Una delle domande classiche che, di solito, ci si pone a qualche settimana da Lucca Comics è: quali saranno le anteprime/nuove uscite? Che sia in ambito Games o Comics, oltre agli ospiti, una delle cose più attese sono le novità del mercato presentate in quei padiglioni affollati che sembrano una schermata di Pacman.
Ecco, noi possiamo già darvi un paio di dritte in merito per quanto riguarda le testate J-Pop e GP. Io e Regola ci siamo spartiti due titoli che usciranno sotto le due etichette, ed io oggi vi porto la mia recensione. In quella di Judge ho lasciato un indizio in merito per il titolo che recensirà il buon Regola. Io, oggi, vi parlerò di Manga of the Dead.
Potreste non averlo mai sentito nominare in quanto non è un manga vero e proprio, ma un volume unico che raccoglie one-shot di autori noti attorno a un tema horror ben definito. E come avrete capito, le pagine pullulano di zombie. Raccolta di otto racconti uscita l’anno scorso che porta dentro di sé firme note. E ve li cito tutti così da rendere l’idea.
Katsuya Terada (Sayukiden), Hitoshi Kino, Atsushi Fukao, Tomohiro Koizumi (Life is Dead), Sachiko Uguisu (Shibito no Koe o Kiku ga Yoi), Toranosuke Shimada, Shinichi Hiromoto (Bushido, Hells Angels, Fortified School), Masaya Hokazono (Emerging) e qualche altro nome che si è dato a illustrazioni e non storie. Nomi come Rei Hiroe (Black Lagoon), Hiroaki Samura (L’Immortale) e Jiro Matsumoto (Freesia). La cover del volume è stata realizzata da Sho-u Tajima (MPD Psycho).
E dopo aver fatto l’appello, iniziamo. Premetto che recensirò il volume nel suo complesso e non storia per storia. E, altra cosa importante, non ci è concesso pubblicare immagini di questo volume per volontà della casa editrice giapponese. Le immagini che vedete sono le cover del volume in questione e di un autore presente nel raccolta, ma non del suo manga presente!
Trama: otto autori, otto storie. Quindi anche otto punti di vista differenti dello stesso tema, gli zombie appunto. Ma c’è un punto fondamentale che mi trovo, personalmente, ad affrontare ogni volta che leggo un manga definito “horror”. Tale genere presuppone lo scopo di incutere timore/paura nel lettore o quantomeno generare la sua bella dose di suspense tale da non permetterti di respirare fino alla conclusione dell’opera. Anche se quest’ultima è forse più la definizione di thriller, per me si adatta comunque bene negli escape horror in cui, corri corri, devi andartene da un’ignota minaccia. Il punto è: è possibile ottenere quest’effetto solo tramite un racconto, una storia? Senza immagini e suono? C’è da dire che esistono romanzi e libri horror, ma a mio avviso solo pochi autori riescono davvero a inocularti la fastidiosissima sensazione di disagio. E nemmeno tutte le volte. Prendiamo un maestro per eccellenza, Lovecraft, e la sua raccolta di racconti brevi (per rimanere in linea con la trattazione di oggi). Di tutti i racconti letti, solo alcuni (per quanto mi riguada) hanno colto davvero nel segno; tant’è che dopo aver letto I ratti nei muri alle 3 di notti mi son detto “Mai più! [cit.]”.
Dove voglio arrivare? Far paura o mettere a profondo disagio una persona è difficile, solo con la scrittura. Ci vogliono abilità narrative non da poco. Ed è per questo infatti che non tutte le storie all’interno di Manga of the Dead (MoD d’ora in poi) sono horror. Animeclick, per levarsi il pensiero, ha buttato dentro tutti i generi presenti: azione, avventura, drammatico, scolastico, arti marziali, fantascienza e horror. Questo per arrivare a dire che alcuni autori han deciso di andare sul classico e sfruttare le loro pagine per realizzare un seinen d’azione in cui si affettano zombie (alla Highschool of the Dead) mentre altri hanno puntato sul dramma di due bambini che si ritrovano soli al mondo dopo che i genitori si son trasformati in mostri mangiatori di carne umana e così via, ad ognuno il suo. Ed è questo il bello delle raccolte: i punti di vista. Lo stesso vale per MoD; non tutte le storie mi son piaciute, lo ammetto. Una o due le ho trovate proprio brutte e senza senso (a livello di trama, non di rappresentazione) oppure dalla buona idea ma rese proprio male. Alcuni autori li conoscevo e li ho “ritrovati” nei loro one-shot di Mod, altri invece sono stati una scoperta.
In definitiva? All’interno della raccolta abbiamo dei punti di narrazione alti e ben resi assieme ad altri un po’ insipidi. Ma la raccolta ne esce, a mio avviso, rafforzata da quest’eterogeneità. Qualcuno mi potrà obiettare: “Ma se certi capitoli son brutti come può uscirne in positivo l’intero volume?” Perché in questa sezione io parlo di Trama, e alcuni dei capitoli che non mi son piaciuti si sono “salvati in corner” tramite lo stile di disegno dell’autore. Qui entra quindi in gioco una valutazione personale dell’opera che dipende dal gusto estetico per “come sono rappresentate le cose”.
Stile di disegno: una decina di stili di disegno riuniti in un solo volume e uno più diverso dell’altro. E devo dire che, nonostante tutto, ogni stile di disegno si adatta perfettamente alla storia raccontata. Questo va ad indicare che ogni autore ha potuto sviluppare una storia il più possibile nelle sue corde in modo tale da rendere al meglio. Questa mio opinione è completamente slegata al discorso prima portato avanti in Trama: stile e trama possono andare a braccetto senza che però debbano piacermi entrambi per forza. Prendiamo, ad esempio topico, Shonen Zombie di Shinichi Hiromoto; il suo stile di disegno a me piace parecchio. Sembra grezzo, i personaggi paiono tagliati fuori da un ceppo di legno con un’accetta ma sotto sotto c’è una “precisione” e chiarezza nella scena che non so da dove venga fuori. Ecco, la sua storia l’ho trovata un po’ banale e bonacciona. Mentre la storia di Sachiko Uguisu è la storia perfetta, la migliore del volume. Capace di racchiudere in poche pagine un dramma e di renderlo al meglio col suo stile. Le illustrazioni singole (a doppia pagina) sono un tocco in più alla raccolta. Una di queste mi piace da matti e mi spiace non potervela mostrare.
Edizione GP: il volume non presenta pagine a colori, sarà presente la classica sovraccoperta. Attenzione! A Lucca sarà possibile reperire il volume con una variant cover in edizione limitata! Quella bianca, per intenderci. Il volume avrà un costo di 9,90 Euro. Un po’ più di un volume normale. Per concludere, ve lo consiglio? E’ qualcosa, a mio avviso, di inusuale e per tale motivo è un volume “selettivo”, nel senso che screma per bene il suo pubblico. A me è piaciuto, tutto sommato. E’ vero ci sono alti e bassi, stili di disegno che possono piacere o meno… ma nel complesso è un buon prodotto. Non aspettatevi la paura e l’orrore, ma storie su quello che potrebbe succedere se mai un’apocalisse zombie capitasse.
Io vi invio quindi a settimana prossima, quando Regola parlerà del secondo titolo a nostra disposizione. Titolo J-pop.
Alla prossima!