Nella prima parte stavamo finendo di parlare della famiglia Sumimura, un clan davvero variegato. Da una parte c’è la neutralità del fratellino Toshimori quasi sempre in secondo piano assieme al padre, forse il personaggio più stoico del manga, e al nonno che solo poche volte si dimostra il classico “anziano saggio” pieno di conoscenza da condividere (al contrario della nonna della famiglia Yukimura, Tokiko che più di una volta si dimostra elemento fondamentale per il completamento di alcune missioni che prevedono precisione e controllo assoluto delle tecniche kekkai).
Attenzione Spoiler
Tornando alla famiglia Sumimura il personaggio più misterioso è sicuramente rappresentato da Sumiko, la madre la cui presenza verrà completamente trascurata fino alle battute finali. Di lei all’inizio si sa ben poco, apparirà in seguito dimostrando una freddezza materna davvero notevole, quasi come se si divertisse ad assumere certi atteggiamenti che mai una madre sceglierebbe nei confronti dei propri figli. Sempre nell’ottica della prole il povero Masamori non beneficerà mai della vista, nemmeno sotto forma di shikigami dell’affascinante ma fredda mamma.
La povera Sumiko però non è come si vuol far credere all’inizio, difatti il suo scopo principale proprio come il figlio Yoshimori, è di sigillare Karasumori e saranno proprio le sue azioni e le sue scelte a guidare il proprio figlio al successo della missione. In precedenza si era detto che appare con Hazama Tokimori, o meglio con la sua presenza spirituale ancora attaccata nel mondo dei vivi, anche la storia di questo personaggio è molto strana ma è proprio con quest’ultima che scopriranno l’intera storia di Karasumori, la vera sequenza dei fatti come si svolsero secoli or sono.
Il che ci porta alle questioni principali della serie: Cos’è Karasumori? Perché non si comporta come tutte le altre terre sacre? Perché sceglie dei protettori kekkaishi marchiandoli con un sigillo?
La storia ha radici molto profonde e parte nel castello di un nobile con una figlia che necessitava di protezione contro i demoni. Il padre allora chiamò un tale che riusciva attraverso delle tecniche a barriera a sconfiggere con facilità i mostriciattoli che si aggiravano nei dintorni, il nome di questo combattente era Hazama Tokimori. La figlia, curiosa e desiderosa di conoscere l’uomo assoldato dal padre iniziò ad uscire dalle pareti dell’abitazione, i due si conobbero e più tardi si innamorarono.
Il passato dell’uomo però influirà negativamente su quello che avverrà, a causa dei suoi poteri Tokimori era temuto ed allontanato da tutti, i suoi amici infatti erano unicamente demoni (vedi Madarao e Hakubi). Quando la donna diede alla luce il loro figlio l’ormai padre Tokimori fece in modo di far avere al proprio erede una potenza inaudita grazie alle proprie capacità sacrificando così la vita della giovane consorte. Il guaio, come sa chi ha letto il manga, è che lo sconfinato potere del bambino è un’arma a doppio taglio: attira i demoni come il miele alle formiche e nessuno tranne pochi elementi riesce a sopportare l’enorme quantità di energia che lo circonda, pena per chi gli sta accanto è la morte. Tokimori dopo essersi reso conto del tremendo errore decide di sigillare il figlio ancora giovanissimo, Chushinmaru, nella terra dove sorgeva il castello dei Karasumori creando una barriera contenitiva del potere togliendo lo scorrere del tempo affinché il bambino non potesse crescere e rendersi conto della realtà.
Così Chushinmaru giace da secoli nel terreno sotto la scuola Karasumori in un bellissimo castello e come protettori di questa situazione (ovviamente momentanea, faccio riferimento al cambio della sua locazione che metterà in azione Tokine che dovrà scomodare un’altra entità divina). Per il discorso dei segni che appaiono alla nascita sui corpi dei prescelti a salvaguardare il terreno è, come tutte le altre cose, un’invenzione ideata da Hazama Tokimori che tiene conto delle preferenze caratteriali di Chushinmaru. Quindi tutte le leggende, tradizioni e riti vengono sgretolati dalla realtà dei fatti, una realtà molto amara per chi come Tokine ha perso il proprio padre nella terra sacra e toglie alla figura di Hazama tutta la grandezza ed il fascino che aveva rivelandoci che uomo è stato.
Ci sarebbero ancora molte cose da dire ma lo spazio ed il tempo sono limitati, spero in ogni caso abbiate apprezzato questo piccolo approfondimento.