Trama:
Episodio 23 – Simulcast Daisuki
Episodio 24 – Simulcast Daisuki
Commento:
Quest’articolo risulterà breve. Mettiamoci un po’ di sottofondo musicale mentre parliamo.
[youtube -SSz_F5wOiM]
Ed eccoci qui a parlare per l’ultima volta di Kill la Kill. Forse l’anime “perfetto”, permettetemi di virgolettarlo, di cui ci ricorderemo per anni non tanto per il chiasso che ha suscitato quanto per le valenze insite nell’opera. Un anime che a distanza di tempo ci si ritrova a pensare: “ma sì, quasi quasi mi faccio una maratona di Kill la Kill”.
Le mie parole saranno di pieno elogio per questo titolo in questo articolo e vorrei con tutto il cuore che chi si trovasse in disaccordo con quanto dirò si esprimesse apertamente nei commenti. Non parlo da un pulpito per dirvi come pensarla, ma in una tavolata vi dico come la penso io e vi chiedo se condividete.
Cos’ha di speciale Kill la Kill che lo rende il titolo che è? Due sono le caratteristiche che lo definiscono come tale, banali e a prima vista superflue ma che sono l’ossatura di una storia. La narrazione e il citazionismo.
La questione è semplice: prendete tutti gli elementi e le idee del Signore degli Anelli e tutta di la mitologia affianco, toglietelo dalle mani di Tolkien e affidatene la scrittura al vostro kebabbaro all’angolo della strada. Ne esce la stessa cosa? “Ma mai nella vita!” [cit.]
Ciò che rende vincente Kill la Kill è, per l’appunto, la sceneggiatura. Ciò non tanto per l’idea in sé che ognuno di noi può valutare come originale o banale, ma quanto per come è stata raccontata nel corso di questi mesi, episodio per episodio. Il tempismo degli eventi è a dir poco perfetto, incalzante ma non frettoloso. Ad ogni episodio c’è un crescendo che porta ogni volta ad un acme sempre più alta, culminante con l’ultimo episodio. Una storia che accontenta tutti perché racconta quello che volevamo sentirci raccontare, senza mai però sfociare nella noia che di solito comporta la prevedibilità.
E’ vero, rimangono delle questioni aperte, ma a mio avviso sono tutte inezie (a parte una forse). L’unica un po’ a turbarmi è lo sfasamento temporale di Soichiro e della missione che affida a Satsuki (di cui ho parlato in passato). Ed è anche vero che all’episodio 21, a mio avviso, il ritmo sia calato leggermente. Ma pensiamoci, quale anime tra i più acclamati non ha “qualche” difetto? Mi sento di dire che Kill la Kill ne contenga il minor numero, o quantomeno un numero tale che al confronto con l’ottima resa dell’opera risulta decisamente invisibile.
Il citazionismo è un altro carattere peculiare di Kill la Kill. La Trigger è partita da un presupposto: al mondo non si può creare niente di nuovo (E’ già stato tutto detto o fatto, quindi siamo degli str***i! [cit.]). Quindi hanno trasformato quello che poteva essere un punto di debolezza in un punto di forza e, anzi, nodale dell’opera. Io ora vi linkerò un sito, questo, dove viene raccolta ogni singola citazione all’interno di Kill la Kill. Che venga dall’immaginario pop, come ad esempio Pulp Fiction, o che si vada a citare l’ambiente degli anime e manga, ogni citazione è ben precisa. Questi riferimenti sono a volte occultati all’occhio e non percepibili ad una prima “frenetica” visione oppure palesi come il sole e comprensibili anche dall’ampio pubblico (vogliamo parlare di Ryuko che diventa bionda?).
Una storia completa dal finale agrodolce, come la Trigger ci aveva assicurato sarebbe stato. Un finale non sconvolgente, di quelli che stravolgono le carte in tavola come quelli già realizzati dallo stesso sceneggiatore, ma una fine giusta. Il finale è esattamente come dev’essere e penso nessuno di noi ne cambierebbe una sola virgola.
Ho preferito evitare di commentare i singoli episodi questa settimana e darmi piuttosto a una review a posteriori dell’intera opera. Questo mio articolo vuole anche essere un invito a coloro che non l’hanno visto di buttarsi in questo viaggio di 8 ore, di portare fino alla fine la visione perché ne vale ogni singolo fotogramma.
Voglio quindi concludere facendo un cosa un po’ tamarra: mi autocito. Cos’avevo scritto mesi fa, al primo articolo su quest’anime che ormai amo alla follia?
