Un saluto a tutti i lettori di Komixjam! Come ogni giovedì, è arrivato il momento di parlarvi di un nuovo numero uno targato Marvel Now! E la serie di cui vi parlo oggi risponde al nome di Avengers Arena.
Uscita in Italia lo scorso 26 aprile sulla testata Incredibili Avengers(un minuto di silenzio per la traduzione pedissequa), Avengers Arena(AA da qui in poi) vede Dennis Hopeless ai testi e Kev Walker ai disegni.
Il Presupposto di AA è abbastanza semplice: sedici giovani supereroi vengono rapiti e portati su un isola. Qui, sono costretti ad un barbarico gioco di sopravvivenza, scontrandosi e combattendo tra di loro fino a che non ne rimarrà uno solo.
Trama già sentita? Quelli che di voi sono avezzi al mondo dei fumetti giapponesi avranno pensato al manga ‘Battle Royale’. A chi invece mastica un pò di letteratura sarà venuto in mente il libro ‘Il signore delle mosche’ (O a chi ascolta i mai troppo meraviglosi Iron Maiden avrà risuonato ‘Childhood’s End’).
Ed in effetti tutti voi avete ragione, dato che AA si ispira alle opere sopra citate (tranne la canzone dei Maiden, ma chi può dirlo? E in fondo è un ottima colonna sonora per la storia), e nemmeno troppo velatamente: lo stesso cattivo afferma che ha preso l’idea da alcune cose che ha letto in carcere. Ma questa è una delle cose belle del fumetto di supereroi: non ci vuole un idea originale per tirare fuori una bella storia. E, almeno per quel che ho potuto leggere, AA lo è o almeno ne ha le premesse.
Mi prendo qualche riga per spiegare la mia affermazione. Un tipo di fumetto supereroistico come quello Marvel o DC ha delle sue regole ben codificate, che derivano dallo status quo delle cose nel loro universo narrativo. Dove ci sono quei determinati personaggi, che si muovono e si comportano in un determinato modo (lo sceneggiatore ci mette del suo, ma il carattere di un personaggio è quello). Nell’universo fittizio che leggiamo ci sono istituzioni, situazioni particolari che sono molto complesse (e a volerle seguire tutte si diventa pazzi).
Per farvi un esempio: immaginate l’Universo Marvel e quello DC. Le due continuità narrative sono diverse come il giorno e la notte. Ora immaginate che uno stesso evento avvenga in entrambi gli universi, e provate a immaginare che cosa accada in seguito. Le reazioni a questo evento sarebbero, a mio avviso, diverse come il giorno e la notte, e porterebbero a sviluppi narrativi completamente diversi…ed entrambe le storie sarebbero godibili da leggere. Giusto per la cronaca, la Marvel e la DC lo sanno benissimo, ed entrambi gli universi narrativi sono stracolmi di citazioni ed idee prese dalla casa rivale, in entrambe le direzioni.
Tutto questo per dire cosa: si, AA è ispirato a Battle Royale e al Signore delle Mosche. Ma cosa succede quando prendi questi presupposti e li applichi al contesto dell’Universo Marvel?
Succede un bel macello (nessuno spoiler, tutto questo lo si apprende praticamente subito) .
Innanzitutto, il cattivo che ha organizzato il tutto è una vecchia conoscenza: il supercriminale Arcade, un personaggio di serie B (affrontato da svariati supereroi) che era solito organizzare vere e proprie trappole mortali che chiamava Mondo Assassino. Il personaggio di Arcade, dopo le sue prime apparizioni, era stato trattato in maniera quasi comica, e qui trova in un qualche modo la sua rivalsa, creando un Mondo Assassino dove le trappole mortali e le vittime coincidono.
Già, le vittime, ovverosia i personaggi. Uno dei punti di forza di AA è il fatto che i partecipanti a questo gioco brutale sono per buona parte vecchie conoscenze (con l’aggiunta di personaggi completamente nuovi), prese da alcuni gruppi giovanili della Marvel come i Runaways o l’Accademia Vendicatori. Questo fa in modo che si creino delle vere e proprie ‘tifoserie’ di un personaggio, che non vogliono che il loro beniamino perda nel gioco..e tutto questo rende la lettura più avvincente.
Non preoccupatevi, comunque: anche se non si conoscono i personaggi il fumetto ce li illustra con dovizia di particolari dedicando ad ognuno il giusto spazio e dandoci modo di conoscerli meglio.
Non mancano poi le scene crude…non anticipo nulla, ma AA vi lascerà a bocca aperta in più occasioni.
Di sicuro, quindi, è un fumetto che vale la pena leggere, non fosse altro per i suoi sviluppi di trama che si preannunciano tutto tranne che scontati.
Gli appuntamenti con Marvel Now! vi salutano, a giovedì prossimo!
Fabius Bile 30 Maggio 2013 il 14:40
Lo dico da tempo, AA � la migliore serie della Marvel NOW, poco importa se la trama di base � una copiatura senza pudore.
Comunque la serie � partita a mille, e ora che sono al 9� capitolo, � un p� rallentata, forse la colpa � che sarebbe dovuta essere una miniserie pi� corta, spero comunque che ritorni sulla qualit� dei primi numeri.
Comunque io boccio in pieno il “rilancio” fatto con la line NOW, per ora salvo solo AA e AU.
Rorschach 30 Maggio 2013 il 15:20
Opinione registrata e messa a verbale. Grazie mille per aver commentato.