Little Busters! – Recensione

di Regola 2

 

Buon sabato a tutti, siamo sempre qui con la trattazione delle serie autunnali (mai viste così tante serie interessanti in una sola stagione, davvero) sebbene il titolo che andrò a presentarvi quest’oggi è leggermente più complesso di quello che mi capita mediamente di affrontare. Little Busters!: Refrain è la seconda serie (My Animelist riporta una durata di 13 episodi, a differenza dei 26 della prima) delle avventure di Riki, Rin e di questo scapestrato gruppo di amici. Anche la seconda serie è realizzata dallo studio J.C. Staff con un organico pressochè invariato.

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Perchè Little Busters! (d’ora in poi LB, semplicemente Refrain per la seconda serie) sarebbe un anime complesso di cui parlare, almeno per il sottoscritto? Quest’anime è tratto da una visual novel realizzata nel 2007 dalla Key, e come molti di voi già sapranno insieme alla KyoAni sono stati la causa di tanti pianti e commozioni da parte di milioni di spettatori grazie a titoli come Air, Kanon 2006 e Clannad; il terzo titolo lo cito spesso come uno dei seinen romantici più belli che abbia mai visto. Ma LB non è stato realizzato dalla KyoAni, poichè questi negli ultimi tre anni sono stati impegnati in altri progetti, soprattutto perchè negli anni (da K-On! in poi) lo studio portabandiera del moe in tutto il globo ha variato il suo stile e il tipo di prodotti che presentava al pubblico. Probabilmente è per questo che si è dovuto aspettare l’Ottobre 2012 per vedere LB animato, cinque anni dopo la sua pubblicazione nonostante sia stata una delle visual novel di maggior successo nella storia di questo genere videoludico. Per questo, e per tante altre ragioni, ho sempre definito LB “l’anime KyoAni che non è realizzato dalla KyoAni“.

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In LB sono presenti, metabolizzati, tutti i temi tanto cari alla Key: la famiglia, quando presente o meno, e l’importanza dei legami che si stringono con i coetanei, quindi l’amicizia, ma anche il sacrificio, la sofferenza che si tollera per il bene di altri, e il baseball. Temi molto forti, presenti in tutti i lavori di questo studio, ma come dicevo presentati in modo diverso, quasi innovativo, dovuto sicuramente a un salto di qualità avvenuto tra le menti pensanti della Key: questa conoscenza, questa capacità, si tramuta immediatamente in passione da parte del pubblico, e in apprensione, perchè sin dal primo annuncio i fan sono stati preoccupati per le ovvie difficoltà nell’adattamento di questo gioco in formato animato. Perchè secondo le stime di alcuni, per animare decentemente questa serie dando risalto a quelli che sono gli aspetti salienti della storia sarebbero necessari oltre cento episodi. Invece pare che ci dovremo accontentare di 36 (e di qualche speciale).

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Quest’oggi il mio principale obiettivo è di presentarvi entrambe le serie senza rovinarvi la visione inserendo elementi spoiler, ma illustrandovi cosa vi trovereste davanti decidendo di dare un’opportunità a questo titolo. Protagonista di LB è Riki, un ragazzo rimasto orfano e afflitto da narcolessia, un disturbo che potrebbe colpirlo in qualunque momento, causandogli sonnolenza. Da piccolo non aveva nessun amico, e non vi era speranza alcuna che riuscisse a superare il trauma della morte dei genitori, ma l’incontro casuale con Kyousuke e la sua sorellina Rin, con Masato e Kengo, è stato l’evento catalizzatore della ripresa dei Riki: insieme, questi cinque amici, formavano i Little Busters, un gruppo alla continua ricerca di divertimento in giro per la campagna. E questo gruppo di amici ha continuato a frequentarsi fino al liceo, ma poichè Kyosuke è prossimo al diploma e dovrà trovarsi un lavoro, i vari personaggi decidono di fare qualcosa di speciale per questo ultimo anno da studente del leader del gruppo, e scelgono di giocare a baseball. Ma per farlo servono almeno nove persone: compito di Riki sarà cercare e coinvolgere persone in questa nuova squadra di baseball amatoriale, e saranno soprattutto ragazze quelle che porterà nel gruppo (che poi rappresentano le varie route del gioco).

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Ovviamente ogni personaggio verrà inserito in tempi precisi, e la sua introduzione nel gruppo sarà sempre accompagnata dalla risoluzione, o presentazione, di quelli che sono i problemi che si trascina dietro, e sebbene queste situazioni non abbiano fatto male come gli avvenimenti in Clannad After Story (la seconda serie) si tratta spesso di momenti in cui è impossibile non sentirsi travolti da una tristezza inaspettata. Qualcuno potrebbe piangere vedendo la storia di Komari, una ragazza solare, energica, talmente positiva che può esistere solo nella finzione; le vicende della piccola Kud, straniera in terra straniera, che si sforza di realizzare il suo sogno e affrontare ogni difficoltà con un sorriso mi hanno mortalmente commosso (per fortuna non è avvenuta nessuna regressione in posizione fetale, che molti però riservano dopo l’ultima puntata di una serie che hanno amato).. e così via. Nella prima serie c’è tanto, i personaggi sono molti e vengono presentati tutti adeguatamente, evitando anche che tolgano a un altro il suo spazio. Ci sono momenti in cui non si riesce a seguire bene quanto accade, perchè gli eventi appaiono accelerati o surreali, ma in complesso la prima serie svolge perfettamente il suo compito introduttivo, e vorrebbe vederci tutti con un sorriso… ma poi, alla fine dell’ultimo episodio, il trailer della seconda stagione, in cui comprendi che le difficoltà per Riki e soci ancora devono arrivare. Maledetti.

Komari a volte si confonde facilmente.
Komari a volte si confonde facilmente.

