando anche in Giappone. E il merito va al grande rapporto di amicizia che lega i nostri due paesi. Ma, proprio nei giorni scorsi, un cuoco che lavora nel wine bar “Tot i dè” a Hiroshima, è venuto in Italia ad apprendere i segreti della cucina romagnola, tra cui, quello della piadina. Il cuoco, Takashi Hiromoto, è stato ospite del cuoco in pensione Nerio Mengozzi. Il “Tot i dè”, aperto grazie alla collaborazione di alcune aziende italiane, vuole riproporre ai suoi clienti la vera cucina italiana, così ha deciso di inviare Hiromoto in Italia. E a quanto pare il cuoco giapponese si è specializzato nella preparazione di sughi e paste fatte in casa come i passatelli, cappelletti e tortelloni(sbav). Takashi Hiromoto descrive con queste parole la sua esperienza in Italia: “Sto imparando tantissime ricette nuove. Vorrei provare a prepararle tutte per i clienti del “Tot i dè”. In particolare, mi ha colpito la mattonella di sale di Cervia, usata per cuocere carne e pesce. La piadina era un prodotto sconosciuto ai giapponesi ed ha avuto un successo strepitoso. Vanno per la maggiore poi i vari tipi di pasta col ragù. I vini che piacciono di più sono il Sangiovese di Romagna e l’Albana. L’incontro coi prodotti dell’Emilia-Romagna l’ho avuto quando sono entrato nel Cevico perché prima, lavorando nei ristoranti italiani a Tokyo, i piatti come le lasagne non erano presentati come specifici della regione. In Giappone i vini della Romagna non sono molto conosciuti, però l’apertura del “Tot i dè” ha dato loro visibilità. I clienti hanno espresso un giudizio positivo sulla qualità dei prodotti e soprattutto si sono stupiti positivamente dal costo contenuto. Solitamente infatti i vini costano tantissimo. La nascita di questo wine bar può essere considerato un evento storico e il progetto in Asia può avere successo“.
Quindi, l’apertura di questo wine bar, sta dando i suoi primi frutti. La cucina italiana regionale viene apprezzata e venduta a piccoli prezzi, cosicché i clienti possano tornare a casa felici e con la pancia piena.
[fonte – Nippolandia]
gabry88e 25 Novembre 2011 il 13:18
la cucina romagnola rulla su tutti :biggrin:
Fabius Bile 25 Novembre 2011 il 14:36
Sar� che sono di parte, ma un bel “tocco” di focaccia per me � sempre meglio :biggrin:
poppy 25 Novembre 2011 il 17:12
parlano di vini dell’emilia romagna ma non mi mettono il lambrusco D:
NicoGuitar 25 Novembre 2011 il 19:02
io pur essendo di parte (siciliano) non dimenticher� mai la piadina che mangiai in Emilia qualche anno fa *.*
Pagliaccio 25 Novembre 2011 il 19:40
e ora vedremo naruto che abbandona il ramen per un bel tocco di piadina! xD
Cyrik 26 Novembre 2011 il 01:07
Il mio pi� grande timore.
Visti i nomi dei personaggi che derivano da animali e piante.
Farfalle, ciliegi, mulinello/rondella del ramen…… avremo el Piada e Il Cotica? 😆
Non dimentichiamoci di Er Pelliccia :pouty: