Se a novembre avessi avviato una rubrica chiamandola “Gli Imperdibili”, in cui parlare settimana dopo settimana di serie che un appassionato di animazione giapponese non può non aver visto, quest’oggi avrei sicuramente molti più nemici e capelli bianchi. Qualche volta ho parlato di serie che non valeva la pena vedere per motivi prettamente legati a dimensioni socio-culturali, altre volte ho parlato di aborti che, venuti al mondo urlanti, hanno resistito a qualunque tentativo di debellarli. In ogni caso, sconsigliare, stroncare, è sempre molto facile e empaticamente condivisibile, e chiunque può farlo… cioè, non con il tono che uso io, è il mio tono, il mio modo di pensare e di parlare. Chiedetelo a chi mi conosce, le urla di rabbia di fronte gli insulti all’umana scienza che ho lanciato sono ancora freschi nelle memorie di molte persone.
Avevo deciso fin dall’inizio che avrei dato la caccia a un inguardabile tra le serie in corso, e non è che abbia dovuto cercare molto. Mi dispiace per coloro che volevano stroncassi altri titoli (che invece mi stanno dando soddisfazioni incondivisibili) ma quello che ho scelto è Photo Kano, una pellicola che già dalle prime anticipazioni mostrava la perfetta compatibilità con i requisiti di questa rubrica. Al momento abbiamo 8 episodi, ma non ho più bisogno di materiale… più che altro, la recensione esce questo mercoledì perchè non ho più voglia di vedere questa serie.
Vediamo un pò… Madhouse, ma tu guarda un pò, proprio lo studio meno costante in quanto a qualità delle serie: da un lato hanno dei capolavori imperdibili, dall’altro dei prodotti assolutamente mostruosi. Che poi, come può suggerire il titolo, il tema principale, o il filone conduttore è la fotografia: vi comunico, per farvi capire come ho vissuto i duecento minuti di visione, che io odio la fotografia, i fotografi, e tutto quello che riguarda questo mondo. “Kano” sta per “ragazza“, e non necessariamente Kanon (non Canon), la sorella minore del protagonista, quindi il titolo è tranquillamente traducibile con “Fidanzata Fotografia“. Un bel giorno, il padre del protagonista Kazuya Maeda, invece di buttare la sua vecchia reflex digitale (di marca Canon, opportunatamente modificata in Canan per evitare problemi di pubblicità occulta) la regala a suo figlio perchè ne ha comprata una sicuramente più bella, funzionale e moderna. Risultato, Kazuya comincerà ad appassionarsi alla fotografia, e andare in giro alla ricerca di situazioni, paesaggi, momenti da immortalare con la sua fida compagna, portandolo necessariamente ad osservare il mondo, la sua vita, e le persone intorno a lui in modo differente. Certo. Come no. E io sono un blogger serio e professionale.
Il problema è che Photo Kano nasce come galge (una visual novel sentimentale senza contenuti a luci rosse, per maggiori informazioni consultate la guida), prodotto per PlayStation Portable che funziona più o meno come Pokemon Snap, solo che invece di immortalare dolci e mortali creaturine Kazuya si ritrova a fare foto a tante studentesse fin troppo ben disposte nei suoi confronti. Ha una macchina fotografica! Va in giro a fotografare persone senza chiedere il loro consenso! È un maledetto reato! Perchè nessuno lo capisce!? Ma siccome è il protagonista, e una persona considerata onesta ed educata, non farà cose strane con le foto in costume da bagno, con pose anche succinte: non solo, siamo costretti a sorbirci questi set fotografici del protagonista tecnicamente meglio realizzati rispetto al resto delle scene di questo… questo… guardare quest’anime è un pò come trovarsi davanti alle diapositive delle seste nozze di qualche prozia aromatizzata alla canfora.
Allo spettatore inesperto alcune dinamiche della serie potrebbero apparire difficili da comprendere: i dodici episodi programmati dovranno coprire gli archi narrativi principali del gioco, e raccontare quindi le singole storie d’amore con i vari soggetti delle fotografie di Kazuya; la prima, probabilmente il filone principale del gioco, è quella con la sua amica d’infanzia Haruka Niimi, sarà poi il turno di Hikari Sanehara e della presidentessa del Comitato Studentesco Aki Muroto… e così via, in modo da fare contenti un pò tutti i gusti dei vari spettatori (per me la serie poteva anche finire al sesto episodio con la conquista di Niimi-chan, ndRegola). Il problema è che dietro questa semplice struttura narrativa ci sono tantissimi eventi e situazioni che annoiano, rallentano e irritano lo spettatore, come i continui scatti fotografici del protagonista, a cose, posti, animali e tutto quello che gli passa davanti. Vi ho già detto che odio la fotografia?
Prendiamo i membri del Club di Fotografia, che divide la stanza con il Club delle Foto: il primo punta principalmente a fotografare le parti private delle studentesse (leggi: reato) e stendere le sue classifiche, approcciandosi a quest’attività con un senso di orgoglio, onore e Visnù solo sa cos’altro possa essere chiamato in causa per nutrire il loro patetico narcisismo; il secondo, composto solo da ragazze vuole cogliere il lato nascosto e artistico della… mi sono addormentato. Comunque, Kazuya entra in quel club in modo da proteggere da questi maniaci le ragazze che conosce e che di lui si fidano, soltanto che poi finisce per fotografarle di persona per loro concessione, con la promessa di non far vedere queste foto a nessun altro… Che carine queste ragazze, innocenti, si fidano del protagonista… davvero, i personaggi femminili di questa serie non hanno fatto niente di male… è tutto il resto che non va. Aveva ragione Keima Katsuragi quando sosteneva “non esistono pessime eroine, esistono solo pessimi giochi”.
