In queste settimane abbiamo visto la nipponica Square allargare i suoi titoli su diverse piattaforme e sperimentare gameplay più diversi mantenendo le sue radici di gioco di ruolo fantasy, arrivando persino a pensare di andare online già ai tempi di Final Fantasy IX o X. Il giusto tempo sembra essere arrivato con l’undicesimo, forse più sconosciuto, capitolo che porta il semplice nome di Final Fantasy XI. Quando all’epoca Sakaguchi si trovò alle Hawaii, quartier generale di Square Pictures, scoprì un gioco chiamato EverQuest che in occidente in qualche modo lo colpì a tal punto da voler concepire con Square Enix un MMORPG, ovvero portare Final Fantasy nel territorio digitale più vasto che ci possa essere: andare online, dando vita alla nuova filosofia “all platforms and media”. Il team responsabile fu quello che si diede già da fare per Chrono Cross (sequel di Chrono Trigger, lo conoscete?) ed il produttore Hiromichi Tanaka dichiarò apertamente che “Final Fantasy XI è il titolo più rappresentativo della serie Final Fantasy” grazie al fatto che, probabilmente, questo undicesimo capitolo prende le caratteristiche dei primissimi giochi aggiungendo ciò che anni prima non fu mai possibile aggiungere per via delle ovvie limitazioni tecniche. FF XI venne dunque sviluppato sulla GPU Nvidia GeForce 4 Ti, il più potente processore grafico disponibile a quel tempo a dire del presidente Yoichi Wada, e costò dai diciassette ai venticinque milioni di dollari insieme anche alla creazione del servizio PlayOnline sebbene i costi erano stati egregiamente abbattuti per via della natura stessa del gioco, ovvero il mondo del gioco era uno solo per ogni giocatore, fosse egli giapponese o americano. Inoltre, prima di allora i nomi giapponesi dei mostri potevano essere differenti da quelli inglesi, quindi si decise di usarli entrambi per differenti versioni.
Originariamente era stato annunciato che ci sarebbe stato un rilascio simultaneo per PlayStation 2 e PC oltre che Xbox poi però abbandonato per via dell’hard drive con spazio troppo piccolo. Nel Gennaio del 2000, alla Yokohama Millennium Conference, la stampa si interrogò sul nome da dare al gioco, insicuri del semplice “XI” per via del fatto che non aveva una storia ben delineata, si trattava essenzialmente di un Final Fantasy un po’ troppo differente dai suoi capitoli precedenti. In seguito poi al rilascio per PC nel 2004, Final Fantasy XI era uno dei giochi più attesi su PS2 secondo IGN mentre Sony si dava duramente da fare per una campagna di promozione, tutto per il primo MMORPG multi-piattaforma mai creato. Da qui voi lettori potete già immaginare la valanga più o meno grave di bug e problemi riscontrati: nel Giugno del 2004 i server furono disattivati per vedere applicata forse la prima patch per un gioco su console, patch che riguardava essenzialmente dei bug fix al database, aggiornamenti al client e così via. A fine 2006 invece le versione per PlayStation 2 di PlayOnline e Final Fantasy XI potevano essere installate sulla nuova PlayStation 3 che ebbe a sua volta magagne con l’installazione dei dischi per PS2 della Vana’diel Collection 2008, problema risolto nel Dicembre del 2007 quando Sony rilascio la versione 2.70 del firmware della sua console di nuova generazione. Infine, Square Enix sistemò insieme a Microsoft i problemi di incompatibilità che FF XI aveva col sistema operativo Windows Vista. Comunque, Famitsu fa sapere tramite una intervista fatta al produttore Tanaka a Luglio di quest’anno che Square Enix sta prendendo in considerazione l’ipotesi di un porting di FF XI per Sony PlayStation Vita.
