Il fumetto che vi consiglio oggi merita la sua presenza in questa rubrica per due motivi fondamentali: è facilmente reperibile, essendo uscito da pochi giorni con il suo secondo e ultimo volume, ed è una storia che punta i riflettori su un personaggio tanto interessante quanto ambiguo dell’universo Marvel. Ma andiamo con ordine.
Per prima cosa stiamo parlando di “Namor: il primo mutante”, una miniserie Marvel, raccolta in Italia da Panini in 2 volumi, che “tenta” di spiegare al pubblico la complessità del personaggio in questione. Namor, re di Atlantide, è da sempre uno dei personaggi più discussi dell’universo Marvel, soprattutto per i suoi modi “intransigenti” di gestire le cose, ma questo (se non bastasse la scusante principale dovuta al fatto che non fa parte del regno di superficie) lo si deve in primis alla sua carica, quella di Re di una civiltà ormai prossima all’estinzione.
L’autore della miniserie è Stuart Moore, mentre ai disegni si sono avvicendati diversi artisti (con ottimi risultati direi). In realtà non si tratterebbe di una miniserie ma, bensì, di una serie regolare che, purtroppo, è stata cancellata la scorsa estate (di sicuro Namor non è certo noto per essere un personaggio tra i più popolari della casa delle idee).
Ad ogni modo questa versione della Panini ci permette di dare uno sguardo più da vicino al Sub-Mariner, chissà che poi non vi faccia ricredere.
Trama
Atlantide, così come gli Atlantidei e quei pochi fortunati conoscevano, non esiste più. Adesso c’è una nuova città, una nuova Atlantide adagiata sul letto del mare proprio sotto l’isola stato degli X-men, Utopia. Namor è sempre il re della sua gente ed ha stretto un accordo con i mutanti (del piano di sopra) per una pace reciproca. Purtroppo però negli abissi dell’oceano non tutti vedono di buon occhio la pace ed il sovrano atlantideo che l’ha stipulata. Il vero problema sorge quando a questo malumore sopito, di una parte della popolazione, si aggiunge la presenza di una minaccia dai canini particolarmente sviluppati. Sarà compito del Sub-Mariner salvare la pace, ma soprattutto salvare il suo popolo.
Pro & Contro
Pro
Sceneggiatura: Parto dal presupposto che: “non siamo davanti ad un capolavoro da collezione”, per arrivare alla considerazione che si può dare un voto positivo agli sforzi di Stuart Moore; sforzi che gli hanno permesso di rendere, quantomeno, più attraente (dal punto di vista letterario) Namor, compito non facile, soprattutto per come, negli anni, il personaggio è stato caratterizzato. Un fatto molto interessante è la scelta del titolo: “il primo mutante”, infatti è da anni che la Marvel utilizza questa espressione riferendosi al sovrano atlantideo (tanto per rinfrescare la memoria Namor è per metà atlantideo, per metà un ibrido umano) generando numerose dispute sulla questione ( in realtà la casa editrice usa questa espressione riferendosi ad una questione puramente editoriale, parlando quindi di “prima apparizione” e non di età, data la presenza di altri mutanti ben più “vecchi” del Sub-Mariner). La scelta dei vampiri è leggermente azzardata ma, tutto sommato, viene data una spiegazione plausibile che non indispone troppo il lettore.
Personaggi: qui secondo me il lavoro di Moore ha maggior peso, visto che riesce ad inserire personaggi con la “P” maiuscola come Destino, Ciclope e Emma Frost (per gli ultimi 2 c’è una parte molto marginale, ma Victor Von Doom non fa un semplice cameo), peccato che l’interruzione della serie ha, credo, abortito ogni possibile trama appena innescata. Namor a parte, nella storia si punta molto sui personaggi femminili, nota piacevole, che mettono a dura prova la rigidità d’animo del protagonista. Una su tutte è Abira che, con la sua storia, riesce a ritagliarsi un ruolo tutt’altro che secondario. Del Sub-Mariner non c’è niente che non abbia detto in precedenza, tranne che verranno mostrati momenti del suo passato; eventi che, in qualche modo, avvicineranno il lettore a questo sovrano dei mari pieno di se’, che antepone il suo popolo a qualsiasi cosa.
Disegni: nonostante ci siano più mani dietro questo fumetto, va detto che i disegni risultano sempre molto piacevoli ed in perfetta sinergia con la storia (probabilmente molto è dovuto alle tonalità scure ed opache utilizzate per rendere al meglio il fondale oceanico e l’ambiente circostante).
Contro
Sceneggiatura: la sceneggiatura si rivela una lama a doppio taglio perché: se da un verso è un punto a suo favore, dall’altro risulta un po’ limitante. Di sicuro la scelta di realizzare una serie regolare ha caratterizzato l’impostazione della storia, però con la cancellazione il tutto è stato vanificato, rendendo meno “nobile” il lavoro fatto. Va da se’ che, se si fosse deciso fin da subito per una mini serie, di sicuro la stessa trama impostata per 6 o 9 albi, avrebbe avuto dei ritocchi tali da poter regalare un prodotto sicuramente migliore.
Pro: Sceneggiatura – Personaggi – Disegni
Contro: Sceneggiatura
Segni particolari
Ho trovato abbastanza divertente una scena del secondo volume che è un po’ una presa in giro, bonaria, dell’universo marvel; in questa scena arriva un personaggio da un altro universo e alla spiegazione dell’evento l’esponente x-men di turno afferma che “per gli x-men questo genere di casi sono pane quotidiano”.
Come vi ho detto in precedenza non siamo di fronte ad un capolavoro, ma vi consiglio di leggerlo (se vi capita) per cercare di non vedere più Namor solo come un “odioso egoista sicuro di se’ ”.