Impressioni sui New 52: Approfondimento KJ (seconda parte)

di Redazione Commenta

batman new 52Continuiamo a commentare le serie che l’iniziativa The New 52 porterà in Italia a breve.

Inizio subito a tranquillizzare quelli tra voi che si saranno spaventati quando nell’articolo precedente non hanno trovato neppure una serie su Batman: tratterò tutte le testate a lui dedicate fra un attimo.

Se avete perso l’articolo precedente, eccolo a voi:  prima parte

E ora ritorniamo ad occuparci delle recensioni!

Detective Comics

Per chi cerca una storia energica e stimolante, questa potrebbe rivelarsi la lettura ideale. L’inizio della serie è tanto crudo quanto affascinante, e il merito non va solo alla trama, ma anche all’intensità di certe scene.

Premesse davvero ottime, peccato che il tempo le abbia smentite. La serie non ha perso il potenziale, ma uno stile un po’ dispersivo, ha fatto diminuire di molto il fascino di queste pagine.

Restano alte le speranze di ripresa: Tony Daniel ha già dato prova di essere un ottimo sceneggiatore.

Batman

L’unica differenza con la vecchia linea temporale sembra essere l’età dei personaggi, diminuita di qualche anno. La serie si sta confermando una delle migliori: la trama di Scott Snyder è facile da seguire e coinvolgente, i disegni di Greg Capullo estremamente espressivi. Per quanto riguarda il futuro, ci troviamo alle porte del crossover “Night of the Owls” che coinvolgerà anche le testate All-Star Western e Nightwing: un evento che promette di beneficiare tutte le serie coinvolte. Fra le tante serie del “The New 52” questa è una delle poche che sarà davvero imperdibile.

Nightwing

Anche in questa serie poco o niente è cambiato. Per il primo arco narrativo Higgins si concentra molto sul passato di Dick quando lavorava ancora al circo, donando così una forte carica emotiva alle sue storie. Tuttavia sembra che l’autore al momento stia temporeggiando, rifinendo piccoli dettagli in preparazione per l’episodio finale dell’arco narrativo. In ogni caso il prossimo futuro della testata si preannuncia imperdibile, complice il crossover alle porte. E finiscono con questa le tre serie che vedremo sul mensile “Batman”.

All-Star Western

La serie che vede come protagonista Jonah Hex si differenzia dalle altre storie del rilancio, complice anche la penuria di storie ambientate nel selvaggio West. È piacevole notare come un personaggio così riesca a sostenere una serie regolare tutta sua, ma la qualità viene mortificata da disegni che non sempre risultano soddisfacenti. Per l’immediato futuro grandi benefici saranno portati dal crossover con la Gotham del “futuro”.

Batgirl

Vedere Barbara Gordon di nuovo nei panni di Batgirl lascia perplessi: la felicità ha un retrogusto amaro, viene da chiedersi cosa ne sia stato degli avvenimenti di “The Killing Joke”. Pare che niente sia cambiato, se non che, a un certo punto, un ancora non specificato miracolo, abbia donato alla giovane la possibilità di tornare a camminare.

Se si accantonano le riserve, e leggendo senza preconcetti, la serie che ci troviamo davanti è molto buona, non eccezionale, ma meritevole di più di una possibilità.

Batman and Robin

Questa serie ha il pregio di indagare il delicato rapporto che sussiste tra padre e figlio: Robin torna ad essere Damian Wayne, il figlio di Bruce. La tecnica narrativa non è delle migliori, i continui flashback rendono la lettura difficoltosa e poco lineare: per quanto questi piccoli momenti slegati possano essere importanti, l’azione ne risente. Nonostante questo la qualità dell’albo rimane buona, e se la trama si rafforzasse un po’ potrebbe migliorare ancora.

Batman: The Dark Knight

Uno dei tratti che indiscutibilmente affascina di questa serie è la frequente riproposizione di nemici storici dell’uomo pipistrello, assenti nelle altre testate, ma sfortunatamente sembra puntare soprattutto sulla forza del nome piuttosto che sulla qualità. Molta azione ma dialoghi terribili, trame scontate e poca cura per la crescita dei personaggi. Ma dal numero dieci le cose potrebbero migliorare enormemente: Gregg Hurwitz, già autore di Penguin: “Pain and Prejudice” si occuperà della serie, e probabilmente vedremo aumentare notevolmente la qualità della narrazione.

