Magico Vento – Approfondimento KJ

di Nick90 4

Rieccomi. Abbandonati per un po’ manga e anime e robe giapponeggianti in generale, è giunto il momento di rispolverare le mie prime letture, i fumetti bonelliani. Ma come un fumetto? Su KJ? Perché noi di KJ non leggiamo solo manga o comics.
Ed in particolare vi voglio scrivere di Magico Vento.

Creato da Gianfranco Manfredi e pubblicato dalla Bonelli Editore, nel lontano 1997, Magico Vento narra le avventure dello sciamano, o uomo della medicina Sioux che dir si voglia, omonimo. O meglio, dell’ex militare bianco Ned Ellis, che a causa di un tragico incidente ferroviario ha perso la memoria. Deciso a ricomporre i tasselli del suo passato, Ned torna sul luogo dove, tre anni prima, aveva rischiato la morte. Ed è proprio durante questa ricerca che Ned incontra Willy Richards, un giornalista di Chicago, conosciuto come Poe, vista la sua enorme somiglianza con il letterato americano e…per ulteriori informazioni sulla trama o l’opera, vi rimando al link alla fumettopedia: Magico Vento.

Ma perché vi scrivo proprio di questo fumetto? Ebbene, dovete sapere che un anno fa l’autore, considerando i dati poco confortanti delle vendite e perso un po’ del suo entusiasmo per la sua creazione, ne ha annunciato la fine. Fine giunta col numero 130 dello scorso settembre.

Ora, già di per sè, vedere finire una serie targata Bonelli suona strano (un caso a parte sono le serie recenti, con un tot di volumi predeterminato). Risulta più strano vedere concludersi proprio quel titolo che si discostava leggermente dai classici Bonelli. Per me poi, che avevo preso tra le mani il mio primo albo di MV all’età di dieci anni – circa dieci anni fa – è stato davvero un fulmine a ciel sereno. Dispiace quando, una serie con cui sei cresciuto, si conclude.

Questo mese, in occasione della fine di Magico Vento, è uscito un 131esimo albo speciale e celebrativo. Albo che conterrà tre nuove storie e che avrà qualcosa di nostalgico per chi ha apprezzato questa serie, ma che darà una giusta e degna conclusione ad un grande fumetto. Infatti, in tale volume saranno risolti ogni mistero lasciato irrisolto, ogni dubbio che attanagliava il lettore, ogni incongruenza sfuggita all’autore nei primi numeri. Ergo, un numero imperdibile per chi ha seguito le avventure dello Sciamano Bianco sin dai suoi albori. Ma anche per chi si affaccia solo ora a questa apprezzabilissima opera.

Grandi nomi si sono alternati tra disegnatori e sceneggiatori, tra cui ricordiamo anche José Ortiz, Antonio Segura, Tito Faraci, Luigi Piccatto, Parlov e altri nomi illustri, che naturalmente sono una garanzia per quanto riguarda la qualità dei disegni, dei testi, della storia. Ma la vera forza di MV, appunto, sta nel fatto di avere una storia, una narrazione, che prosegue di albo in albo, con annesse trame e sottotrame. Cosa che non accade, ad esempio, nei vari Tex, Dylan Dog, Diabolik, per citare alcuni dei grandi fumetti italiani. Storia prevalentemente western, ma che assume tinte horror, già dai primi numeri. Per poi fondersi, ancora e ottimamente, con elementi e personaggi storici, con miti e leggende dei pellerossa (gli elementi e i personaggi presi in prestito dalla Storia, così come per i miti indiani, verranno poi approfonditi nell’ottima rubrica finale, presente in ogni albo) e con altri generi quali il giallo, il mistero, il noir.  Ed è in questo “ambiente” che vedremo muoversi Ned, uomo delle ferme posizioni ma in cerca del suo passato, accompagnato da Poe, un ex alcolizzato. E li vedremo sotto tutte le “angolazioni” possibili, permettendoci di assorbirne carattere e modi di agire e di pensare e, di percepire la loro evoluzione con l’andare avanti della narrazione. E di scovarne anche i punti deboli, sono uomini anche loro, dopo tutto.

Alla prossima.

Commenti (4)

  1. La fine di Magico Vento � la dimostrazione di quanto la Bonelli e i suoi lettori pi� sfegatati (del tipo che leggono solo ed esclusivamente TEX) non vedano al di l� del loro naso e si rimbambiscono da 62 anni con quel BEAUTIFUL che � TEX

  2. Ci ho messo un attimo a capire il tuo commento, ma effettivamente quoto, anche se non capisco il riferimento a beautiful… XD
    Anche se mi sento di criticare pi� i lettori che la Bonelli stessa, che in fondo � un azienda, quindi per prima cosa pensa a stare in piedi, e poi � composta da pi� di una persona…

    Per� non perdo la speranza, che bello che � vedere in giro persone che leggono Julia o Dylan Dog!

    1. Beautiful perch� � immenso e praticamente interminabile! 🙂 Anche se Dylan Dog � agli stessi passi in effetti!

      1. Ah, ok, pensavo che anche in Tex ci fossero relazioni complicate tra i personaggi!! Da quel che ricordavo non pi� del normale. XD

        Per�, e lo dico da fervido lettore di due o tre testate bonelli, non ha molto senso vedere questo tipo di fumetti come vediamo i manga; lo scopo del fumetto, la sua struttura, non � pensata guardando alla fine ma � pensata pi� per “crescere col lettore”, se si prende questo con le pinze. Per i manga un discorso simile � assurdo, anzi personalmente quando un manga diventa troppo lungo inizio a volerne vedere la fine; infatti i soliti OP, naruto e bleach per i miei gusti sono gi� troppo lunghi. Ma in un Bonelli non c �, se non di fondo, una trama vera e propria, quindi l interminabilit� non pesa. Pensa anche ai comics americani, o a Detective Conan…XD Bisogna vederli come una raccolta di racconti.

        Certo, portare alla fine improvvisa per mancanza di vendite un Magico Vento, o bistrattare un Brad Barron (o Barrow? Non ricordo…) perch� considerata miniserie sono i risultati di una troppa fossilizzazione su un solo tipo di opere.

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