Quando ero un pargolo (e si parla di più di venti anni fa) ricordo che andavo spesso a casa di mio nonno per avere la possibilità di leggere i fumetti (principalmente italiani) che lui e mio zio compravano: Tex, Zagor e altri eroi le cui gesta sono rimaste nella storia. Un bel giorno, spulciando tra le cataste di albi presenti negli scaffali dove mio zio li riponeva (a quel tempo non tutti avevano la corretta idea di cosa volesse dire collezionare fumetti!) trovai un albo particolare che mi incuriosì. In copertina, un’auto di Formula 1 (per me erano tutte Ferrari a quel tempo!) nel pieno di un testa-coda spettacolare lungo la curva di una strada costiera a strapiombo sul mare (e già di per sé l’immagine aveva un che di avveneristico), e un uomo, dal volto sorridente, inguainato in una tuta da pilota, il casco poggiato ai suoi piedi, in una posa che ricordava tanto il più sbruffone James Bond 007 che al tempo faceva faville al cinema. Non ricordo il titolo della storia, ciò che ricordo è che lessi l’albo in due giorni (non ero ancora un divoratore di fumetti come oggi) e rimasi affascinato dalla trama: un assassino misterioso, il mondo delle corse clandestine, una donzella in pericolo e questo pilota, metà divo del cinema, metà cavaliere di ventura, che sfidava tutto e tutti per arrivare alla verità. Un mix di azione e intrigo ben narrato, se pensiamo al fatto che la storia fosse del 1978 e venisse pubblicata, in Italia, nel 1988 (ai tempi in cui personaggi come Largo Winch o XIII facevano la loro comparsa sulle pagine di Lanciostory!), dove l’unico, indiscusso protagonista di intrighi era all’epoca il ladro mascherato Diabolik.
Il fumetto con protagonista il pilota dal sorriso ammaliante di cui vi ho parlato portava, sul frontespizio della prima pagina, il titolo nonché il nome del protagonista (come consuetudine a quei tempi): Michel Vaillant. Nato dalla fantasia e dalle matite di Jean Graton, il pilota polivalente Michel (campione nella Formula 1, come nel rally o nella 24 ore di Le Mans) è l’emblema dello sportivo giusto e corretto, capace di abbandonare una gara pur di salvare un amico o di concedere la vittoria ad un avversario che gli ha salvato la vita. Nato in un periodo dove la maggioranza di eroi erano cow-boy o avventurieri oppure, nella maggior parte dei casi, esseri dotati di superpoteri (negli anni ’60 e ’70 l’Italia non aveva ancora avuto a che fare con i manga!) la figura dell’eroe sportivo, giusto, idealista, votato a proteggere i deboli e rispettoso in maniera ferrea dei regolamenti si fece, a poco a poco, strada nel cuore della gente, riscuotendo un successo inaspettato per un tale personaggio, tanto che le sue avventure, inizialmente annuali e raccolte in tipici tomi da meno di un centinaiodi pagine in tipico stile della Bande Dessinée francese, ci accompagnano sin dal 1959 e sono state affiancate, in tempi più recenti, da nuove pubblicazioni ancora inedite in Italia.
Per tutti gli amanti delle storie sportive e dell’intrigo, La Gazzetta dello Sport presenta una pubblicazione unica e mai vista prima delle storie del pilota della scuderia Vaillant: a partire dal 5 dicembre, in edicola con La Gazzetta, sarà possibile acquistare il primo numero della collezione “Michel Vaillant”, dal suggestivo titolo “Brivido a Monza” al costo di 1 euro. Le successive due uscite avranno lo stesso costo, mentre dalla quarta uscita in poi, il prezzo si assesterà sui 2,99 euro. Parallelamente a questa iniziativa, inoltre, dal 5 al 9 dicembre La Gazzetta dello Sport sarà presente al Motorshow di Bologna, dove ci sarà l’esposizione della macchina di Michel Vaillant realizzata da Chevrolet, che ha corso e vinto il WTCC di Portimao quest’anno.
Per chi è interessato, inoltre, consiglio la visione de “Adrenalina Blu – La Leggenda di Michel Vaillant“, film francese del 2003 che ripercorre le gesta del pilota o, se siete abili e fortunati, recuperare la serie televisiva, in 13 episodi, “Michel Vaillant” che riscosse un discreto successo di pubblico alla fine degli anni ’70 e che, tuttavia, non mi pare sia mai stata trasmessa in Italia. Infine (e poteva mancare viste le premesse?) vi consiglio di ripescare la serie animata Michel Vaillant: tute, caschi e velocità : ne ho una vaga rimembranza, ma ricordo che gli episodi erano alquanto avvincenti e, per essere un prodotto di animazione francese degli anni ’90, non era realizzato neanche male.
Per cui, signori, vi consiglio di preparare la vostra tuta, spolverare il vostro casco e accendere i motori: con Michel Vaillant la gara (e l’avventura) ha inizio!