Orfani 8 – Il Commento

di Rorschach Commenta

Lo ammetto,  sono una persona semplice. Mettetemi un titolo che citi una canzone che adoro di un gruppo che adoro, e leggerò qualsiasi cosa succeda a quel titolo con il sorriso sulle labbra. Ma al netto dei miei gusti personali, questo numero otto di Orfani, ‘War Pigs’, prende davvero parecchio…oltre a rappresentare un ottimo esempio di abilità nello storytelling.

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http://www.youtube.com/watch?v=OGPD0ZBiMs0

 

 

Lo scorso numero, infatti, si chiudeva con un cliffhanger mica da ridere: il redivivo Pistolero aveva rivelato ai suoi compagni di squadra l’inganno della Professoressa Juric…ma non sapevamo come avrebbero reagito gli altri Orfani alla notizia, nè potevamo immaginare cosa sarebbe successo in seguito. E con tutta quest’aspettativa, la parte di narrazione ‘passata’ di questo numero otto la vedevo come un di troppo, una sorta di riempitivo prima dell’azione vera e propria.

Per mia fortuna ero in errore.  Perchè la parte nel passato di questo ‘War Pigs’ è tutto fuorchè un riempitivo: da un lato ci mostra il caos che si è venuto a creare nel mondo, caos che i giovani Orfani sono chiamati a sedare nel più brutale dei modi andando ad agire come i ‘War Pigs’ della canzone. Dall’altro lato, con il pretesto dell’ennesimo addestramento militare brutale (e meraviglioso) a cui  il colonnello Nakamura sottopone gli Orfani, e più in particolare il loro leader Jonas, vengono spiegati in dettaglio tutti i risvolti del carattere di tutti i membri della squadra: i loro punti di forza, i loro punti deboli, il motivo per cui combattono e tanto altro.

Le pagine dell'intervento armato sulla folla sono a dire poco spettacolari
Le pagine dell’intervento armato sulla folla sono a dire poco spettacolari

Questa scelta di storia serve a dirci una cosa: guardate, i personaggi sono fatti in questo modo. Si comportano così, sono così. La parte nel passato serve a ricordarci con chi abbiamo a che fare, a spiegarci le reazioni degli Orfani nella seconda parte di storia. Un colpo di storytelling da vero professionista.

La parte nel presente, si diceva. Chi si aspettava una squadra unita ha dovuto ricredersi: il Pistolero, infatti, viene catturato. Da Raul, che lo vede come un rivale in amore. Da Sam, che dice ‘la verità non vale tutto questo…neanche noi due’. La cosa teoricamente ha senso : il caos che si scatenerebbe dalla rivelazione dell’inganno porterebbe la razza umana sul baratro(da cui è uscita a fatica…una soluzione simile e diversa da Watchmen, se vogliamo).

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E sopratutto da Jonas, quel Boyscout che inizialmente vuole aiutare il proprio compagno,  ma che viene richiamato all’ordine da Nakamura. E davanti ad un ordine, Jonas non si può tirare indietro.  In fondo è questa la differenza tra il Boyscout ed il Pistolero: il primo è un soldato, il secondo un guerriero.  Il primo esegue gli ordini, il secondo combatte per quello che ritiene giusto. E’ lo stesso Nakamura (chi meglio di lui) a spiegarlo alla Juric ed ai lettori.

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Poveraccio…

Tutto sembra essere scritto, per il povero Ringo, sacrificato in nome del bene comune…se non fosse che ci siamo scordati di un personaggio.

Juno, alias Angelo, alias la moglie di Jonas.
Juno, alias Angelo, alias la moglie di Jonas.

Juno, infatti, è sempre rimasta in sordina. Ed anche noi lettori ci eravamo dimenticati del suo essere ‘ribelle’, anche se meno di Ringo, e della promessa fatta a Nakamura. E Juno, qui, sembra ricordarsi chi sia: uccide brutalmente il Generale nipponico(peccato, lo adoravo),  salva il Pistolero dal plotone di esecuzione, e i due fuggono con la Juric come ostaggio (e probabilmente con la registrazione delle sue confessioni)…il tutto, in poche concitate pagine.

Abbiamo quindi una squadra divisa a metà…forse. Perchè tutta questo potrebbe anche essere un tentativo per depistarci, e gli Orfani potrebbero essersi messi d’accordo con la più classica delle ‘Mosse Kansas City’…solo il tempo ed il numero nove potranno dirlo.

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