Kill La Kill – Recensione [13-14]

di Kirisuto Commenta

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Si torna dopo un mese di pausa a parlare della vicende della nostra Ryuko. Povera Ryuko…

Due episodi over the top che aprono la seconda parte della stagione in maniera inaspettata con una marea di sorprese che, alla fine dell’episodio 12, non ci saremmo aspettati.

 

Trama 13: I preparativi per la guerra sono l’elemento centrale dell’intero episodio e come ogni personaggio li viva. Satsuki dalle Naturals Election ha ricavato dati per potenziare sia le goku monostella che le tristelle; per il viaggio scolastico tutti gli studenti indosseranno delle divise più simili a tute da ginnastica. Ogni generale (membro del consiglio) sarà caratterizzato da un colore e quindi una città da abbattere.

Ira Gamagori – Giallo – Kobe

Nonon Jakuzure – Rosa – Kyoto

Sanagejama – Verde – Osaka

Inumuta – Blu – Reparto informazioni, responsabile del collegamento e dispaccio informazioni tra i vari fronti

La scuola si prepara alla guerra, ma Ryuko e Mako cosa fanno nel frattempo? Mako è indecisa: vorrebbe andare in gita, ma siccome si tratta a tutti gli effetti di una guerra ha paura di rimanerci secca. A distoglierla dai suoi pensieri giunge  il suo amore Gamagori che la inserisce nella catena di portatori che si occupano di riempire i camion per il trasporto viveri e soldati. Rimane infine incastrata e portata di peso sul fronte. La situazione di Ryuko è un po’ più complessa; la protagonista si è rifiutata di indossare Senketsu da quando è accaduto l’incidente dell’episodio 12. A scombussolare la sua esistenza non sarà Mako, questa volta, ma un giovane ragazzo ex presidente del club di giornalismo (oppostosi a Satsuki e quindi bandito dal suolo della scuola) che invita Ryuko a indossare nuovamente Senketsu e affrontare la presidente. Ryuko lo farà e scoprirà a suo danno che in realtà il giovanotto non era altro che Nui Harime travestita, animata dalla voglia di combattere il 2° round con Ryuko. Lo scontro è breve, Ryuko si trattiene dall’andare in berserk come in precedenza e accade l’impensato: Nui riduce a brandelli Senketsu.

Facciamo un passo indietro. Satsuki in questo episodio fa visita alla madre mettendo in chiaro le cose: se la madre manderà ancora qualcuno per intralciare i suoi piani non ci andrà leggera come la volta appena passata. Ragyo nega di aver mandato Nui, ma che abbia lei fatto tutto di testa sua. Credibile come una banconota da 3 Euro. Approfondirò in seguito questo bizzarro legame madre-figlia.

Sta di fatto che sarà Satsuki, ancora una volta, a salvare Ryuko fermando Nui e costringendola ad andarsene. Ma la presidente non è né stupida né caritatevole, ecco quindi che raccoglie tutti brandelli di Senketsu. Obiettivo? Cucirli su alcune uniformi goku, di studenti selezionati, per studiarne gli effetti di potenziamento. L’unico pezzo di Senketsu che rimane in mano alla protagonista è il lembo corrispondente all’occhio.

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Trama 14: Non mi soffermerò troppo a descrivervi tutti i fronti di combattimento, e le varie peculiarità delle varie scuole. Quanto su i vari dettagli che ritengo davvero importanti o che mi hanno fatto ridere come un deficiente. Iniziamo subito col dire che Ryuko appena sveglia decide di imbarcarsi nell’impresa di recuperare tutti i brandelli di Senketsu per ricomporli. Aikuro Mikisugi raggiunge il primo posto, pari merito con Mako, come miglior personaggio dell’episodio decidendo di abbandonare il suo ruolo in incognito all’interno della scuola e di rivelarsi come membro del Nudist Beach entrando in azione. Saranno gli slip viola e i capezzoli luminescenti a dargli la forza.

Mako si ritrova ad Osaka, tra gli studenti sotto il comando di Sanageyama, città del denaro. Osaka, e il presidente d’istituto della scuola di punta, sono stereotipi classici (i pare di aver capito) di come il Giappone veda la città e i suoi abitanti. Lo stesso vale per le altre città. Osaka, votata al denaro; Kyoto, votata alla tradizione come antica capitale; Kobe… non ho ben capito cosa.

Studenti e presidenti sono caratterizzati a seguito degli stereotipi sopra citati (a Osaka gli studenti hanno mitra che sparano soldi). Perché mi fermo principalmente su Osaka? Intanto è il posto dove si ritrova dispersa Mako. Poi perché è il punto debole del tridente di Satsuki. Sanageyama si trova infatti in difficoltà di fronte alla tenacia di studenti e abitanti della città. Tanto che interverrà direttamente Satsuki in persona. Ma torniamo a Mako; alla ragazza non par vero di poter camminare per la città e vedere soldi sprecati come carta straccia e ne approfitta subito per recuperarli, tagliare la corda dal fronte e godersi la sua gita scolastica andando per stand di cibo tradizionale.

