Gli Inguardabili (on demand) – Nazo no Kanojo X

di Regola 3

 

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Qualche settimana fa Kirisuto mi ha costretto, tramite l’utilizzo di metodi disonesti, a guardare una serie anime approfittando della mia buona fede: gli avevo rivelato, infatti, che avevo cestinato (per motivi che vi spiegherò in seguito), al primo episodio Nazo no Kanojo X (Mysterious Girlfriend X). Questo anime è tratto da una serie manga di tipo seinen edita dalla Kodansha, sceneggiata e illustrata da tale Riichi Ueshiba, attualmente ancora in corso; la serie anime è stata realizzata dalla Hoods Entertainment e trasmessa nella stagione primaverile del 2012. Questo studio non lo conoscevo neppure, con qualche ricerca ho scoperto che hanno collaborato insieme ad altri studi maggiori con ruoli periferici nella produzione di Shingeki no Kyojin, Psycho Pass, Aku no Hana e Oreimo… tenete a mente questo studio perchè nelle prossime settimane ne sentirete di nuovo parlare, trall’altro. Quest’appuntamento inoltre non prenderà comunque in considerazione gli aspetti tecnici con cui è stata realizzata la serie: sotto questo punto di vista non ho infatti alcuna lamentela, ma neppure alcun plauso da fare. La serie è realizzata con poco eppure sufficientemente curata da essere piacevole alla vista.

Le forbici della protagonista sono un riferimento alla X nel titolo.
Le forbici della protagonista sono un riferimento alla X nel titolo.

Oggi ho la necessità di essere chiaro, onesto, in un modo che probabilmente non s’è mai visto fare da parte del sottoscritto su Komixjam, tantomeno su questa rubrica, perchè dopo la visione dei tredici episodi (e un OAV) che compongono la serie ho dovuto ammettere che quest’anime mi è piaciuto. Si, devo fare un mea culpa grosso come una casa, devo ammettere di aver sbagliato a fidarmi della prima impressione e voglio farlo qui, nella rubrica della vergogna: che in questo caso è la mia. E ve ne parlo qui soprattutto per vendicarmi, in qualche modo, di quel tormentatore che mi ha costretto ad affezionarmi ad un’altra serie di cui non sappiamo se si vedrà mai un sequel; un altro titolo che mi ha conquistato, usato e buttato come oramai sono abituato ad essere. L’unica mia consolazione è che ho avuto la prova di potermi lanciare nella visione di tante altre serie, perchè posso essere ancora piacevolmente stupito. Qualcosa da ridire però ce l’ho: a un certo punto, nella visione della serie dal disinteresse nei primi episodi, la storia e i personaggi hanno cominciato a conquistarmi, e si sono create delle deleterie aspettative nei confronti del titolo. Aspettative parzialmente tradite.

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Nazo no Kanojo X racconta la particolare storia d’amore tra il normalissimo Akira Tsubaki e la “misteriosa” Mikoto Urabe, una studentessa che si trasferisce nella scuola del protagonista ad anno scolastico iniziato, che fin dal primo giorno si mette in disparte rispetto al resto della classe passando le ore di buco, e le pause tra una lezione e l’altra, a dormire. Ovviamente tutti la evitano, compreso Akira che si mostra disponibile nei suoi confronti (convenevoli da vicini di banco), se non che, una sera, questi la trova addormentata sul banco nonostante le lezioni siano finite da molto e la sveglia: di per sè non succede niente, ma quando Urabe se ne va Akira vede la saliva della ragazza sul banco e impossessato da chissà quale demone decide di assaggiarla. Dopo qualche strano sogno che vede lui e la misteriosa ragazza protagonisti, Akira si ammala e non sembra riuscire a guarire fino a quando Urabe non lo va a trovare, e facendogli assaggiare di nuovo la sua saliva lo guarisce: in pratica Akira sarebbe diventato dipendente della saliva della strana ragazza. Qui la prima obiezione: come fa la protagonista ad esser certa che la ragione potesse essere questa, fino al punto di infilarsi nella casa di Akira per provarlo? Non lo sapremo, perchè in tutta la serie di Urabe scopriamo poco, forse niente, poichè essa rimane misteriosa.

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Cosa? L’obiezione è sbagliata? Mokona mi ha appena fatto notare che l’obiezione dovrebbe essere mossa al fatto che il protagonista sviluppa una dipendenza vergognosa e schifosa con la saliva della protagonista femminile, ma sinceramente fin dall’inizio non mi è sembrata una cosa poi tanto scioccante. Insomma, stupida inutile bestiola, cosa credi che due amanti si scambino durante un appassionato bacio? Semmai, a lasciar di sasso può essere il modo in cui, quotidianamente, i due fanno questo scambio, ma è qualcosa che già dal secondo episodio entra perfettamente nella routine della narrazione, come quando Sailor Moon si trasformava.

