Se la risposta è LOST siete messi veramente male, se invece avete cominciato a cantare la canzone di Will Smith tratta dall’omonimo film…beh siete sulla strada giusta perlomeno!
Ma quanti di voi sanno che il film, ormai diventato di culto tra gli appassionati della fanta-commedia in generale è nato come fumetto?
Vedo poche mani alzate, bene è giunta l’ora che vi parli degli originali Uomini In Nero, quelli che hanno compiuto gesta [CHE NON SONO MAI AVVENUTE.] e hanno visto cose [CHE NON ESISTONO.]
Benvenuti nell’universo dei Men In Black!
Prima che l’universo si manifestasse nella sua immensità e l’uomo cominciasse a lanciarsi contro i propri rifiuti come autodifesa, la galassia era costellata da numerose razze, alcune evolute altre meno, tutte però erano concordi che l’uomo, appena sviluppato come forma di vita primitiva sul pianeta Terra doveva necessariamente raggiungere un certo grado di intelligenza per poter venire a contatto con le altre popolazioni che condividevano l’universo con lui.
Arrivarono gli anni ’60 sulla Terra, dopo due guerre mondiali ancora l’uomo era riluttante ad evolversi cerebralmente, un alieno senza pianeta decise però di rompere il silenzio e sbarcare negli Stati Uniti, alcuni ufologi che avevano seguito il percorso della sua navicella nello spazio gli diedero accoglienza sul pianeta, l’alieno propose inoltre che la Terra divenisse un porto franco per creature senza più un pianeta o esiliate.
“Visto il film Casablanca? Stessa cosa ma senza nazisti – Agent K“
Gli ufologi e gli scienziati coinvolti nell’incontro, dapprima nascosero le prove dello sbarco alieno poi, coadiuvati dalle tecnologie futuristiche dei primi alieni giunti sulla Terra, crearono un’organizzazione atta al mantenimento della segreto sull’esistenza extraterrestre convinti che nonostante il grado tecnologico raggiunto con l’aiuto degli alieni, pochi esseri umani avrebbero potuto capire e reagire bene alla cosa.
Nacquero i MEN IN BLACK, agenti governativi in completo nero con immancabili occhiali neri e cravatta, pronti ad ogni costo a coprire le tracce della vita extraterreste fuori e dentro il nostro pianeta, numerose armi a disposizioni tra cui la più importante di tutte: il neuralizzatore, un dispositivo portatile in grado di isolare i neuroni del cervello in cui risiede la memoria, programmando l’intensità o meno del faretto rosso posto sul neuralizzatore, si è quindi in grado di cancellare la memoria di un individuo che ha avuto contatto con degli alieni o ne ha in qualche modo intuito la presenza o la verità.
Come per le Tartarughe Ninja SCORDATEVI ciò che avete conosciuto nelle trasposizioni, la più famosa è quella del 1997 a cura di Barry Sonnenfeld con protagonisti Will Smith e Tommy Lee Jones (Rispettivamente James “J” Edwards e Kevin “K” Brown).
L’opera a fumetti edita dapprima da Aircel Comics, poi inglobata in Malibu Comics poi acquistata da Marvel Comics e creata da Lowel Cunningham e Sandy Carruthers (Ok, basta nomi per un po’!) è molto diversa da come potrete vedere.
Innanzitutto VIA quella patina di commedia che hanno i due film omonimi, la serie a fumetti è decisamente più scura, più thriller e decisamente più violenta (Non che i film non fossero grotteschi, vedi l’Edgar-Abito ma era tutto molto stemperato), i MiB non sono simpaticoni: oltre al neuralizzatore possono far tacere le persone con una buona dose di avvelenamento da piombo o altri metodi altrettanto efficaci.
Se i MiB non sanno stare allo scherzo, potete immaginare quanto possono starci gli alieni: oltre alle piattole già ben viste nel film sono decine le creature che popolano in incognito il pianeta, e non tutte fanno i tassisti, quindi sbudellamenti e persone svuotate per far posto agli ospiti di un altro pianeta abbondano.
