In questi anni, varie testate giornalistiche e, prima fra tutte, “La Gazzetta dello Sport” ci hanno portato collezioni a fumetti tra le più svariate: dai “Classici di Repubblica” zeppi di storie più o meno accettabili, a serie “monotematiche” come quelle di “Batman” o degli “Eroi Marvel”. Dopo aver riproposto le gesta sportive di Michel Valliant, di cui vi parlammo già a suo tempo, la Gazzetta ritorna a pubblicare fumetti, in un edizione di lusso e ricca di “novità” con un titolo che, volenti o nolenti, ha fatto la storia delle “Pagine disegnate” sia in terra natia che negli altri Paesi in cui è stato pubblicato (e sono tanti): il pistolero solitario, senza macchia e senza paura, Lucky Luke!
Ho un ricordo molto preciso di questo fumetto, anche perché in Italia si è avuto modo, in modo altalenante, di leggerne buona parte delle storie ad opera dei più svariati editori: ricordo quando, ormai venti anni fa (e forse più) venivano pubblicati, da Mondadori, volumoni di grosso formato che raccoglievano le vicende di “Asterix & Obelix” e del cowboy “Lucky Luke”, di cui posseggo ancora qualche copia che sta ad impolverarsi su in soffitta. Il personaggio del cavaliere solitario dal cappello bianco, nato in un epoca in cui il Western la faceva da padrone sia sul grande schermo (Sergio Leone docet!) che nel meno “considerato” media del fumetto (e in Italia, ricordiamolo tutti, a quel tempo un certo “Tex Willer” vendeva pagine di storie come il pane!), capace di estrarre la pistola più velocemente della sua stessa ombra, costantemente seguito da un cane non proprio “geniale” (e che per certi versi faceva riferimento al più famoso “Pluto” di disneyana memoria) e in lotta costante con ogni tipo di angheria perpetrata nel vecchio West, prima fra tutta la piaga della “delinquenza” di cui erano massimi esponenti i “Cugini Dalton” (da noi “Fratelli”… forse per un richiamo di tipo mafioso?), entrò da subito nell’immaginario collettivo, forse per la “leggerezza” con cui riusciva a trattare i classici temi alla “Per un Pugno di Dollari”, forse per la “serenità” interiore del personaggio, forse per la comicità, un po’ infantile ma d’effetto, delle vicende in cui veniva coinvolto il nostro eroe.
La caratteristica migliore di questa opera che, devo ammetterlo, non mi ha mai attratto in maniera maniacale, sebbene fosse un ottimo prodotto, sta nei personaggi i quali, più che fumettistici, sembrano avere quel senso di ironia e comicità innata proprio dei personaggi del “Cinema muto” e delle gag televisive alla “Benny Hill Show”: concitati, irrequieti, per certi versi molto stereotipati ma, al contempo, originali, i vari comprimari della serie sono i maggiori responsabili del successo di questo fumetto. Spicca tra tutti Rataplan, il cane che nessuno ribattezzerebbe “Einstein”, il quale risulta, spesso e volentieri, protagonista involontario di molte storie o causa scatenante di molte situazioni in cui il pistolero si ritrova coinvolto. A riportare invece la narrazione su un piano più “serio” ma, al contempo, fantastico ci pensa Jolly Jumper, il bianco cavallo del protagonista, capace di parlare il linguaggio umano (ma lo fa solo con Luke e con i suoi simili), e dallo spiccato animo romantico e filosofico, al quale, nelle storie originali a fumetti, veniva lasciato il compito di definire la “morale” delle storie e, di tanto in tanto, di divenire la “coscienza” dietro le azioni del suo padrone.
Ma nessun protagonista può essere tale senza l’adeguato antagonista: ecco che, tra una schiera di fuorilegge, banditi e criminali di vario genere, spuntano, come la gramigna, i peggiori individui che il West abbia mai conosciuto (a detta loro, si intende). I “Fratelli Dalton” ricordano, per certi versi, la Banda Bassotti arcinemica di Paperone, eppure hanno una loro “conformazione” bene precisa e molto ben progettata: 4 uomini in cui l’altezza (sono a “gradino”!) risulta inversamente proporzionale all’intelligenza, sebbene certe decisioni prese dal capo del gruppo, il quasi-nano Joe, non siano proprio degli esempi di genialità e, spesso e volentieri, sono le decisioni dello “stupido” tra essi, Averell, a salvare la pellaccia alla banda (e, in un paio di occasioni, anche al nemico giurato Lucky Luke).
Ovviamente, con simili premesse, era difficile che gli altri “media”, quei fratelli maggiori che spesso oscurano il “fumetto”, dimenticandosi che esso è nato prima di loro, si lasciassero sfuggire l’opportunità di attingere ad una tale miniera di storie, anche e soprattutto perché, per costruzione stessa delle sceneggiature degli albi, queste già risultano molto “cinematografiche” e dinamiche: di Lucky Luke esistono, infatti, una serie animata (realizzata in ondate diverse dal 1983 fino ai primi anni del 2000) che narra quasi tutte le storie originali attraverso l’animazione; un film, del 2001, che non mi è mai capitato di vedere e del quale ci sono anche poche notizie in rete e, infine, la mitica serie televisiva, degli anni Novanta, interpretata da un laconico Terence Hill che mischia un po’, nel personaggio, il Tex Willer di Giuliano Gemma con le sue interpretazioni più riuscite (il Trinità degli omonimi film e il “Nessuno” del magistrale “Il mio nome è Nessuno” diretto da Tonino Valerii con la collaborazione di Sergio Leone), dando al personaggio un taglio meno scanzonato e più “serio”, ma non per questo meno godibile.
Prima di lasciarvi, vediamo un po’ come sarà realizzata questa collezione, attraverso le parole dell’editore:
La serie completa di Lucky Luke, dedicata alle avventure di uno dei cowboy più famosi del mondo del fumetto,consta di 44 albi (100 pagine a colori in formato brossurato), contenenti ciascuno due storie.
La storia Era il 1947 quando Lucky Luke faceva capolino per la prima volta sul supplemento del settimanale belga Spirou. Solo due anni dopo Maurice de Bèvere (in arte Morris), grazie sempre all’intuito dell’editore di Spirou, dava alle stampe La mine d’or de Dick Digger, la prima storia di Lucky Luke, che avremo l’opportunità di presentare per la prima volta assoluta in Italia nel sesto volume della serie, in edicola il 27 agosto.
La raccolta La raccolta si compone di 44 albi, e conterranno non solo la serie completa di Lucky ma anche le storie tratte dalla serie Kid Lucky e Rantanplan. Il primo volume, Corsa Per L’Oklahoma uscirà in edicola martedì 23 luglio al prezzo promozionale di 1€ (i volumi successivi costeranno 3.99€) e conterrà le storie: Corsa per l’Oklaoma e Il Giudice, due fra gli episodi immediatamente successivi a quelli degli esordi, scritti da René Goscinny, il geniale sceneggiatore, fra gli altri titoli, di Asterix.
Inoltre, Per la prima volta assoluta in Italia, verrà presentata la prima storia di Lucky Luke “La mine d’or de Dick Digger”, all’interno del sesto volume della serie, in edicola con Gazzetta dello Sport il 27 agosto. Un motivo in più per non lasciarsi scappare questa collezione!
[Fonte: Viralbeat/Gazzetta dello sport]