Komixjam consiglia: Яebirth

di bila 2

Яebirth

Ciao a tutti amici di komixjam,

il caldo avanza imperterrito e, se da una parte, per molti,  questo significa vacanze, da un’altra ci sono quelli come me e come molti di voi che sono alle prese con lo studio o con il lavoro e, diciamocelo, lavorare o studiare con il caldo rende abbastanza nervosi e insofferenti…quindi, per alleviare le pene di quelli indaffarati e per riempire le giornate dei vacanzieri, oggi sono qui a consigliarvi un fumetto coreano  che è fresco di fine produzione, il suo nome “Яebirth”.

Ho scelto di parlarvi di Яebirth perché credo non sia affatto male, affronta un paio di tematiche interessanti e lo fa in modo particolare…ma lasciate che vi introduca meglio l’opera.

Яebirth è un manhwa di Kang Woo Lee pubblicato dal 1998 in poi in Korea, mentre in Italia è arrivato sugli scaffali delle fumetterie solo dal 2003; edito da Flashbook sotto la catena JCS ( Junior Champ Series ) ha visto terminare la sua pubblicazione solo poche settimane fa ( non preoccupatevi nonostante  gli 8 anni di pubblicazione sono solo 26 numeri…sapete come vanno le pubblicazioni di certi fumetti no?…si trascinano per moooolto tempo ).

Trama

Il manhwa racconta la storia di Deshwitat L. Rudbich, un vampiro del XVII secolo, risvegliatosi alla fine del XX secolo dopo un periodo di torpore (questa è una citazione che qualcuno di voi potrà sicuramente cogliere), causatogli da un suo nemico, lungo 300 anni; periodo in cui non è stato altro che un anima intrappolata in un limbo da cui non riusciva ad uscire. Il suo risveglio porterà ad una serie di eventi, che in un modo o nell’altro, porteranno a dei cambiamenti “epocali”, strettamente correlati al suo sonno pluricentenario.

Ecco a voi la lista di Pro e Contro dell’opera.

Pro:

Storia – Senza ombra di dubbio la storia di  Яebirth è molto intrigante,  piena zeppa di flashback che spiegheranno, nei tempi giusti (in modo da non togliere pathos al lettore),  tutti gli avvenimenti che precedono l’inizio di questo fumetto; perché una buona storia non inizia  mai con dalla prima pagina, ma da prima ancora della copertina ( so che può sembrare una frase da pubblicità progresso, ma ci stava bene, non credete?!).

Vendetta, amore, amicizia, catastrofi, soprannaturale…queste le tematiche affrontate, in maniera più o meno approfondita, nel manhwa.

Disegni – Kang Woo Lee dimostra di essere un buon disegnatore e un buono scrittore ( sua è anche la storia del fumetto). I suoi tratti sono molto puliti, ed il suo stile non passa inosservato, come del resto succede ultimamente con altri suoi colleghi coreani;  impaginazione e dettagli dei personaggi sono davvero ben fatti e degni di nota.

Personaggi – Una delle cose meglio riuscite in questo fumetto, nonostante non siano idee sempre innovative, sono i personaggi; un cast niente male per un manhwa di 26 numeri…non avremmo potuto chiedere di meglio; Deshwitat il protagonista vampiro con i suoi modi da finto cuore di pietra, Rett il guerriero immortale e amico di Deshwitat, Beryun misteriosa e abilissima sacerdotessa dalle doti mistiche, Millnear l’esorcista vaticana…e ancora tanti altri, ninja, ordini combattenti ecclesiastici (sì lo so fa pensare a priest o hellsing, ma fidatevi non c’azzecca niente), divinità…insomma un pool di personaggi che di solito solo le grandi pubblicazioni offrono.

Contro:

Pubblicazione – Eccoci ad affrontare una delle note dolenti di questo prodotto e cioè: il tempo di pubblicazione.

“ma tanto ormai è concluso, quindi non è un difetto che possiamo riscontrare” (direte voi)…Eppure proprio questo suo essere poco costante in termini di pubblicazione ha portato l’autore a fare qualche errore.

Sì, perché un conto è lavorare con costanza su un progetto ed avercelo in testa tutti i giorni, un altro (e questo ne è un chiaro esempio) è metterci 10 anni a finire un lavoro di 26 numeri, con gli ultimi 6 numeri usciti nell’arco di  4 anni…un po’ troppo tempo; infatti questo grosso arco di tempo lo si può riscontrare nelle vicende del fumetto che, purtroppo, verso gli ultimi numeri sembrano accelerare vertiginosamente, tanto da lasciare un po’ di amaro in bocca al lettore che, giustamente, avrebbe preferito maggiore attenzione e maggior pathos anche negli ultimi numeri.

Pro : Storia – Disegni – Personaggi

Contro : Pubblicazione

Segni particolari – A mio parere questo manhwa offre una visione molto interessante del soprannaturale; una visione che non avevo visto in altre opere; anche se (e qui mi riferisco a molti di voi amanti dei fumetti asiatici) potrete dire di aver visto qualcosa di simile già in altri fumetti, vi invito a considerare bene l’idea che l’autore offre riguardo a ciò che è divino e ciò che non lo è. Altra cosa che ci tengo a sottolineare è l’ottima scelta del titolo di questo manhwa, difficilmente si trovano titoli azzeccati come questo.

Il mio compito anche per stavolta è terminato, spero (mi rivolgo a quelli di voi che leggeranno questo fumetto) che lo troviate quanto meno interessante, io l’ho fatto e se ve ne parlo è proprio per quello.

Adesso è ora di tornare ai doveri e lasciare il piaceri a più tardi, mi raccomando rinfrescatevi il giusto necessario e godetevi l’estate…noi di komixjam cercheremo di sostenervi in questo “arduo compito” .

Ora vi lascio e lo faccio nel modo in cui farebbe qualcuno che conosco arrivato al termine di una conversazioni:

“E quindi…ecco insomma…questo.”

Buona lettura

Mata ne

Bila

[ Fonte | Flashbook ]

Commenti (2)

  1. Che nostalgia! Avevo preso i primi 5 numeri e mi erano piaciuti un sacco, peccato davvero che bisognava aspettare davvero troppo per il nuovo numero.

    Una pecca che trovo � che per certi aspetti la storia ricorda molto Bastard di Hagiwara…
    Ovviamente non parlo della comicit� di Dark Schneider e la sua capacit� di rompere la quarta parete!
    Trovo un po’ di analogie nelle grafiche dei personaggi, nelle esecuzioni di magia, il canovaccio della storia. Rett – Gaara, Kalutika – Kal Su, Deshwitat – Dark Schneider, Remi – Yoko.
    E’ ovvio che non sto dicendo che si tratta di un plagio, Rebirth ha la sua trama e i suoi personaggi pi� che caratterizzati, ma non posso fare a meno di pensare che Lee Kang Woo sia un grande fan di Hagiwara!

    Nel complesso � un buon manhwa, ottimi disegni proprio tipico stile coreano che si discosta dallo stile manga giapponese: maggiori dettagli quasi pi� realistici che si potrebbero avvicinare quasi ad una graphic novel, maggior attenzione sulla china, uomini dall’aspetto pi� virile, purtroppo per� trovo che siano disegni troppo “brillanti”, sembrano quasi laccati, non hanno quello stile semplice e leggero tipico dei manga, quasi che il disegno sia un po’ pesante e faticoso da vedere per i troppi dettagli.

  2. penso che ci far� un pensierino….consigliatene altri:)

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