Il tema principale della serie, infatti, è questo “segreto del mondo” con cui Rin e Riki vengono attirati e portati a compiere svariate, divertenti, missioni: nella prima serie tale questione è di sottofondo, ma in Refrain comincià a diventare il punto centrale della storia, che deve avviarsi a necessaria conclusione. Arriva l’ultima missione, quindi anche il momento di scoprire questo segreto, e soprattutto l’identità della persona che ha inviato le svariate missioni ai protagonisti. Questo segreto (al punto in cui la serie si trova è possibile solo speculare) sembra essere tuttavia noto a tutti i LB tranne Riki e Rin, che dovranno affrontare senza nessun preavviso un’irreparabile frattura in questo scanzonato gruppo, che causerà un allontanamento tra i vari personaggi: compito di Riki diventa proprio quello di attivarsi, smettere di dipendere da Kyousuke, e scoprire cosa gli è stato nascosto per tanto tempo. Per questo in Refrain tutti i personaggi secondari alla vicenda si eclissano, si allontanano quasi volontariamente dalla scena per lasciare lo spazio del palcoscenico ai due veri protagonisti. Un duro colpo non vedere più così tanto i svariati personaggi che animavano la serie, ma si tratta di una scelta stilistica che permette la realizzazione di quanto realmente sta accadendo, e di focalizzare l’attenzione non più sulle gag, sulle battute, ma sulla vicenda vera e propria. Perchè a questo punto è veramente necessario scoprire cosa ha portato gli svariati personaggi ad agire in determinati modi: dopo una trentina di episodi bisogna capire, bisogna sapere, bisogna trovare una ragione per cui una vita da sogno in questa scuola, situata in campagna con tanto di dormitori, deve aver trovato una così violenta fine.

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Guardare LB diventa un’esperienza a tratti molto intensa una volta abituatisi alle dinamiche, ai personaggi, agli strumenti narrativi che vengono utilizzati di tanto in tanto per far avanzare la vicenda. Diventa un’esperienza necessariamente coinvolgente, soprattutto per le bellissime musiche che sono state composte (riprese dal gioco), aspetto per cui la Key è sempre stata rinomata anche grazie allo stile creato, e i contributi di Jun Maeda, il fondatore di questa casa di produzione, che comunque non ha lavorato su LB (ascoltate e giudicate voi stessi dalla compilation che allego all’articolo). Si resta così intrappolati da questa serie, che gioca bene le sue carte, e che a breve ci lascerà, con un sorriso misto a lacrime: come accade sempre con i lavori della Key (non conosco il finale, sono riuscito ad evitare di incappare in elementi spoiler). All’inizio tante cose potrebbero sembrare strane… forse un po’ meno per quelli abituati ai lavori della Key… ma già dagli ambienti, dalle divise che offrono degli abbinamenti di colore veramente strani, e dalle piccole e strambe sorprese che possono spuntare ad ogni angolo, si comprende che ogni piccolo dettaglio forse inutile alla vicenda principale è fondamentale per creare personaggi a tutto tondo. Personaggi che sfuggono quasi ai castranti stereotipi che si vedono in molti anime grazie a questi piccoli dettagli, per cui Rin non è una semplice tsundere, è solo una ragazzina molto timida, Mio non è la semplice dandere bibliotecaria (stereotipo che andava di moda in quegli anni, a quanto pare) ma una ragazza che non può in alcun modo permettersi di legare con altre persone. E così via, gli stereotipi sono presenti, ma ristrutturati e reinventati in certi casi, non solo per quanto riguarda i personaggi femminili (alcuni apprezzeranno la quasi totale assenza di fanservice) ma anche per quelli maschili. Masato e Kengo, infatti, per quanto anonimi e padroni della scena comica sono al centro della vicenda, e verso le battute finali, da alcuni piccoli elementi, commenti, riferimenti, è possibile intuire quanto meravigliose siano queste due figure. Le mie preferite, per certi versi, insieme a Kyousuke, il personaggio di cui tutti vogliamo sapere, perchè è quello di cui sappiamo di meno.

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Una delle migliori serie che ho visto quest’anno, molto vicina ai miei gusti e ai miei standard personali. Probabilmente non mi ha stupito quanto alcuni episodi di altri titoli, ma dall’inizio alla fine LB e Refrain tengono strette a sè tutte quelle caratteristiche che le rendono due serie belle da vedere e ricordare, nella loro integrità e senza doversi ritrovare a dividere gli episodi buoni da quelli cattivi. In chiusura vorrei comunicarvi che io e Kirisuto, che si sta occupando di Kill la Kill (ancora non l’avete visto? Che aspettate?) abbiamo deciso di gestire le serie in corso anche sul forum, con una discussione apposita dove è possibile parlare di serie già recensite o che lo potranno essere. Sia qui, sia sul forum, mi troverete come sempre disponibile a rispondere e discutere con voi.

Commenti (2)

  1. Se ti � piaciuto l’anime fin’ora il climax e la veri� del “segreto del mondo” ti lasceranno senza fiato. Sarebbe bello una recensione dopo aver visto il finale, dato che molti aspetti “surreali e quasi random” hanno un perch�.
    Little Busters! � bello perch� pieno zeppo di foreshadowings/tematiche parallele dei quali non ci accorgiamo fino che non sappiamo tutta la verit�.

    1. Refrain mi sta piacendo tantissimo (quando scrissi questa recensione avevo visto fino all’ottavo episodio), serie di cui non ho parlato molto ma l’ho tenuta presente nel presentare il titolo.

      Anche a me piacerebbe parlare del finale, ma non � un titolo acclamatissimo o che ha fatto parlare di se (come accadde con Oreimo, per intenderci), quindi eventuali considerazioni sul finale le terr� per il forum o altro.

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