Judo poco sicuro per i bambini giapponesi

di Redazione 7

Non un attimo di serenità per il Primo Ministro giapponese Naoto Kan, dopo le rivelazioni della moglie dalla lingua tagliente ai media ai quali affermava solo pochi giorni fa che “se fosse rinata non avrebbe di certo sposato un uomo come suo marito” ora lui ed il suo gruppo dovranno fronteggiare, sperando con un intelligente dialogo le critiche destate riguardo al rientro obbligatorio della disciplina del Judo nelle scuole nipponiche entro il 2012.

L’allarme proviene dall’associazione Japan Judo Accidents Victims che, chiariamo subito, non si schiera contro questa grandissima arte marziale bensì contro l’ignoranza di molti insegnanti responsabili almeno di 110 decessi a partire dal 1983. Questi dati allarmanti avrebbero preoccupato molti genitori che, come l’associazione si aspettano precise norme di sicurezza a tutela dei propri figli. Simbolo del moto è Yoshiro Marakawa, presidente della JJAV e vittima in prima persona con il nipotino Koji di soli 12 anni con problemi d’asma morto durante un estenuante allenamento. In quel caso l’istruttore pur essendo a conoscenza dei problemi del bambino gli fece eseguire un Randori (una simulazione di combattimento) con dei compagni più grandi e nonostante la grande stanchezza non fermò l’esecuzione finché non sopraggiunse la perdita di conoscenza ed il coma. Il poveretto morì un mese dopo in ospedale.

Quel che il buonsenso chiede è che si metta fine a questa cultura militare fatta di violenza per imporre disciplina e che non si usino metodi d’insegnamento basati sulla paura di essere picchiati come conseguenza di una semplice richiesta come quella di far pausa.

Secondo le statistiche di Ryo Uchida, professore della Aichi University of Education tra il 2009 e il 2010 sono deceduti altri 13 bambini di cui l’ultimo caso risale a Novembre, dove la vittima era di soli sei anni. La personale dichiarazione del professore è stata

“Il judo è un’arte marziale e uno sport stimolante e molto educativo per la mente. Ma le scuole devono avere e applicare precise norme di sicurezza”.

[via|asianews]

Commenti (7)

  1. Cavolo,ma non si pu�,dai…
    Ci sono cose precise e cose molto imprecise l�… � inutile dire che si devono seguire le regole,qui vanno puniti severamente gli istruttori,talmente severamente da fare da esempio,altrimenti si rischia di non risolvere un bel niente anche se ci sono norme.

  2. Daccordissimo con quanto scritto, le scuole di arti marziali orientali, soprattutto quelle tradizionali e nei paesi nelle quali sono nate, si basano troppo su quella che era lo scopo iniziale, ovvero andare in guerra per aver salva la pelle.

    Molti maestri e istrutturi non hanno ancora capito che il tempo dei samurai � passato, e con esso dovrebbero evolevrsi anche le finalit� stesse di queste arti.

  3. morire facendo judo? A parte per problemi cardiaci o respiratori, o per una brutta caduta (ma proprio brutta) mi pare difficile che il judo sia tanto pericoloso… mmm come diamine hanno fatto a ridursi cos�, ad ammazzare la gente?

  4. Hitchcock, farsi male nelle arti marziali � un attimo.
    per� effettivamente il judo tra tutte le arti marziali si pu� considerare tra le meno violente.
    Ma una cosa le accomuna tutte: L’insegnamento, l’attenzione e l’apprendimento sia del maestro che dell’allievo. se non ci sono questi requisiti fondamentali farsi male � un attimo.
    parola di judoka XD

    1. si, ma tra farsi del male e morire ce ne passa, anche perch� diciamocelo: nel judo non esistono tecniche di calcio o pugno, quindi si evitano i traumi tipici di altre arti marziali, magari con le leve uno pu� spaccare un braccio, ma per uccidere qualcuno con una tecnica devi proiettarlo e rompergli il collo, cosa abbastanza complessa, ammesso che uno non tenti di ammazzarti deliberatamente… ma fanno fare roba del genere in Giappone? Pazzi.

      1. Le arti marziali in oriente non sono viste come uno sport, sono pi� accomunabili al nostro concetto di religione.

        Questa notizia non mi scandalizza pi� di tanto, consideranto tutto lo stress che impone la cultura giapponese (e anche cinese se vogliamo dirla tutta).

        Qualche ragazzino, magari con qualche disturbo gi� di suo, pu� venirne meno.

        Oltretutto la fatica � vista come qualcosa che rafforza, ma come in tutte le cose se si esagera si va creare danno.

        Qua si parla di altre mentalt� e di altri modi di fare che sono radicati nel tempo, non si pu� dire con tanta facilit� “ma se io fossi li fare questo o quello”.

  5. Da quello che riporta l’articolo si parla di “insegnanti ignoranti” e di “cultura militare”.
    Il Judo e’, per quello che riguarda l’utilizzo della muscolatura dell’atleta, uno sport completo e molto faticoso.
    E’ normale essere stremati dopo un randori se non si e’ ben preparati, aggiungete dietro il
    Sergente Maggiore Hartman di Full Metal Jacket assieme a problemi fisici noti o meno e troverete il problema.
    Non credo che ci siano stati casi scollegati a simili situazioni.

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