Naruto 534, One Piece 620, Bleach 443: Recensione

di Ciampax 2

Prende il via, da questa settimana, una nuova rubrica che fa il paio con quella che, la domenica, apre una finestra sulle storie dei tre Big del manga: Naruto, One Piece, Bleach. Mentre in quella parleremo, in maniera generale, di tutti gli argomenti legati alle storie, qui passeremo in rassegna, settimana dopo settimana, i singoli capitoli, analizzando ogni volta le novità, i colpi di scena, i dialoghi introdotti. Prima di andare avanti, una precisazione doverosa, prima di vedere i commenti subissati da un’unica domanda: qui non verranno postati link per scaricare i capitoli. Per cui se cercate le scan, questo non è l’articolo che vi interessa. Se invece vi va di discutere delle storie che, ogni sette giorni, Kishimoto, Oda e Kubo ci propongono, allora questo è il posto giusto per voi! Certo, vi starete chiedendo se questi articoli saranno dei riassunti dei capitoli o altro: la risposta sta nella domanda. Riassumere 20 pagine di disegni non è proprio la cosa più stuzzicante del mondo, per cui in questi articoli mi premurerò più che altro di sottolineare o evidenziare particolari scelte stilistiche, analogie, citazioni, eventuali errori o quanto altro che vengono presentati sul Weekly Shonen Jump di volta in volta, nello spazio dedicato ai tre manga. Bene, detto questo non mi resta che cominciare e passare, per primo a discutere delle vicende del “Ninja Biondo della Foglia”!

Naruto 534 – Addio, Ino-Shika-Chou! Devo confessare che, sin dal titolo, questo capitolo mi aveva fatto preoccupare: a primo impatto avevo pensato al sacrificio di uno dei tre per sconfiggere Asuma. Tuttavia così non è e sono molto contento della cosa. Al di là della battaglia tra i vecchi membri del team 10, con i tre “allievi da un lato” e il maestro Asuma dall’altro, e del suo esito finale (scontato? Forse un po’, eppure non così tanto come si sarebbe potuto credere) mi interessa focalizzare l’attenzione sui due fatti salienti del capitolo, entrambi riguardanti Chouji (e non solo lui, a dir la verità). Per prima cosa, sono stato felice di rivedere il ritorno della tecnica “Brucia Calorie” del clan Akimichi, con il dimagrimento repentino del giovane rampollo della famiglia e lo spuntare di quelle simpatiche alucce di chakra (per la serie: brucio i grassi e si vede!). Ricordo che, ai tempi dello scontro Jirobo, avevo trovato questa tecnica davvero una bella pensata: il grassone senza arte né parte che si fa valere e mostra una forza e una dote che nessuno si aspettava saranno anche cliché stereotipati, eppure a suo tempo diedero alla storia una spinta in avanti (come del resto tutti gli scontri avvenuti durante la missione di salvataggio di Sasuke!). La cosa che però mi è piaciuta di più (e in questo, bisogna riconoscerlo, Kishimoto è proprio bravo) è stato il flashback legato al rito di “passaggio” all’età adulta con la consegna degli “orecchini”, rito che tiene legate tra loro, ormai da generazioni, non sono le famiglie dei tre “giovani allievi” del team 10, ma anche quella del clan Sarutobi (quello del terzo Hokage e del maestro Asuma): devo dire che questo modo di fornire, in maniera elegante e veloce, senza fronzoli, la spiegazione del perché questi tre clan risultano così indissolubilmente legati tra loro e devoti al villaggio a cui appartengono mi ha fatto pensare tanto alla storia del Giappone, fatta di onore e gloria, di un rispetto molto più forte (a volte esagerato) in confronto a quello dell’Occidente, di uomini legati per sempre, per dovere o per costrizione, a certi schemi, a certe usanze, a certi obblighi che facevano (e a volte fanno ancora) di loro la società che, con tanta forza, ha affrontato e affronta tutt’oggi l’immane disastro dell’11 marzo.

