Salve a tutti, probabilmente molti di voi non avranno mai sentito neppure nominare il manga nominato nel titolo, ed è proprio questo il motivo che mi ha spinto a parlarne e introdurre un discorso ad esso legato: il drop. Mx0 (Emu x Zero, qualcosa traducibile con “livello di magia pari a 0”) è un manga di Yasuhiro Kano pubblicato su Shonen Jump tra il 2006 e il 2008 che dopo due anni esatti ha visto la sua prematura chiusura avvenire al novantanovesimo capitolo in una maniera al dir poco “brusca”.
Mx0 non è il manga più originale della storia, eppure se la pubblicazione è andata avanti per 24 mesi vuol dire che qualche buono spunto vi era. Il protagonista Taiga Kuzumi non è niente di eccezionale, il tipico ragazzo delle scuole superiori di carattere forte e sempre pronto a combattere le ingiustizie quando le vede, uno stereotipo che tutti conosciamo benissimo (potrei iniziare a elencarli e non finire più) intenzionato ad iscriversi alla prestigiosa Scuola Superiore Privata Seinagi…ma per entrare è necessario sottoporsi a un particolare test d’ingresso e un’intervista. Durante quest’intervista tutti i partecipanti vengono invitati a rispondere a una domanda: cosa fareste se nel mondo esistesse davvero la magia? E il nostro Taiga risponde di volere conquistare il mondo (risposta cui dietro ci sono motivi precisi, che vengono spiegati quasi 60 capitoli dopo) vedendosi negare l’ingresso nell’istituto. La cosa rattrista il nostro Taiga, anche perchè la protagonista (Aika Hiiragi) per cui ha un colpo di fulmine già dal primo capitolo ha riso per la sua affermazione, ed è stata ammessa nella scuola, quindi non avrà praticamente nessuna possibilità di incontrarla. Inaspettatamente un professore (alquanto maldestro) lo trascina nell’istituto credendolo un alunno e inizia a usare buffi incantesimi e poteri per evitare che si dia alla fuga. Nella confusione Taiga viene però in possesso di una buffa targa e inizia a manifestare, perdendone il controllo, straordinari poteri magici…
Taiga viene stordito da Aika stessa, ma oramai tutta la scuola ha visto quello studente del primo anno usare incantesimi potentissimi, e lo considerano già il più forte fra le nuove leve… senza rendersene conto, poichè gli eventi si succedono troppo rapidamente, Taiga è costretto a interpretare la parte dello “studente numero uno” per rimediare all’errore del professore, se non fosse che non avendo superato il test d’ammissione non gli è stata fornita la sua targa, ed è impossibilitato a usare qualunque forma di magia. Da allora, trascinato dagli eventi, inizia a lanciarsi in ogni sfida ben sapendo di non avere nessuna possibilità, eppure attraverso astuzia e fortuna Taiga la spunterà sempre, e sempre senza usare alcun incantesimo (evitando di volta in volta di esser scoperto). Andando avanti con la serie gli verrà fornita una particolare “targa zero” che gli conferisce la capacità, in base a quanti punti di credito scolastico spende, di nullificare gli incantesimi altrui (una lama a doppio taglio poichè l’upgrade della propria targa avviene proprio con la spesa di questi punti).
Un bel manga a mio avviso. Scontri mai risolti con la forza bruta ma attraverso l’uso creativo delle proprie capacità e conoscenze, misto a un umorismo leggero che da al manga un’atmosfera rilassata. I personaggi principali, e le ricorrenti comparsate di alcuni nemici (che alla fine sono solo studenti di altre classi) è ben gestita, la storia è lineare, ci sono colpi di scena ma mai avvenimenti assurdi…potrei parlarne per ore, ma arriviamo al punto cruciale. Qualcosa in questa serie non andava, ed è stata chiusa prematuramente: è quello che viene comunemente chiamato “drop”. Il fatto è che nonostante la qualità, non offriva al pubblico niente di nuovo.
Una serie viene chiusa quando l’indice di gradimento da parte dei lettori della rivista cala, come ben sanno anche coloro che hanno letto Bakuman, quindi, in definitiva si potrebbe quasi asserire che è il pubblico a decidere cosa viene pubblicato e cosa no. Ma il pubblico è per definizione profano: non ha la sensibilità o l’esperienza di un mangaka o di un redattore, non è spesso in grado di leggere tra le righe e notare il potenziale di una serie o di un autore, pertanto non è sbagliato affermare che molte buone serie sono state mandate al mattatoio perchè forse troppo distanti dai gusti medi dei lettori. Questo vuol dire anche che il lavoro (perchè è un lavoro) è influenzato da dati di gradimento, che i mangaka possono essere vincolati e spesso, quando emergenti, non liberi di esprimersi (ragion per cui non considero “arte” il fumetto giapponese ndRegola); ma vuol dire anche che i gusti sono formati da quelle che sono le opere di maggiore successo! È innegabile che esse creiino standard e canoni a cui poi il pubblico si abitua, e incosciamente paragoni ogni nuova opera a questi senza considerarlo un manga a se stante. La questione è complessa, andrebbe approfondita (e non è detto che non lo sarà), mi limito pertanto a sollevarla quest’oggi, magari tornandoci tra qualche tempo.
La scelta di Mx0 per parlare del “drop” potrà apparire chiarissima a chi ha avuto modo di leggerlo, ed era motivata dalla necessità di scegliere qualcosa che non fosse arrivato in Italia. Avrei potuto scegliere Psyren, un manga che ha avuto lo stesso destino sebbene una maggiore fortuna: invece dei 99 capitoli di Mx0 prima di essere chiuso questi ne ha visti alla luce 145.
