Un saluto a tutti i lettori di Komixjam! Oggi si torna a parlare di fumetto italiano, anche se in maniera un pochettino inusuale.
Credo sia superfuo scrivere chi sia Leo Ortolani, o per che cosa sia famoso: in fondo lui e la sua ‘creatura’ hanno rappresentato e rappresentano tuttora un vero e proprio fulmine a ciel sereno nel panorama fumettistico nostrano.
E parlando proprio della ‘creatura’, cioè Rat-Man, c’è da dire che ci stiamo avviciniando alla fine: se da un lato è vero che Ortolani ha dichiarato in diverse interviste (anche a noi di Komixjam) che non chiuderà i battenti con il numero 100 come in precedenza annunciato, è vero anche che i numeri in più non saranno molti e che ben presto ci ritroveremo a salutare il miglior fumetto umoristico italiano degli ultimi anni.
Perchè vi sto dicendo tutto questo? Per un motivo molto semplice:tutti, bene o male, auspichiamo che Leo si metta al lavoro su qualcosa di nuovo(non credo a cadenza regolare). Ed io spero con tutto il cuore che il nuovo lavoro di Otolani sia qualcosa di NON umoristico.
Ne dubito fortemente, perchè oramai l’immagine del fumettista comico gli si è cucita addosso, ed è la cosa che il pubblico si aspetta da uno come Leo…e quello del fumettista comico è un ambito in cui lui eccelle.
Ovviamente non ci si ferma qui:Ortolani sa dare anche altro, ha una sorta di lato nascosto-ma-non-troppo che fa riflettere, emozionare…a volte anche commuovere. E anche questo, bene o male, è noto al lettore di Rat-Man.
Quello che era meno noto, almeno fino a poco fa, era il talento di Leo di raccontare storie che hanno tutto quello a cui ci ha abituati(trame imbastite alla perfezione, personaggi memorabili, grandi emozioni e colpi di scena inaspettati, solo per citare la punta dell’iceberg) fuorchè il suo tratto più rappresentativo: l’umorismo.

Nello specifico mi sto riferendo a quella che è stata chiamata dai fan ‘La Trilogia Criminale'(numeri 91-93): una storia dal punto di vista della nemesi storica del Ratto, lo scienziato Jan Valker.
Le battute ci sono, ma lo stesso autore ha dichiarato che nelle sue prime intenzioni la storia doveva essere maledettamente seria. Ed infatti le situazioni umoristiche, per quanto riuscite come al solito, appaiono quasi forzate.
Nella Trilogia Criminale vediamo praticamente di tutto: da un Rat-Man così ‘duro’ da far impallidire,

al ritorno di un personaggio che tutti ritenevano scomparso, alla sorte di altri che avevamo dimenticato. Con alcune scene(tutte legate ad un personaggio) che mi hanno fatto rabbrividire, ed altre che mi hanno fatto rimanere di stucco.
Le citazioni si sprecano: da Frank Miller(quello dei bei tempi andati) a Mike Mignola(l’autore di Hellboy, e di una storia del Dottor Destino che per molti versi ha ispirato la Trilogia Criminale).
Personalmente, la ritengo una delle storie più belle di Rat-Man, che ci mostra un altro lato del suo autore; per certi versi è un evoluzione a livello stilistico di una storia in due parti, sempre su Rat-Man(numeri 86-87), che vedeva Valker come protagonista(questa ispirata al crepuscolare The Road).
Siamo quindi di fronte ad un nuovo Ortolani, che cerca di reinventarsi?
NO. Siamo di fronte ad un altra faccia di Leo che era nota ai lettori da molto tempo, e più precisamente dagli anni 90. Sulla fanzine Made in USA, infatti, i fortunati lettori dell’epoca ebbero modo di leggere una storia in quattro parti sui Fantastici Quattro ad opera dello stesso Ortolani, che riprendeva e chiudeva la storica serie di Stan Lee & Jack Kirby.
Ed in quella storia c’è tutto il ‘lato oscuro’ di Ortolani, quello che è ricomparso nella Trilogia Criminale. Potrei spendere mille parole per commentarla, dicendovi che già venti anni fa Leo aveva il suo pensiero preciso sulle storie(il concetto, più volte espresso in Rat-Man, che devono avere un inizio ed una fine, che porta i personaggi nella gloria), e che già allora sapeva estrarre dal cilindro storie allucinanti(non mi viene niente altro in mente per descriverle).
Per questo motivo vorrei leggere altre storie così(senza nulla togliere alle ‘belle storie di una volta’, per citare lo stesso autore). Vorrei che questo ‘lato oscuro’ di Leo si sviluppasse, ci permettesse di vedere a cosa può arrivare. Leo è stato definito, forse scherzando, ‘il più grande autore Marvel vivente’. Più vado avanti, più mi rendo conto che quella che sembrava una battuta non lo era per niente. E con la trilogia Criminale, Ortolani me lo ha rispiegato. A modo suo:
P.S. Per fortuna, cari lettori, la storia di Ortolani sui Fantastici Quattro è facilmente reperibile…basta cliccare qui.