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Sempre nel primo episodio, osserviamo una scena il cui vero senso non ci viene spiegato: a un certo punto Urabe ha uno scoppio di ilarità durante una lezione. Quando il protagonista, non riuscendosela a togliere dalla testa, le rivelerà il suo amore e riuscirà a conquistarla con un gesto davvero romantico (strappare la foto del suo primo amore), Urabe gli dirà che durante la lezione aveva sentito una voce rivelargli che Akira sarebbe stato il suo primo partner amoroso. È ovvio che quella voce, reale o meno che sia, svolge un ruolo importante ma per ora non ci è dato conoscerne l’origine; l’autore si concentra soprattutto sulla nascente relazione fra i due protagonisti, che attraverserà tutte le fasi tipiche delle coppie alle prese con le prime esperienze romantiche. Era da diverso tempo che non mi trovavo di fronte a un anime di stampo romantico che mostrasse una storia i cui sviluppi tra i due personaggi fossero verosimili, guardando Nazo no Kanojo X non ho potuto fare a meno di notare riferimenti, accenni, a cose che ho vissuto e visto in prima persona; il tema stesso della storia è proprio come i due protagonisti si cambieranno a vicenda, tanto lentamente quanto spontaneamente.

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Due sono i problemi che ho riscontrato in questa serie. Il primo è Mikoto Urabe, il motivo per cui non seguii la serie è che la protagonista non mi piacque come personaggio: difetto fatale quanto ci si trova di fronte a una commedia sentimentale. Il fatto è che fondamentalmente non sono mai troppo interessato a personaggi di questo tipo: strambi, incomprensibili e silenziosi. Andando avanti con la visione questa cosa non migliora, perchè Urabe resta quel personaggio di cui non sappiamo niente, fino al momento in cui, nella seconda metà della serie, qualcosa cambia e dalle sue prime reazioni spontanee come imbarazzo e rossori è possibile ufficialmente statare che perlomeno è un essere umano, sebbene le continue inquadrature al suo portachiavi a forma di astronave aliena siano abbastanza preoccupanti: ancora cerco di capire cosa voglia dirci con questo l’autore. Il secondo punto è proprio legato alla relazione tra i due protagonisti: la capacità di comunicarsi l’un l’altro lo stato d’animo attraverso la condivisione di saliva li pone su un piano privilegiato rispetto a molte altre coppie, poichè sono in grado di comprendersi anche attraverso un linguaggio non fraintendibile di tipo non-verbale; fatto sta che ho risentito troppo della frustrante mancanza di dialogo nella loro relazione. Urabe dipende troppo (altro motivo per cui non apprezzo troppo questo personaggio ndRegola) da questo metodo di comunicazione col suo ragazzo, quasi vada sempre alla ricerca di una scorciatoia che le permetta di superare l’imbarazzo dovuto ai propri sentimenti, e il povero Akira rimane quasi sempre con una spiegazione che deve realizzare da sè. La cosa mi ha un pò infastidito, alla lunga, se devo essere sincero, nonostante col tempo vada a strutturare e mantenere una stabile e reciproca fiducia tra i due. Sul protagonista maschile, invece, ho ben poco da dire, figura molto classica che cresce e matura nel corso della serie in modi che ho riscontrato essere molto verosimili.

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Certo che la recensione di oggi è strana… ma ci sono anche giorni così (si, l’immagine in testa è una presa in giro). Ci tengo a sottolineare due cose tuttavia: innanzitutto, le “critiche” alla serie sono molto personali, dovute al fatto che episodio dopo episodio l’interesse andava aumentando (in contrapposizione con il disinteresse iniziale), pertanto anche trascurabili: Nazo no Kanojo X è un bell’anime, che avrebbe potuto dare qualcosa di più ma che si lascia perdonare per il fatto di essere decisamente più interessante e meno stereotipato della commedia romantica che mediamente ci viene propinata. Per questo ho deciso di tornare a parlarne nonostante sia stato presentato circa un anno fa nelle trattazioni degli anime in corso, e lo faccio forse con un pò di cattiveria in questo mio spazio dove vige la Regola dell’assenza di peli sulla lingua, a mò di provocazione per tutte quelle persone che hanno bocciato quest’anime: se come me vi siete fermati alle prime battute, vi consiglio di dargli una seconda opportunità, il sottoscritto non se n’è pentito. A mercoledì prossimo, dunque, dove continuerò a parlarvi di “errori di gioventù“, tuttavia non dolci come questo.

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Nelle parti finali della serie, con reazioni di questo tipo, ho iniziato a tollerare anche il personaggio di Urabe.

 

Commenti (3)

  1. A me � piaciuto molto, perch� � differente e proprio per quei discorsi che fanno senza parlarsi.
    Certo � frustrante che alla fine non succeda nulla e mai lo sapremo…

    1. Io ho messo il manga tra le cose da seguire.

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