Oggi voglio parlarvi dell’ultima serie uscita per la Bonelli, uno degli ultimi progetti ad essere approvato dallo stesso Sergio Bonelli prima della sua dipartita. Sto parlando di Lukas, a firma di Michele Medda, autore noto per Nathan Never, Legs Weaver e Caravan(tutti della Bonelli).
Lukas si colloca sulla scia delle ultime serie Bonelli (Saguaro a parte): storie a termine con un numero di uscite predefinito. Questo vuol dire più libertà per l’autore, e la possibilità per noi lettori di leggere storie ‘con un inizio e una fine’ e di genere sempre differente: ne abbiamo avuto svariati esempi nel corso degli anni, abbiamo discusso di un caso in particolare a queste coordinate, e ne stiamo commentando un altro passo per passo. La domanda, ora, sorge spontanea: ‘Lukas, a che genere appartiene?’ E la risposta è molto semplice: ‘Non saprei.’
E’ vero, l’editoriale parla di ‘Urban Fantasy’, ma è una definizione che può voler dire tutto e niente. Ed anche le influenze che Medda può aver avuto sono a malapena intellegibili: al contrario di molti altri lavori bonelliani (cito a memoria Orfani, o Brendon) Lukas è spoglio di qualsiasi rimando o citazione, limitandosi a presentare il personaggio e la storia. Nuda, cruda e senza compromessi.
Abbiamo quindi una città che definire distopica è dire poco. Un protagonista all’apparenza molto apatico, ma convincente il giusto e con i giusti misteri. Altri personaggi che sono sicuramente originali. Una situazione soprannaturale (o fantascientifica, per quel che ne sappiamo) che stuzzica l’interesse, anche perchè unisce due pietre miliari dell’horror, in un mix che finora non avevo mai visto. E sopratutto un piccolo colpo di scena sul finale che ribalta del tutto uno status quo che il lettore si poteva immaginare. Detto in poche parole: un mix che magari non ha nulla di esplosivo, ma allo stesso tempo non ha difetti riscontrabili. Fumetto all’italiana in purezza. Per questo motivo, e per il fatto che Lukas sarà una miniserie limitata, ha guadagnato la mia approvazione.