Valentina Testa è una ragazza laureata in Grafica d’arte, autrice di vari saggi pubblicati dalla casa editrice Tunue che svolge un lavoro molto interessante per sviluppare ed accrescere la cultura del fumetto nel nostro Paese, promuovendo giovani promettenti e pubblicando i loro lavori. Kawaii art, questo è il titolo del libro, è uno di questi e presenta molti spunti di riflessione interessanti per chiunque voglia riuscire a capire meglio l’attuale cultura e società giapponese.
La parola nipponica kawaii è uno dei termini più utilizzati dai ragazzi nel bell’arcipelago, ed è talmente popolare che è stato importato anche all’estero, lo prova il fatto che ognuno di noi l’abbia sentito esclamare almeno qualche migliaio di volte. In nazioni come la nostra ha anche trovato una traduzione vera e propria con il termine – mi stanno venendo i brividi a scriverlo – “puccioso”. Ciò che la maggior parte delle persone non sa è che questa parola, che vuole descrivere tutto ciò che è carino, coccoloso e tenero, ha una connotazione sociale molto significativa.
Ormai sappiamo tutti che la struttura sociale giapponese è fortemente rigida, da tutti ci si aspetta il massimo rendimento a lavoro, scuola e negli sport ed il mancato raggiungimento di qualche traguardo, viene visto in prima persona come un completo fallimento. Questo procedimento contribuisce a creare numerose angosce e pressioni al ragazzo/a che si ritrova dopo poco a fantasticare una realtà completamente diversa, fatta di “Fiori, colori, palloncini, merletti e manga”. Perfettamente comprensibile, chi di noi non l’ha mai fatto?
Questa, in modo molto molto semplificato è la tematica principale del libro che mira a spiegare, partendo da questo particolare fondamentale la cultura contemporanea del Giappone. Si parlerà di grandissimi artisti come Takashi Murakami (attenzione, da non confondere con l’altrettanto noto scrittore Haruki) le cui opere oltre ad essere effettivamente gioiose e piene di colori, come contrapposizione alla grigia e rigida realtà che lo circonda, portano il suo autore ad essere uno dei massimi esponenti mondiali del Neo Pop. Altri nomi di artisti importanti che vengono spiegati ed approfonditi sono Aya Takano, Chiho Aoshima, Mr., Chinatsu Ban, Mahomi Kunikata, Rei Sato, Akane Koide e Tomoko Sewada, tutti importanti esponenti giapponesi di questo movimento quindi, in un certo senso, figli adottivi di Murakami il cui occhio avanguardistico ha dato il “LA” a quelli che forse un giorno potremo chiamare i suoi discepoli.
Un saggio molto interessante e consigliato a chi fosse interessato a fare ricerche più approfondite sul Giappone contemporaneo o per chiunque sia interessato a grattare la superficie dei numerosi cliché su questo Paese. Uno dei punti a suo favore riguarda il testo che sebbene tratti di argomenti piuttosto specifici, non ha accanite pretese accademiche e quindi di facile e scorrevole lettura.