 

Batwing

Ed ecco un’altra serie che ha risentito solo per finta del rilancio: niente è cambiato dalla cronologia tradizionale. Un approccio maturo alla serie, condito di splendidi disegni e paesaggi mozzafiato sono i principali punti di forza della testata. Le debolezze si possono sintetizzare nel ritmo narrativo scostante: mentre pregherete per arrivare alla fine di certi episodi, scoprire che altri sono già finiti vi farà disperare. I fili si intrecciano, e Judd Winick sembra avere grandi piani per il futuro.

 

Batwoman

La storia che gira intorno a Kate Kane e ai suoi comprimari è ottima, ma forse quello che affascina ancora di più sono i disegni di J.H. Williams: semplicemente perfetti. È un peccato quindi scoprire che si sia preso una pausa. A far forza ai fan, tuttavia, giungono gli sviluppi della trama, che, dopo un grandissimo colpo di scena nel numero cinque, sembra essere diventata ancora più compatta e intensa. Una serie che merita di essere letta da tutti i fan dei su

Catwoman

Triste il destino di quella che doveva essere una delle massime testate con protagonista femminile.

Inserire tante scene sexy e pose provocanti, attirerà qualche lettore, però di certo non farà bene alla serie, soprattutto quando viene trascurata la caratterizzazione dei comprimari.

Poche prospettive per il futuro: non ci sarà nessun deus ex machina a salvare la situazione.

Birds of Prey

E per non perdere di vista il gran numero di personaggi femminili del mondo di Batman viene in soccorso questa serie, di cui in Italia potremo leggere i primi quattro episodi in volume già da maggio. Alle protagoniste originali se ne sono aggiunte anche altre, ma finora nessuna è stata particolarmente approfondita. La trama talvolta è difficoltosa da seguire, causa quella che pare una precisa scelta stilistica, ma non per questo meno affascinante, anzi sembrano scorgersi all’orizzonte importanti rivelazioni.

DC Univers Presents

Molto originale e ben accolta dal pubblico l’idea di una testata che dedichi spazio a miniserie su personaggi di secondo piano. Ottima idea anche per le opportunità che offre a scrittori e disegnatori emergenti. Ben congegnato il tentativo di inserire in un quadro più ampio gli avvenimenti. C’è però un “ma”: è una testata imprevedibile. Sicuramente ci donerà delle perle, ma anche molte storie mediocri.

I, Vampire

Una delle più grandi sorprese del rilancio, una serie ripresa in soffitta: solo alcuni dei lettori di vecchia data ricorderanno “I… Vampire”, uscita fra l’81 e l’83.

Un album che unisce trame ricche di colpi di scena, una grafica inquietante e tutto il sangue che ci si aspetta da una serie di vampiri.

Forse sarà dura per qualche fan accanito dei supereroi accettare una serie sui vampiri, ma è sicuramente un’ottima storia, che promette di mantenere alto il livello per gli anni a venire.

Resurrection Man

Se sono stati necessari diversi numeri affinché la serie entrasse nel nucleo dell’azione, da quel momento la qualità non ha fatto che salire: la storia unisce aspetti drammatici, comici e talvolta persino grotteschi. Dal numero nove inizierà un crossover con “Suicide Squad” e un nuovo disegnatore seguirà la testata: non possiamo che aspettarci grossi miglioramenti.

Suicide Squad

Vedere criminali che si comportano da eroi ha un certo fascino, le storie che si possono creare sono imprevedibili, fuori dagli schemi, non vincolate da alcuna sorta di buon senso. Dispiace vedere una serie con tanto potenziale rovinata dai disegni e forse la pensano così anche ai vertici della DC: a breve Fernando Dagnino si aggiungerà al team artistico, quindi la qualità della testata non potrà che crescere e crescere ancora.

 

Swamp Thing

Così come Animal Man, questa serie si lega direttamente agli ultimi avvenimenti di “Nel Giorno più splendente”. Scott Snyder sta tessendo una storia coinvolgente e Yanick Paquette si sta dimostrando uno degli artisti più capaci del momento. Il risultato è un albo stupefacente, che promette di mantenersi tale per il prossimo futuro, quando potremo ammirare tutte le sfaccettature della sceneggiatura di Snyder.

Animal Man

Il personaggio forse non sarà conosciutissimo, anche a causa di vicende editoriali che hanno lasciato inedite molte sue storie in Italia, ma questa serie è uno dei gioielli di questo rilancio.

Una storia che sa essere terrificante o appassionante, condita da disegni che si sposano a meraviglia con la trama.

