Kokoro Connect – Approfondimento Komixjam

di Regola Commenta

La stagione estiva, di solito, non riserva molte sorprese sul fronte anime, è quella autunnale ad avere i titoli spesso più attesi (devo dirne uno? Jojo). Eppure quest’anno alcune serie hanno iniziato in sordina, senza far parlare troppo di se, per rivelarsi delle vere e proprie piccole perle: mi riferisco alla seconda parte di Hyouka, a Jinrui Wa Suitai Shimashita, a Sword Art Online (di cui vi parlerò prestissimo), serie che mi hanno accompagnato in questi mesi estivi. Ma se dovessi indicare quella che più di tutte mi ha conquistato e riservato piacevoli sorprese, sceglierei Kokoro Connect.

L’opera nasce come una light novel, nel gennaio 2010, per mano di Sadanatsu Anda. Segue qualche mese dopo un manga, mentre solo quest’anno la Silver Link decide di produrre una serie animata. Indipendentemente da quelle che possono sembrare le premesse, non abbiamo a che fare con uno shonen, ma con un seinen in pieno stile “slice of life” sebbene i protagonisti della serie siano semplici liceali. La sottile differenza tra shonen e seinen non si coglie fin dalle prime battute, appare evidentissima col procedere della storia per le dinamiche presentate.

Inaba, Aoki, Iori, Taichi e Yui.

I protagonisti sono cinque, insieme formano il club culturale dell’Accademia Yamahoshi: Taichi Yaegachi e Yoshifumi Aoki sono i membri maschili del club, quelli femminili sono Iori Nagase, Himeko Inaba e Yui Kiriyama. Come in tanti anime del genere questo gruppo passa la maggior parte del tempo nella sede del proprio club a compilare articoli e saggi (che probabilmente nessuno legge) quando un giorno come tanti altri il “sovrannaturale” entra a far parte della loro vita, per opera del misterioso Fuzen Kazura (Heartseed in inglese), il quale inizia a scambiare di corpo i protagonisti. Si presenta successivamente prendendo possesso del corpo di uno dei loro docenti, accennando poco su quali siano le sue reali intenzioni: sostanzialmente, fare esperimenti e divertirsi. Superato il panico iniziale, non potendo in alcun modo porre rimedio alla questione, il gruppo inizia ad organizzarsi e studiare strategie per affrontare i vari imprevisti che potrebbero presentarsi, soprattutto per evitare che i maschietti, nel corpo delle ragazze, si facciano venire in mente strane idee…

Inaba appare da subito il membro forte e deciso del gruppo.

Ma poi la faccenda comincia a farsi seria. Lo stress a cui si sentono sottoposti, per il timore che in QUALUNQUE momento potrebbe avvenire uno scambio, porta alcuni membri del club sull’orlo dell’esaurimento nervoso. Viene messa in discussione la fiducia che i membri del club nutrivano l’un l’altro fino a poco prima e iniziano anche a dubitare di se stessi, di conoscersi e poter essere riconosciuti aldilà di quello che è il loro mero aspetto fisico (l’adolescenza è proprio il momento dello sviluppo in cui si gettano le basi per una solida personalità ndRegola). È così che poco a poco impariamo a conoscere i vari personaggi: l’ottimista Taichi, la vivace Iori, la tsundere Inaba, lo spensierato Aoki e l’insicura Yui. Ma conosceremo anche i loro lati nascosti, ciò che li preoccupa, spaventa, a tratti angoscia.

 

Io mi sono lasciato conquistare dal ritmo narrativo di Kokoro Connect: in pochi episodi viene raccontato uno sviluppo definirei naturale (mai forzato) della situazione e dei personaggi stessi. La scarsa presenza di stereotipi classici nella serie rende le reazioni dei protagonisti estremamente verosimili (per quanto alcune volte romanzate, abbiamo comunque a che fare con un prodotto d’intrattenimento) e la varietà di situazioni in cui si vengono a trovare non ne rende assolutamente pesante o dispersiva la visione; i colpi di scena sono sempre “ben assestati”. Gli elementi umoristici si presentano di tanto in tanto e non sono mai fuori luogo, anzi, insieme agli sfondi, alle luci e alle scelte di presentare gli ambienti interni in modo da renderli rapidamente familiari fanno di Kokoro Connect una di quelle opere che un appassionato di animazione giapponese non deve lasciarsi sfuggire. Persino le anteprime degli episodi successivi sono degne di nota: danno un’idea vaga di “cosa” succederà ma non di “come” e “perchè“.

Non vi resta che provare di persona se queste mie forse un tantino entusiaste parole vi hanno incuriosito. Non nascondo di essere un appassionato di serie del genere (e di soffrire di un’acuta sindrome di abbandono quando finiscono) e Kokoro Connect ha avuto il pregio di conquistarmi fin dal primo episodio.

Differenti reazioni alla stessa situazione: estremamente curate, un altro dei punti di forza di Kokoro Connect.

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