Fukushima è sparita dalle TV, dai giornali e dai notiziari radio. Non si parla più della più grande catastrofe nucleare della storia. Pare infatti che si voglia far dimenticare che i problemi a Fukushima, ci sono ancora e sono gravissimi. È difficile trovare notizie persino sul web. Le notizie giungono alterate, dimezzate o persino falsate da reportage di giornalisti che, a causa dei divieti imposti dal governo, non può avvicinarsi alla centrale per valutare la situazione con i propri occhi. In questi giorni però, ci è giunto il reportage effettuato da Kazuma Obara, il primo reporter che agli inizi di agosto è riuscito ad intrufolarsi nella centrale nucleare di Fukushima. il giornalista si è mescolato per un giorno agli operai della centrale, indossando gli stessi abiti e compiendo gli stessi lavori degli uomini Tepco. Ha raccontato di un paesaggio e un clima lavorativo da inferno. Obara si è sottoposto alla stessa fatica bestiale a cui devono sottoporsi ogni giorno i lavoratori volontari e non di Tepco. I turni di lavoro della centrale raggiungono le sei ore al giorno. Si inizia alle 7.30 del mattino, indossando le tute antiradiazioni e la mascherina collegata ad un respiratore. Ci si equipaggia con il contatore Geiger(strumento che serve a rilevare la presenza e la quantità di radiazioni dell’ambiente circostante) e si è pronti per lavorare. Gli operai non lavorano sei ore di fila, altrimenti le radiazioni potrebbero farli star male, ma hanno dei momenti di riposo di un’ora per un’ora di lavoro effettuata nella centrale. Il problema è che per il riposo bisogna uscire dalla centrale e togliersi tuta e maschera, azioni che portano via mezz’ora di riposo agli operai. Tutti svolgono il loro compito senza esitare, rispondono agli ordini impartiti dai capi senza mai chiedersi perché o senza mai domandare se è sicuro quello che stanno facendo. Psicologicamente gli operai già dopo due ore di lavoro sono esausti. Nessuno parla più con i compagni e tutti, nelle ore di riposo, si buttano in terra a dormire, perché fisicamente il lavorare con la mascherina e la tuta protettiva è massacrante. Il reporter Obara racconta di essere entrato a Fukushima per rendersi conto del lavoro effettuato da questi eroi, spesso dipendenti di aziende subappaltatrici Tepco, delle condizioni in cui sono costretti a lavorare e della scarsa informazione a cui sono sottoposti. Obara racconta infatti, di un punto di collegamento tra i reattori 1 e 2 dove la radioattività raggiunge i 10 sievert/ora. Ma questa informazione non è stata data agli operai che ci lavorano, nonostante tutto il mondo sia a conoscenza di questo fatto perché la Tepco lo ha annunciato in uno dei suoi tanti comunicati stampa.
[fonte – InformarePerResistere]