Inoltre se nel film potevate vedere un magistrale Will Smith negli “ultimi abiti che indosserà” di J, nel fumetto l’agente J è un biondo di razza caucasica, pur sempre giovane e desideroso di acquisire maggiore esperienza nell’agenzia governativa, K invece toglie ogni barlume di ironia al suo personaggio (o meglio è stato il film ad aggiungerla alla creatura originale!) ed appare serio, crudele e indifferente a qualunque punto di vista che non sia il suo.
Dal punto di vista tecnico invece il tratto è pulito e le scelte cromatiche rimandano immancabilmente ai fumetti americani Marvel e DC, non si notano particolari stili nel disegno di Carruthers che probabilmente ha voluto rendere omaggio alle pietre miliari del genere (mi ricordano molto i primi Fantastici 4, Spiderman, Capitan America infatti).
“The Men In Black” è composta da due serie composte ognuna da 3 volumi venduti separatamente che comprendono una mini-serie completa e autoconclusiva, i protagonisti sono sempre J e K ovviamente ai quali si affiancano altri personaggi non conosciuti nella pellicola ed altri che ne hanno fatto una fugace apparizione (Z, Jack Jeebs, gli alieni Arquiliani).
Dopo l’uscita della prima (1990) e seconda serie (1991), la Malibu affronta una grave crisi dal quale non si risolleverà mai più, arriva Joe Quesada e la sua fabbrica dei sogni Marvel ad acquistare le licenze e i titoli della Malibu, incorporandola pure nell’universo marvel anche se molti personaggi non sopravviveranno alla ressa e scompariranno dalle pubblicazioni.
Dei Men In Black rimangono due mini-serie (da tre uscite ciascuna) e una terza edita sotto l’etichetta Marvel del 1997 con sempre lo stesso autore al comando.
I quattro volumi del 1997 comprendono due prequel della serie cinematografica (MiB Initiation / MiB Far Cry) un adattamento della prima pellicola (MiB – Men in Black) e un sequel del primo film non direttamente collegabile al secondo (MiB Retribution).
Nonostante lo scrittore Lowel Cunningham rimasta al timore di comando per tutte le produzioni cartacee, gli ultimi volumi sono meno incisivi, meno cinici e grotteschi delle prime versioni (questo perchè alla Marvel intendevano dare l’impronta del film comico).
Degli anni d’oro dei MiB rimangono la serie animata dal 1997 al 2001 (da noi trasmessa leggermente edulcorata su Disney Channel) che riporta un buon compromesso tra comicità e humor grottesco (basta citare Frank l’alieno in costume da carlino e il ritorno di Edgar) e il videogioco (il primo, non il secondo sottotitolato Alien Escape che cerca di seguire l’onda dell’entusiasmo del film Men In Black 2) caratterizzato da una modalità di esplorazione angosciante (personalmente), ambientazioni rese molto bene e situazioni drammatiche sul filo del fanta-horror, con un buon numero di avversari (umani e non) e armi (tutte quelle apparse o menzionate nelle versioni cartacee e filmiche).
La presenza di J, K e dell’agente L (visibile nell’ultima scena del primo film e nella serie animata nonchè fumettistica) e delle voci italiane ufficiali (Sandro Acerbo, Dario Penne e Pinella Dragani) non bastano però a renderlo un prodotto da acquistare a scatola chiusa (visto la vecchiaia, immagino che la scatola nemmeno ci sia più!): bisogna innanzitutto apprezzare il genere, preparsi a lunghi momenti di frustrazione per un salto andato a vuoto e soprattutto non avere paura…dell’ignoto!
La serie a fumetti originale è quasi irreperibile, se avete la fortuna di possederla o poterla rintracciare, farete un ottimo tuffo nel passato, consigliato ad occhi chiusi ^_^
La serie cinematografica verrà arricchita con il TERZO CAPITOLO previsto per il 2012 con il ritorno di Will Smith e Tommy Lee Jones con l’aggiunta nel cast di Josh Brolin! Tenetevi aggiornati!!!!
[youtube H2bCAxfnrQI]
[youtube rRuHk6Drj2U]
[Fonte: Toonpedia per le info]
[Fonte: ComicVine per le immagini]
ichigo2 2 Dicembre 2010 il 22:26
speriamo che il terzo sia spettacolare come i primi due 😀
comunque complimenti per l’articolo ^_^