One Piece 620 – Il Tanto Atteso Parco dei Divertimenti. Non so voi, ma ultimamente trovo le storie di Rufy & Co. un tantino confusionarie. Sarà che fino ad ora non c’è stata ancora una spiegazione dettagliata (anche se il finale di questo capitolo fa presagire un, forse lungo, flashback in cui un po’ di cose saranno chiarite), o anche che la situazione si sta dipanando lentamente e su troppi fronti (il Castello, la Foresta, e quell’idiota di Caribou che va pappandosi sirene!), oppure semplicemente sono io che, per la prima volta da quando leggo One Piece, mi sono perso. Devo essere sincero? Tolto l’entusiasmo iniziale dell’arrivo all’Isola degli Uomini pesce, le citazioni e le invenzioni di Oda, il resto mi sta un po’ annoiando: non fraintendetemi, adoro le trovate di Odacchi, sono sempre incuriosito dalle sue spiegazioni su storia, usi e costumi del mondo di One Piece, però, sinceramente, mi manca un po’ la scena di “scazzottate” (Bud Spencere e Terence Hill docent) in cui i vari membri della ciurma sprigionano tutta la loro forza. Se ci fate un attimo caso, a parte l’evento della Guerra di Marineford, dove i nostri protagonisti, Rufy compreso, hanno rivestito un ruolo marginale, e il piccolo scontro all’arcipelago Sabaody, i nostri non combattono seriamente dai tempi di Thriller Bark! (e non dite che ci sono state altre situazioni di lotta: erano semplici assaggini, troppo brevi per gasare il pubblico). Sia chiaro, non sto dicendo che questa “piega” del manga non mi piaccia, anzi: Oda riesce a inserire, nelle sue storie, alcuni riferimenti al nostro “mondo”, modificati ed adattati per quello con una maestria paurosa. Prevedo un flashback che parli di schiavitù, di razzismo, di lotta per i propri diritti e, ancora una volta, dell’eterno conflitto tra torto e ragione, tra chi è davvero nel giusto e chi, invece, si crogiola nel male. Si sta delineando chiaramente quali siano le intenzioni di Hodi: ribellarsi al mondo per i secoli di schiavitù patiti dagli uomini pesce a causa del razzismo degli umani. Certo, i suoi modi saranno anche brutali e deprecabili: ma davvero lo considerato completamente un atto malvagio? Hodi sta creando la sua rivoluzione: né più né meno di quello che, per decine di secoli noi stessi, per desiderio di libertà, abbiamo portato avanti. Che Hodi abbia un secondo fine non ci piove: ma quel che fa sarà poi tanto sbagliato? Infine, permettetemi di spendere due parole su Nami: la sua reazione alla “confessione” di Jimbe quasi mi ha stupito. Sono rimasto piacevolmente colpito dalla maturità con cui Oda ha voluto mostrarci la nuova Nami: mentre Sanji reagisce (ovviamente in buona fede) ancora da testa calda (e da cavaliere, come da sua indole), la navigatrice rimane quasi impassibile, non tanto perché il passato è passato e ormai non importa, ma più perché gli eventi trascorsi, a partire da quello di Arlong Park, fino alla casa d’aste in cui hanno salvato la vita a Kaime (qualcuno aveva mai fatto il paragone tra la magione di Arlong e la casa d’aste?), le hanno aperto gli occhi sul bene e sul male, sul giusto e sullo sbagliato, sul perché, nel mondo in cui vive, che dovrebbe essere dominato dalla Giustizia (della Marina? Magari!) e in cui i Pirati sono il male, ogni tanto ci si trova davanti a profonde inversioni di tendenza che lasciano spiazzati e la nostra eroina, ormai, ne è ben conscia.