Per quanto riguarda il futuro, complice anche un intreccio con Swamp Thing, sembra destinata a diventare sempre più interessante.

Stormwatch

Stesso team, ma motivazioni del tutto differenti: i personaggi che avevamo avuto modo di conoscere nel vecchio universo Wildstorm restano tali solo nel nome. La pecca più grande dell’opera sono quasi sicuramente i disegni di Miguel Sepulveda, ottimi tecnicamente, ricchi di dettagli, ma emotivamente distaccati. Peter Milligan pernderà le redini della testata dal numero nove in poi, quindi il futuro potrebbe riservare ottime sorprese.

Voodoo

Molti sono stati i cambiamenti dalla linea temporale originale, cambiate le origini e gli scopi, il personaggio è stato totalmente ricreato. Sfortunatamente l’abbandono del titolo da parte di Ron Marz ha lasciato un grosso vuoto, che ancora non si riesce a colmare, gli albi hanno subito un rapido deterioramento, le storie sono diventate annacquate e confuse. Quella che era partita come una serie discreta potrebbe essere stata condannata a un inesorabile declino.

Grifter

Tutto un nuovo mondo per Cole Cash, con un background molto diverso da quello che aveva nell’universo Wildstorm, tuttavia inserire un personaggio in un posto che non gli appartiene è un lavoro lungo e difficile, e non sempre i risultati sono quelli desiderati.

Per una piena integrazione sarà necessario ancora molto tempo, e i prossimi episodi non si preannunciano nemmeno brillanti, quindi il futuro della testata appare davvero fosco.

Red Hood and the Outlaws

Abbiamo l’opportunità di vedere Jason Todd e la sua vita dopo essere stato la spalla di Batman, ma i disegni risultano troppe volte inespressivi, a onor del merito dobbiamo però dire che questa tendenza sta passando rapidamente con lo scorrere dei numeri e che quindi ci regalerà per i prossimi mesi una serie sempre più bella ed appassionante.

Blue Beetle

Resta intoccata la vita del personaggio, ma cambiano le origini del supereroe: Jaime Reyes è il primo e solo Blue Beetle e riceve i suoi poteri in modo diverso rispetto all’universo DC tradizionale. Uno dei primi aspetti positivi di questa serie è la continuità artistica: Guara, che si è occupato della serie dal nuovo numero 1, non si è mai fatto sostituire, cosa che non si può dire per la maggior parte delle altre testate. Non così positivo il giudizio sulla trama, che è stagnante in molti punti.

Demon King

Si potrebbe definirlo un albo di frontiera, che si concentra solo su un piccolo settore del DC Universe e ci si potrebbe lamentare della lentezza degli episodi, ma così non si renderebbe fede alla qualità dell’opera. Personaggi affascinanti, ottimi disegni e una trama che raggiungerà a breve il tanto atteso climax, fanno della squadra di demoni una lettura interessante e appassionante.

Frankenstein, Agent of S.H.A.D.E.

Un albo interessante e affascinante, fra le grandi rivelazioni del rilancio: bei personaggi e dei disegni che sembrano adattarsi agli sviluppi della storia. La trama, tuttavia, cede in alcuni passi, dove diventa davvero troppo intricata per essere seguita. Pare che la serie non sarà danneggiata nemmeno dal cambio del team creativo che avverrà fra pochi numeri.

Deathstroke

Higgins è riuscito a rendere più umano il personaggio in maniera realistica, come fosse naturale, senza dover calcare troppo la mano, ma arriva una brutta notizia: dopo l’ottimo lavoro la DC ha preferito sostituirlo con Liefeld, che probabilmente riorganizzerà la serie sotto un’ottica più tradizionalista. Una scelta che sembra andare contro lo spirito originale di “New 52”, ma che si è costretti a subire in silenzio.

E questa è l’ultima serie che commenterò. A rigor del vero mancherebbero ben 6 serie all’appello, ma sono proprio quelle sei serie che sono state cancellate, la maggior parte di loro si poteva descrivere con questo sintetico commento: trame campate in aria, personaggi piatti e scontati. Merita un discorso a parte O.M.A.C. che era degna di essere salvata, ma i dati di vendita hanno fatto crollare questa possibilità.

Spese queste poche parole anche sulle serie cancellate, mi resta solo da augurarvi un buon ingresso nell’universo di “New 52”.

[Fonte | Comics Alliance]

[Fonte | Comix Factory]

[Fonte | IGN]

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