Durante l’assalto portato alle tre città, i tre generali si vedranno parare davanti Ryuko nella sua tenuta da motociclista (da qualche parte ho letto sia un riferimento al primo Kamen Raider) pronta a fare il culo a quegli studenti prescelti con il brandelli di kamui cucito al braccio. Notiamo subito come Ryuko sia diventata molto più forte nel corso di questi  14 episodi e riesca a battere studenti in possesso di una goku senza avere indosso la sua kamui, ma solo grazie alla sua forbice. Ma c’è un pezzo di uniforme che manca all’appello… il guanto per la trasformazione è in possesso (o è meglio dir indossato) da Satsuki. Senza quello Senketsu non può trasformarsi.

L’episodio si conclude a Osaka, Sanageyama e Satsuki contro la cittadinanza, Ryuko che ha recuperato tutti i pezzi e si ritrova con Mako.

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Commento: Ho una marea di cose di cui parlare oggi che non so da dove cominciare. Argomenti sia relativi agli episodi che a Kill la Kill in generale. Iniziamo dal principio, facciamocela facile.

Nell’episodio 13 l’elemento più importante è l’incontro tra Ragyo e Satsuki, oltre che il meeting di lavoro di Ragyo. La Revocs Corporation nasce per “soddisfare il peccato primordiale dell’uomo”. La sete di conoscenza? La volontà di porsi pari a Dio? No, niente di tutto ciò. Si tratta infatti del vestirsi. L’uomo, presa coscienza di sé ha fatto una cosa che non avrebbe mai fatto prima, il primo passo dopo la consapevolezza di essere uomo è stato accorgersi che era parimenti nudo. Sebbene la Revocs sembra sia nata come azienda di abbigliamento, ora comprende un sacco di altre industrie e aziende tale da diventare una cosa più simile a una multinazionale sovragovernativa. Il 99% dell’offerta nel mercato dell’abbigliamento mondiale è supplita dalla Revocs. L’uomo, da che mondo è mondo, ha sempre cercato di coprirsi e sempre cercherà di nascondere il suo corpo e le sue nudità. Il dominio mondiale di Ragyo sembra quasi del tutto ultimato, al pari di sua figlia. Satsuki infatti si ritrova a dover schiacciare le ultime resistenze nel Kansai per poi aver il dominio totale nell’istruzione giapponese. Ma ecco che qui mi si scombussola il sistema di rapporti tra madre e figlia. Se prima pensavo ci fosse una sorta di conflitto con barlumi di emulazione, ora penso ci sia dell’altro. Infatti se in un primo momento pensavo che il progetto di Satsuki fosse proprio della ragazza, elementi nuovi mi fanno pensare che le due non siano troppo contrapposte l’una all’altra. Il progetto di Satsuki dovrebbe infatti servire per testare le goku su delle “cavie” per un progetto su più vasta scala pensato dalla madre. Come a dire “Satsuki, la mamma ha  creato questo nuovo giocattolo. Giocaci coi tuoi amici e dimmi cosa c’è da migliorare che così quando lo venderò sarà perfetto”.  Il problema è che Satsuki è una persona forte e indipendente quanto la madre e rifiuta qualsiasi aiuto e supervisione nel progetto, da qui la sua rabbia nei confronti della visita di Nui. Ma ecco che la visita di Nui, evidentemente voluta dalla madre si tinge di tinte strane: perché la madre non ritiene Satsuki capace di occuparsi della faccenda da sola? A mio avviso ne sa più della stessa Satsuki… o forse è solo una madre che si preoccupa.

Episodio 14, Aikuro Mikisugi. Come se non fosse abbastanza chiaro, i Nudist Beach sono per la distruzione della Life Fiber e delle Kamui. Ciò è sottolineato dall’armamento di Tsumugu, dalle forbici create da Isshin Matoi e dal fatto che girino tutti nudi a onore dei loro stessi corpi. A sostegno della tesi opposta a Ragyo: nella nudità non c’è vergogna, i vestiti sono solo una convenzione.

Episodio 14, i licei del Kansai e Mako. Sono rimasto profondamente soddisfatto della caratterizzazione particolare di ogni liceo (a parte Kobe, distintosi per ospitare una delegazione americana) soprattutto quella di Kyoto coi 4 Studenti Anziani. Particolare menzione va a Inumuta capace di dissipare le illusioni dei 4 Studenti Anziani e a Mako. La piccola Mankanshoku si rivela, infatti, una provetta allieva di Ken della divina scuola di Hokuto. La guerra è appena iniziata, Satsuki ha appena fatto la sua discesa in campo, chissà come andranno le cose. Io mi aspetto un tradimento al tempio Honnoji, sia chiaro.