Vogliamo parlare delle figure maschili? Di faccia di melanzana pettinato come un fungo? Mi volete prendere in giro, cosa diavolo vorrebbe rappresentare quel personaggio, la sua immagine non rientra di poco tra quelle troppo oscene per essere mostrate su Komixjam! Che poi questi paparazzi delle superiori sono degli incompetenti… insomma, dal momento in cui Kazuya comincia a mettergli i bastoni fra le ruote, senza che questi si alterino per l’intromissione, non riescono a fare più una foto: sarà il gusto della sfida? Il premio “Peggior Scena” va sicuramente a quella del corridoio pulito a specchio per fotografare sotto la gonna le ragazze che vi passano. Così lindo e pulito che disprezzando ogni legge fisica il protagonista, per impedirne il passaggio di Haruka vi scivola e finisce per essere lui a sbirciarle sotto la gonna… ma siccome sono amici d’infanzia e destinati a sposarsi va tutto bene. Si nota che il personaggio di Haruka è entrato nelle mie grazie: e la cosa peggiore è che si trova in questo pessimo anime!
Questa serie chiede decisamente troppo all’esclusione dell’incredulità che di media bisogna operare quando si vedono anime a tema harem/romantico. Almeno gli sviluppi fossero simpaticamente imprevedibili, uno correrebbe il rischio di essere sorpreso: invece no, è tutto dannatamente così lineare che è impossibile non sapere come andrà a finire. L’atteggiamento del protagonista verso la senpai Muroto è un’altra cosa abbastanza irritante: il loro primo incontro avviene quando questi la fotografa nell’atto di entrare di nascosto nella scuola, dopo l’inizio delle lezioni (altro reato); successivamente userà questa foto per ricattarla e ottenere qualche piccolo favore (ricatto, se non è un reato non è comunque una cosa bella). Ma il protagonista non era una brava persona? Altro problema di questa serie è legato alla realizzazione grafica, vi è troppa differenza tra le pessime animazioni nelle scene di vita quotidiana e quelle in cui i soggetti delle fotografie ci vengono mostrate con una cinematica tridimensionale. È stata sicuramente dedicata parecchia cura alla realizzazione dei volti, delle espressioni, dei rossori… dopotutto “si presume” che sia una delle cose più spesso fotografate, quindi questa scelta appare, sebbene assolutamente inconsistente ai fini di un giudizio, quantomeno comprensibile. Quello che non è ammissibile è che io perda tempo con questa roba invece di guardare quelle serie bellissime che da mesi ammuffiscono nella mia cartella Download…
Come sempre il colpo di grazia lo lascio per la fine. Nella serie vengono presentati un certo numero di personaggi femminili, come è classico in questo tipo di prodotti, e in qualche modo tutti sono abbastanza sportivi o tengono particolarmente alla loro forma fisica. Fin qui tutto normale, tranne per il fatto che non ricordo in quale episodio, una senpai premurosa comincia a tenere dei corsi di ginnastica aerobica ai quali partecipano solo ed esclusivamente i personaggi femminili dotati di nome.. che ve lo dico a fare che il protagonista e il suo strumento infernale verranno ammessi… perchè mi altero tanto?! Come ho sicuramente già avuto modo di dirvi la caratteristica fondamentale delle scene “ecchi” in shonen a stampo harem deve essere la loro assoluta estraneità causale dal contesto fino al momento in cui il protagonista non prende (come l’ortodossia vuole) il sonoro cazzotto (Tekken Punch! cit. Naru Narusegawa).
Gli Inguardabili di oggi finiscono qui (il solo ripensare a questa serie mi ha fatto incavolare anche più di quanto la visione degli episodi abbia realmente fatto, avrei voglia di masticare qualche BD di Photo Kano giusto per vendicarmi e distruggere il mio nemico come farebbe il Pelide, per poi correre per i campi a prendere la vegetazione a legnate, urlando in qualche arcana lingua), vi saluto e vi ricordo che il prossimo appuntamento sarà il 12 giugno, esattamente il giorno successivo la mia evasione dal carcere: ho intenzione di andare a comprare una reflex e prendermi qualche decina di denuncie per violazione della privacy e voyeurismo.
xandos 2 Giugno 2013 il 12:41
bh�. meno male che non l’ho guardata XD. Gi� la trama (?) di fondo mi sembrava stupida…
Lelly 2 Luglio 2013 il 00:21
Ho appena concluso quest’anime.
Come non essere totalmente d’accordo con te, la tua recensione mi ha fatto morire dal ridere per alcune frasi dove traspira tutta la tua incaxxatura!!
Mamma mia che pena, c’� pure a chi piace figurati :/
De gustibus!
Faccia di melanzana??? ahahah okXD
StarFang 30 Gennaio 2016 il 17:43
Idem, anche perché l’opera precedente della Enterbrain, Amagami SS, mi ha annoiato nonostante sia leggermente meglio rispetto a questo (tranne SS+ , quello l’ho cestinai assieme al primo tanto che mi aveva rotto).
Sarò anch’io che ho sempre trovato scoccianti (fino a innervosirmi), fin da quando ero piccolo, i romantici shounen a stampo harem con i soliti maschi fessi e/o pervertiti; tante ragazze curate leggermente meglio per eccitare gli spettatori; i soliti malintesi che finiscono sempre in violenza fisica verso il protagonista malcapitato o colpevole (MAI che succeda l’opposto e MAI che osino difendersi) e altri mazzi che, di nuovo, non sopporto.
Mi manca la tua rubrica “gli inguardabili”, spero che un giorno tu possa scrivere altri articoli al riguardo.