Lucca Comics&Games 2012 Report: Showcase

di Regola 1

Salve a tutti i lettori di Komixjam, con gioia annuncio che siamo tornati vivi da Lucca Comics&Games 2012 nonostante tutte le minacce e gli imprevisti incontrati in questi giorni, alcuni direi al dir poco paradossali. Credo che il mio Lucca non sia stato segnato dalla pioggia quanto da una scena vista il primo giorno sulla strada che collegava il nostro alloggio alla città che ospita la maggior fiera del fumetto italiana (e stando alle prime stime la terza al mondo): un signore anziano che picconava l’asfalto all’imbocco di una strada privata. Non sono ancora riuscito a spiegarmi il perchè di tale lavoro, so solamente che la mia visione della realtà è stata terribilmente scossa da questa visione…

Ma a voi non interessa sicuramente il mio precario equilibrio mentale, volete sicuramente sapere cosa ho fatto, dove sono stato e chi ho incontrato: avete ragione. Sebbene stia ancora riordinando le idee posso già cominciare a parlarvi di alcuni degli eventi di questo Lucca (la trattazione completa di quanto ho fatto dovrebbe richiedere tre articoli). E ho deciso di cominciare parlandovi degli Showcase a cui ho assistito questi giorni (si tratta di un’intervista in cui anche il pubblico può intervenire in cui l’artista mostra anche come lavora, spiegando le sue tecniche e come usare i vari strumenti). Ve li presenterò nell’ordine in cui erano programmati.

Sakae Esuno

Quest’anno la Star Comics ha portato a Lucca l’autore di Mirai Nikki, uno dei manga e anime che più mi ha appassionato recentemente (vi erano, come molti sapranno anche venti posti per gli autografi prenotabili allo stand Star Comics, io sono arrivato ventunesimo). Nel suo Showcase Esuno ha disegnato poco e parlato molto, il disegno di Yuno procedeva molto lentamente, e mi ha dato l’impressione di essere molto aperto al contatto col pubblico, rispondendo a domande anche non direttamente collegate al suo fumetto e il suo lavoro. Ovviamente i fan di Mirai Nikki nella sala in Via Vittorio Veneto erano molti e quindi alcune domande erano molto semplici e a volte scontate, Esuno ha comunque risposto, e siamo venuti a sapere che il personaggio che più si è divertito a disegnare è Minene (il mio preferito); che l’insicurezza e la tendenza a commettere errori di Yukiteru sono frutto di esperienze adolescenziali, sebbene comunque l’autore non avesse l’abitudine di tenere un diario; la scelta di usare telefoni cellulari è stata motivata dalla necessita di collegare i personaggi e i fatti a qualcosa di cui tutti abbiamo esperienza e conoscenza nella vita quotidiana. Esuno ovviamente non ha dato una risposta personale riguardo alle differenze tra il finale del fumetto e il manga, chiamando in causa le scelte dello studio di animazione, soprattutto perchè non si è voluto tenere conto del fatto che nonostante il fumetto sia al settimo volume (su dodici), tutti i fan conoscono il finale avendo letto gli scan. Sakae Esuno ha anche parlato del suo nuovo lavoro, Big Order dando qualche elemento di trama: il protagonista ha “distrutto” il mondo (non è chiaro come), e si trova a doverlo “ricostruire” per salvare sua sorella, la Star Comics ha annunciato che pubblicherà questo manga in Italia nel 2013, a testimoniare il fatto che Esuno è già un autore molto amato in Italia nonostante Mirai Nikki sia il suo primo manga non autoconclusivo. Tra le varie curiosità, l’autore ha dichiarato di essere un fan di Osamu Tezuka (come molti altri suoi colleghi), di Evangelion e di essere appassionato al mistero e al sovrannaturale nonostante la sua natura molto razionale.

Esuno (che come Obata ha espresso il desiderio che fossero rilasciate solo foto ufficiali e non scattate durante le interviste).

Takeshi Obata

Sarà dedicato da parte mia uno spazio maggiore al disegnatore di Death Note, Bakuman e Hikaru no Go, anche per il materiale che è stato fornito e i molti incontri in questi giorni: allo Showcase però è stato possibile vederlo all’opera e comprendere le ragioni del successo di questo disegnatore. Nei quarantacinque minuti a disposizione (essendo questi arrivato in ritardo) ha completato ben tre disegni, ma per quanto riguarda il contatto col pubblico e la disponibilità a rispondere a domande varie ho avuto modo di notare che molti fan sono rimasti delusi. Obata ha eluso molte delle domande personali, e delegava la maggior parte delle volte il suo redattore come portavoce. D’altronde i fan di Bakuman erano molto interessati a sapere se il mondo del fumetto descritto in questo manga corrisponde a realtà, e se il lavoro dei due autori (Obata e Ohba) è simile a quello dei protagonisti del fumetto da poco conclusosi. Ovviamente, come è risaputo, si tratta di una visione romanzata, sono presenti elementi reali ma gli autori non vogliono in nessun caso indicare quali; per quanto il loro lavoro, ampiamente spiegato dal redattore, la comunicazione tra i tre avviene soprattutto per via telefonica. Tra le curiosità uscite fuori nello Showcase tutti i presenti siamo stati sorpresi quando Obata ha dichiarato che per il design degli Shinigami in Death Note si è ispirato ad abiti e stili presenti su riviste di moda italiana e francese. Come dicevo parlerò in altra sede ampiamente di Obata, anche per la mole di dati in mio possesso e per le mie impressioni personali riguardo a quello che è riconosciuto come uno dei migliori disegnatori del panorama Shueisha.