Bleach 443 – Dirty Boots Danger. Credo che, finalmente, si possa dire che è tornato il vecchio Tite: da un paio di capitoli si respira nuovamente quell’aria di mistero, di detto e non detto, di segreti tenuti volutamente celati, quasi che il protagonista, se ne venisse a conoscenza, potrebbe impazzire! Questa nuova saga apre molte possibilità, a mio parere: per prima cosa, forse sarà possibile capire meglio la natura dei poteri di Ichigo, Chad e Inoue: a parte fragolino, che ha ereditato tutto da papà, mi sono sempre chiesto da dove provenisse la forza degli altri due (tra l’altro ho sempre ritenuto più misterioso il potere di Chad – che forse un giorno vedremo “trasformarsi” dalla testa ai piedi – che non quello di Inoue che sembra la summa delle tecniche “magiche” degli Shinigami). E proprio in relazione a questi poteri, ai nuovi “Full Bring” che Kubo ci sta mostrando, che vorrei fare una osservazione. Credo che molti di voi conoscano il manga “Hunter X Hunter” di Yoshihiro Togashi: forse però non tutti conoscete la sua “opera prima”, il manga che lo ha consacrato al successo, e cioè “Yu Yu Hakusho” (in Italia “Yu degli spettri”). Bene, quest’ultima opera è, sostanzialmente, divisa in tre parti: in quella centrale Yu e compagni affrontano degli esseri umani che hanno ricevuto poteri “demoniaci” (quello che viene chiamto “Territorio” nel manga) e che può essere, di volta in volta, qualcosa di diverso (una casa intera, l’ombra, l’acqua, la luce, addirittura!). Appena ho visto i nuovi poteri di Bleach ho subito pensato a Yu Yu: ci sono grosse differenze, certo, ma il succo del potere resta sempre quello, cioè un tizio che riesce a mettere la sua energia in qualcosa che può usare come arma. Badate bene, non è che sia una trovata tanto inusuale: pensate alla “possesione” di Shaman King (spiriti dentro oggetti fisici), agli “Stand” di Jojo (forza spirituale che si materializza) o a centinaia di altri shonen in cui lo spirito del protagonista guida e muove le sue armi. Tuttavia come al solito Kubo mi stupisce: introduce queste “armi” come se fossero qualcosa di assolutamente naturale, senza dilungarsi a spiegare perché e percome (giusto un accenno) e facendo sembrare la cosa più naturale del mondo il fatto che ci sia una ragazzina che può rinchiuderti in una scatola o una donna che possa spezzarti le ossa a calci indossando i suoi stivali sporchi! Quello che però mi intriga (e spero che, presto, cominci ad arrivare qualche risposta, anche se con Kubo la cosa è più complicata che con Oda) è capire la figura del cattivo di turno, Tsukishima, questo suo potere che pare metterlo in “contatto speciale” con chi colpisce (Inoue che lo ha sentito come amico, una sensazione che si perde nel tempo, parole sue) e la strana relazione con gli altri “Full bringers” (cosa che ricorda tanto la saga – filler – dei Bount, non pensate?). Staremo a vedere cosa ci saprà raccontare il buon Tite, ma permettetemi un’ultima osservazione: secondo voi, Tsukushima non assomiglia un tantinello (nel desing) ad Aizen? Che sia un figlio illegittimo? Ci sentiamo la prossima settimana gente e mi raccomando: meditate!

Commenti (2)

  1. Sono convintissimo che Oda stia solo preparando il terreno per quello che succeder� dopo, in questa saga. Attenzione che la riflessione sul razzismo e sulla schiavit�, contenuta in questa saga, � anche, purtroppo, molto attuale. Cmq concordo con ciampax, ci vuole qualche scontro per “ravvivare” la situazione.
    Per quel che riguarda Naruto mi ha fatto piacere rivedere Choji in azione con quella tecnica, peccato che personaggi come lui abbiano sempre poco spazio. Cmq non ho idea di cosa abbia in mente di fare dopo aver sconfitto Asuma. Devo dire che questa saga mi sta lasciando impressioni discordanti, certe scelte non mi sono proprio piaciute come ad esempio Hanzo e i gemelli del tuono, mentre altre sono state pi� interessanti come ad esempio l’apparizione degli spadacini della nebbia.
    Ah suggerirei di separare, le recensioni si potrebbero avere spoiler, per chi come me segue solo l’anime di Bleach, o per altri che seguono solo Naruto o OP in anime.

  2. Ciao Ciampax!
    Anche a me erano venuti in mente i poteri degli umani in Yu degli Spettri. Mi aspetto che il bimbetto che gioca con la console portatile abbia un potere simile a “Game Over”.
    E Decken ha un Full Bring molto simile a “Sniper”… Ah, no, ho sbagliato manga :p
    Gli orecchini sono l’esempio lampante del tuo discorso sulla genialit� di Kishimoto.

    Buon lavoro!

    Stefano

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