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Tatatatatatatata! [cit.]
Prima di procedere verso l’ultimo punto che vorrei analizzare quest’oggi, che mi prenderà un po’ di righe, vorrei soffermarmi su un paio di interpretazioni che ho trovato in giro per il web.

La prima lega i 4 del Consiglio Studentesco alle 4 Scimmie Sagge (Non vedo il male, non dico cattiveria, non sento malignità, non faccio scorrettezze) la seconda rimanda i collaboratori di Ragyo ai 4 punti cardinali, associati a una belva mitologica e Ragyo al Drago D’oro. Sebbene trovi un po’ forzata la seconda, la prima è molto calzante. Per risparmiarmi parole vi linko un’immagine esplicativa.

 

Veniamo al punto “dolente” di Kill la Kill da due settimane a questa parte: la polemica di plagio. Ne avrete sicuramente letto in giro: sembra che Kill la Kill si rifaccia a un manga di anni fa, passato in sordina (uno dei tanti). Troppi elementi sembrano coincidere con Gakuen Noise, il manga suddetto, e gli autori originali non sembrano averla troppo bene.

Era mia intenzione leggermi i 4 volumi in questione e riportarvi un confronto approfondito e come si deve, ma purtroppo si trovano solo le Raw e quindi posso solo fare affidamento all’apporto visivo del manga.

E dopo essermi informato, e aver visionato il manga, posso dire che è inequivocabile: Kill la Kill e Gakuen Noise condividono tanti di quegli elementi che parlare di caso sarebbe imbarazzante. Vogliamo citarne alcuni? Il protagonista (in Gakuen Noise è un ragazzo) si iscrive a questo liceo (che controlla tutta la città) per poter indagare sulla morte del suo migliore amico e poterlo vendicare; porta con se un oggetto a memoria del suo amico, una sciarpa rossa; la divisa da teppista del protagonista è identica a quella di Mako Fight Club. E mi fermo qui.

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Il bellimbusto ammanettato è il protagonista.

Un caso? No. Ma allora Kill la Kill è Gakuen Noise? No. La vera questione, delicata per altro, è: quando si tratta di plagio? Quanti devono essere gli elementi in comune tra due opere per rendere una un plagio dell’altra? E quali devono essere questi elementi? Recentemente la gente seria che discute di tale materia tende a distinguere tra forma e contenuto, applicando due pesi e due misure. Cosa a mio parere non scorretta e, anzi, più che sensata nel caso della fumettistica dove copiare l’estetica di un personaggio o copiare un’intera tavola ha un peso diverso che copiare l’impianto narrativo. E’ difficile oramai parlare di plagio narrativo, in quanto è estremamente difficile creare un concetto che sia radicalmente nuovo e quindi si ricade sempre nei grandi temi classici per poi adottare una narrazione più personale ma comunque che fa riferimento (volontariamente o involontariamente) a opere passate.

Tendo quindi a perdonare queste accuse di plagio, anzi tendo più a vederlo come un tributo a un’opera poco conosciuta che i creatori di Kill al Kill hanno voluto far riscoprire (per vie traverse e discutibili). Quanti di noi avrebbero sentito parlare di Gakuen Noise senza che sbucasse fuori quest’accusa di plagio? Per di più, se l’impianto della storia iniziale è simile, non posso essere così sicuro che lo sia pure lo sviluppo. Purtroppo non leggo i kanji, ma non mi pare che Gakuen Noise si sviluppi attorno ad una sorta di Life Fiber.

 

Un paragone simile, che ad alcuni farà storcere il naso, è quello che vedo tra Hunger Games e Battle Royale. Quasi tutto qui li conoscono entrambi e, anzi, conoscono il secondo ben prima del primo citato; ma quanti dei non appassionati al mondo manga possono dire di conoscere il romanzo originale di Battle Royale (dal quale si è ispirato il manga)? Hunger Games si rifà sfacciatamente (e chi lo nega lo prendo a randellate sulle gengive con una spranga ossidata) a Battle Royale come concept di base e lo sviluppo anche se diverso ha delle similitudini a livello generale. La mia speranza, quando ho visto Hunger Games diventare così noto, è stata subito per una riscoperta del dimenticato romanzo di Takami del ’99.

Sebbene dubiti questo fosse l’intento di chi ha scritto Hunger Games, sono più propenso a credere che lo studio Trigger avesse davvero in mente un tributo a Gakuen Noise.

 

Io vi rimando tra due settimane, quando spero saremo nel vivo della guerra. Se la prossima volta ritarderò un po’ nel far uscire l’articolo sappiate fin d’ora che sarà a causa dei miei esami di Febbraio.

Alla prossima!

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