La reazione della critica fu come al solito abbastanza buona ma con dei contro stavolta molto comuni a tutti. Famitsu votò Final Fantasy XI 38 su 40, per Computer and Video Games Magazine era uno dei giochi MMORPG più attesi nonostante l’installazione davvero poco maneggevole. IGN disse che il gioco era ovviamente benvenuto ma nulla di davvero originalissimo e notò anche che a quel tempo i giocatori americani si trovavano ad avere a che fare coi giocatori giapponesi ovviamente già esperti per via del rilascio avvenuto uno o due anni prima, mentre sulla versione per Xbox 360 concordò sulla difficoltà di registrazione e installazione. GameSpot criticò sia il lungo processo di installazione che l’intero sistema di controllo. Alla fin fine, l’undicesimo capitolo fu premiato al Japan’s Consumer Entertainment Software Association per il 2002-2003 oltre che da IGN come gioco del mese nel Marzo 2004 e GameSpy nel 2003 come gioco dell’anno.
Essendo Final Fantasy XI un MMRPG è chiaro che differisca dai predecessori. Al posto dei personaggi di default abbiamo la possibilità di crearci un personaggio tutto nostro, dal viso alla razza, classe, colore dei capelli, eccetera; inoltre non ci sono più combattimenti casuali ma addirittura in real time! I giocatori fanno parte di un server dove solitamente si trovano giocatori della sua stessa lingua e possono interagire con gli stranieri grazie ad un sistema di traduzione automatico offerto da Square-Enix. L’interfaccia del gioco presenta le solite finestre in basso che consentono di comunicare informazioni al gamer che può filtrarne i contenuti, i menu logicamente danno la possibilità di configurare alcune opzioni o anche a comandi di vario tipo. Il gameplay consiste comunque in due blocchi principali: missioni principali per proseguire la storyline, aumentare il proprio rank, accedere a nuove aree oppure affidarsi a missioni ed attività secondarie che sostanzialmente “riempiono” l’universo di Final Fantasy XI. I party sono composti da massimo 6 elementi ed è bene che siano molto variegati. È inutile avere 6 membri tutti capaci solo di curarsi a vicenda, no? Inoltre sono ammesse delle alleanze fra squadre, per un massimo di 3 e quindi 18 membri, utili per portare al termine missioni più specifiche ed affrontare mostri più forti. Il Job System è preso essenzialmente dal terzo capitolo della fantasia finale o anche da Final Fantasy Tactics se vogliamo. Da Aprile 2008 contiamo ben 20 classi, ma le prime sei erano sostanzialmente le primissime mai apparse in Final Fantasy: guerriero, monaco, mago nero, mago bianco, mago rosso, ladro. Raggiungendo il livello 30 in questi jobs, il giocatore può portare a termine delle quest per ottenere delle classi extra. Le attività comunque sono tante e possiamo deviare dalle classiche missioni: possiamo dedicarci alla pesca, catturare esemplari rari, possiamo persino darci al giardinaggio o alla cura dei Chocobo o alle gare in groppa ai nostri pulcini giganti preferiti, partecipare ad aste…!
E la trama invece? È un MMORPG, ma una trama sotto ce l’abbiamo o no? Sì, abbiamo un plot specifico. Il mondo si chiama Vana’diel ed ha diversi scenari che vanno dai deserti del sud fino alle nevi nordiche oltre ad avere le sue città maggiori: Bastok, San d’Oria, Windurst, Jeuno. Gli eventi del gioco si svolgono venti anni dopo una ipotetica guerra in cui le nazioni San d’Oria, Bastok e Windurst sconfissero il Re Oscuro e i suoi Beastmen. Proseguendo nelle missioni e nella storyline, dovremmo cercare di unire nuovamente le nazioni per sconfiggere di nuovo il Re Oscuro risorto. Molte espansioni rivelano nuove trame e racconti come l’espansione Rise Of The Zilart dove viene rivelato che la guerra e la resurrezione del Re Oscuro erano state pianificate dai principi di Zilart (Eald’Narche e Kam’lanaut) per ottenere l’accesso al paradiso tramite il Cancello degli Dei ed è compito dei giocatori contrastarli.