Quest’anime è “troppo”. Troppo di tutto. E’ esagerato sotto ogni punto di vista e, se mi permettete l’uso di parole poco fini, parecchio cazzone.
Questa percezione di un “troppo di tutto” è andata via via alleggerendosi visto che la storia ha cominciato ad abituarci all’inaspettato e all’esagerazione gar.
Non è il novello “Aku no Hana” o che so io, non è un anime che pretende di spacciarsi per profondo o di spessore. E’ un anime per puro intrattenimento che, adottando uno schema ben noto, cercherà di distinguersi. E a mio avviso, ci sta riuscendo.
E si è distinto parecchio.
Io qui vi saluto e vi rimando alla settimana prossima. La prima settimana della nuova stagione ci aspetta con un lungometraggio di Animazione Disturbante!
Alberto Iannopollo 30 Marzo 2014 il 18:27
Qualche ora dopo il finale di kill la kill, il primo post che scrissi su facebook fu: “E’ stata una bella avventura”, tu hai colto esattamente il significato di tale affermazione.
Regola 30 Marzo 2014 il 19:42
Quasi un anno fa cominciavano a comparire le prime immagini di questo Kill la Kill, “dallo staff che ha realizzato Gurren Lagann”, un biglietto da visita pi� che convincente. Fu amore a prima vista, spiccava sulle altre nonostante lo scorso autunno siano iniziate serie veramente valide (Golden Time, Log Horizon, Samurai Flamenco, Nagi to Asakura… per citarne alcune), tuttavia mai avrei immaginato che KLK si sarebbe dimostrato tanto meraviglioso da prendere prepotentemente possesso di un posto di riguardo tra gli anime pi� belli che ho visto nella mia vita.
Siamo di fronte a qualcosa di epocale, qualcosa che succede, se va bene, due/tre volte in un decennio.
Come sai (…) ho gi� maratonato la serie, e ho avuto modo di rendermi veramente conto di quanto sia bella, gli episodi scorrono fluidamente, e neppure dopo ore e ore di visione io e i malcapitati che mi hanno seguito abbiamo dato segni di stanchezza: sono 24 episodi ma non li senti, anzi, potresti andare avanti. Non � una cosa da sottovalutare, ci sono tante serie da 24 episodi che avrebbero rinunciato volentieri a 4-5 puntate. Resta una sola cosa da dire.
Grazie, Trigger.
fabrytom89 30 Marzo 2014 il 23:58
Gran serie davvero, bel finale agrodolce che chiude(?) degnamente l’opera. Resta da vedere cosa accadr� nel fantomatico episodio 25 (Oh s�, ci sar� un episodio 25. Ma solo nell’edizione Blu-Ray). Un po’ mi spaventa perch� la serie va bene concluderla cos� come � ora.
Alberto Iannopollo 31 Marzo 2014 il 01:15
sar� come lo chiamo io “l’addio definitivo del liceo honnouji”
Massimo 16 Marzo 2016 il 12:24
La sto guardando e sono alla 16eima puntata, ma non mi trovo per nulla d’accordo sulla trama. Non la definirei banale, anzi mi ha preso proprio perché l’argomento sembrava interessante, ma il problema sta proprio nello svolgimento. Piatto piatto piatto. I singoli episodi offrono sempre qualche avvenimento demenziale e inaspettato ma la parte principale della storia è lineare e piuttosto scarna. Se per 14 episodi gli scontri sono sempre uguali contro lo stesso nemico e senza un minimo sviluppo della narrazione principale io lo definisco PIATTO. E poi viene rivelato tutto in un unico episodio affinché si inizi la seconda parte della serie. La storia non viene per nulla sviluppata con calma e nemmeno in modo incalzante. La storia da quello che ho visto si divide semplicemente tra quello che succede prima di sapere e quello che succede dopo… wow proprio una gran sceneggiatura. Tra l’altro vogliamo parlare delle animazioni tanto osannate? Ma dove la vedete la grande animazione? E’ del tutto caotica (caotica non dinamica) e piena di primi piani inutili, per non parlare degli stupidi stacchi in nero e luccichii con il sottofondo delle spadate…. seriamente?? Nemmeno da paragonare a Gurren Lagann dove pur essendo dinamiche le animazione erano comprensibili e ben bilanciate. Kill la kill avrà dei pregi ma ha anche molti difetti. Non copriamoci gli occhi solo perché la protagonista e le musiche riescono a colpire nel segno… il resto sarebbe tutto da rivedere.
ps: commento di uno che ha amato Gurren Lagann