Obata.

Akihisa Ikeda

La GP Publishing ha portato in Italia l’autore di Rosario + Vampire, e il suo incontro Sabato allo Showcase in Via Vittorio Veneto, è stato interessante e piacevole. L’autore, autodefinitosi taciturno, ha parlato molto della sua personale esperienza e carriera da fumettista, e dell’inaspettato successo del suo manga. Ikeda iniziò a lavorare come assistente all’età di ventuno anni senza aver mai preso in mano un pennino: tutta la sua esperienza e la sua tecnica sono frutto di lavoro e fatica in uno studio di un professionista. È la prova che passione e impegno in questo mondo sono tutto, e che lo studio del disegno prepara sicuramente meglio alla professione, ma non aiuta in nessun modo quando ci si deve scontrare con la dura realtà dell’editoria giapponese. Ikeda ha parlato di passione, testardaggine e amore come caratteristiche principali per avere successo, perchè la tecnica  è qualcosa che migliora automaticamente disegnando: è un messaggio dato anche da Esuno e Obata, ma il modo in cui è stato dato da Ikeda, anche per la sua storia personale, è stato a mio avviso il più genuino e sentito (ovviamente tutti hanno anche ricordato che è necessaria molta fortuna). L’autore ha parlato della sua passione per il sovrannaturale e soprattutto della figura del vampiro, centrale nel suo manga. Si è ispirato a molte correnti, ma soprattutto a quelle dei libri di Anne Rise, di personaggi come Louise e Lestat che sebbene siano dei mostri mantegono aspetto, abitudini, pregi e difetti dell’essere umano. Una notizia per i fan del suo fumetto: l’autore ha già deciso il finale della seconda serie del suo manga, che durerà al massimo una ventina di volumi. Ikeda è un autore molto giovane, molto umile anche nel modo di approcciarsi alle persone, che non si aspettava di essere accolto in Italia come altri suoi connazionali più affermati.

Akihisa Ikeda.

Keiko Ichiguchi

Domenica, invece di andare all’anteprima di Madoka ho optato per lo Showcase di Keiko Ichiguchi, autrice giapponese che da quasi vent’anni collabora con i Kappa Boys, ed è sicuramente dei quattro quello che ho trovato più interessante, soprattutto per la mancanza di quella distanza che si crea a causa della barriera linguistica: Ichiguchi parla infatti un fluente italiano. È stato un incontro in cui l’autrice ha parlato non solo della sua tecnica e del suo stile (è l’unica che ha mostrato al pubblico come si usano i retini) ma anche della sua vita, di cosa l’ha portata ad abbandonare il Giappone e stabilirsi in Italia. Tutto molto per caso, usando le sue stesse parole, per caso l’autrice scelse come tema della sua tesi di laurea il cinema di Dario Argento, per caso scelse di venire in Italia e sempre per caso conobbe i Kappa Boys legandosi professionalmente a loro e stringendo una solida amicizia. Tutti gli autori di cui ho parlato ora hanno accennato ai tempi stretti e alle difficoltà del loro lavoro, dei sacrifici e dei vincoli che si devono sopportare per lavorare (Ikeda ha dichiarato di aver affermato alla notizia della pubblicazione del suo manga “finalmente posso mangiare”), non riuscendo a sostenerli la Ichiguchi decise di abbandonare il fumetto e di trasferirsi in Italia, ritrovandosi però, ironicamente, a disegnare e pubblicare di nuovo, tuttavia nell’ambiente occidentale più prossimo alle sue necessità e la voglia di liberare il suo estro: non vincolata a una rivista e a un solo genere, ma libera di spaziare e divertirsi. Quest’anno inoltre, l’autrice ha voluto pubblicare un doujinshi (come molti di voi sapranno opere ispirate da altri manga che gli autori emergenti spesso producono prima di fiere o anche per diletto personale, tradizione quasi assente in Italia) venduto a Lucca e che mai verrà distribuito presso librerie e fumetterie. Non ho perso tempo e me lo sono procurato, chiedendo se era possibile pubblicare alcune tavole per mostrarvi il suo lavoro: la risposta è stata positiva, e ringrazio per questa concessione (e per la torta mangiata alla conferenza sul ventennale della Kappa Edizioni).

 

Tenete d’occhio Komixjam, perchè nei prossimi giorni troverete altri articoli su Lucca by Regola.

Commenti (1)

  1. Nuuu!!! Vorrei anch’io la doujinshi di Keiko Ichiguchi!!!! :cwy:
    (a proposito, “doujinshi” � un nome maschile o femminile?)

    Bell’articolo, Regola!! Grazie!! :cheerful:

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