L’Impero delle Otome [Edito J-Pop] – Recensione

di Kirisuto Commenta

Eccomi tornato con una recensione in anteprima. Grazie alla J-Pop oggi vi porto L’impero delle Otome. Manga del 2010 ad opera Torajirou Kishi. Kishi è autore di altre due opere già edite in Italia (Maka-Maka; Il bacio di Marte) per altre case editrici. E il pubblico a cui si rivolge è sempre adulto. Bene o male tutti e tre i titoli li classifichiamo come seinen o josei. Ma comunque per quella fascia d’età lì. Vedo di usare lo schema solito di recensione.

 

Trama: Il manga, sostanzialmente, è di genere scolastico. E’ ambientato in una scuola superiore esclusivamente femminile. Solo che il manga non gira attorno alle vicende scolastiche delle protagoniste. Se dico che l’Impero è anche un manga ecchi-yuri, risulta più facile arrivare al centro della trama. In pratica l’opera si focalizza sui legami che le ragazze stringono tra di loro e che molto spesso (anzi, qui sembra la norma) sono qualcosa di più dell’amicizia. Le ragazze tra loro si guardano con gli stessi occhi con cui i ragazzi della loro età le guarderebbero. Per semplificarmi la vita potrei dire: “vanno in giro a parlare di tette e culo mentre si mettono le mani addosso (e non nel senso che si menano)”. Però è parecchio grezza come lettura dell’opera e, forse si riesce a cogliere un po’ di più. E’ vero: l’opera si sofferma sulle esperienze saffiche delle ragazze in modo leggero e con spunti piccanti, senza mai essere banale. Il pregio di questo titolo è che, con l’intento di realizzare un’opera di questo tipo, si rischia di cadere nel grezzo, banale, scontato fanservice che ti fa pensare “ma non faceva prima a fare un hentai?”. Il pregio dell’Impero è proprio questa capacità di poter essere più spinto, più interessante e intrigante di un ecchi senza scadere nell’hentai. Non è facile da spiegare, ma possiamo dire che l’autore riesce a intrecciare la storia con una certa eleganza.

Le protagoniste, a dire il vero, sono circoscritte per quantità e tra queste possiamo rintracciare quelli che sono gli stereotipi comuni sulle ragazze giapponesi. Anche se vi è da dire che questi stereotipi non diventano macchiette, personaggi ridicoli per il semplice fatto che sono imbrigliati nel loro dover essere in un certo modo. Anzi, questa caratterizzazione (presente ma non invadente) dei personaggi fa pensare che, in realtà, queste siano specchio della vera gioventù nipponica dei nostri tempi. Penso sia comune, infatti, ritrovare, in una classe, la studentessa pudica e concentrata sugli esami d’ammissione all’università (forse troppo), quella solitaria, il gruppetto chiassoso ed esuberante, la fujoshi (yaoi fan & otaku) tenuta in disparte in quanto parecchio strana ecc. E tutte queste sono legate in modi diversi tra loro. C’è il legame kohai-senpai, le amiche inseparabili, la fotografa e la modella, la piatta e la tettona ecc ecc. Attraverso l’opera si vede come per mezzo della sessualità i legami d’amicizia tra queste si solidifichino e procedano.

Altro da dire non vi è. Il manga è esplicito e parte in quarta già dalla prima pagina. E’ leggero e godibile. Stuzzica parecchio il lettore (o lettrice che sia) spingendolo a sfogliare il volume fino alla fine. Nulla più però. Potrei sbagliarmi, ma il primo volume mi dà l’impressione di un buon manga, spensierato che però non sa andare oltre a tutto ciò. In complesso: aspettiamo il grande botto.

Stile e Disegno: La cosa principale che mi ha lasciato soddisfatto di questo manga è la caratterizzazione dei volti e delle diverse ragazze. L’autore, grazie a Dio, riesce a disegnare una ragazza diversa dall’altra. E non solo per mezzo di tagli di capelli diversi. Altro buon punto è l’espressività dei personaggi. L’opera si affida a varie tonalità di grigio stese sul bianco. Quasi assente il nero. Un manga decisamente luminoso per sottolineare la leggerezza della storia che va a raccontare. Cos’altro aggiungere? L’autore è capace di realizzare delle angolature particolari da cui vedere la stanza o la situazione da un punto di vista differente o inusuale. Mi trovo sempre a disagio nel dover commentare lo stile di disegno di un’opera, posso qui concludere dicendo che lo stile è perfettamente coerente con le storie narrate.

Purtroppo sia per quanto riguarda i Disegni, che la Trama, non ho modo di fare dei confronti con le opere precedenti e vedere se vi sono miglioramenti o peggioramenti.

 

Edizione J-Pop: Se non erro Otome è la parola giapponese per Vergini, ma forse Ciampax potrà venire a gettare luce sulla faccenda. Quello che mi chiedo è perchè si sia deciso di lasciarlo non tradotto. Mistero. Ad ogni modo, l’edizione è in classico stile J-Pop: sovraccoperta e una quantità di note di traduzione colossale. Lovely. Niente pagine a colori purtroppo. Prezzo 6,50 euro. Uscita prevista per Agosto 2012.

Ho trovato però delle pecche per quanto riguarda il typesetting, il lettering, l’editing o come diavolo volete chiamarlo. Nella cura grafica dell’edizione ho trovato “errori”, se vogliamo chiamarli così, nei testi. Quello che nell’ambiente scan è definito come redraw. Quando i testi non sono dentro baloon ma direttamente scritti sulle tavole è necessario cancellarli (quelli giapponesi) e riscriverci sopra il testo tradotto. E’ indicato per colui che sta dietro a smanettare che la tavola venga intaccata (cancellata) lo stretto necessario e la parte mancante venga “ricostruita” piuttosto che lasciare una macchia bianca (come mi è capitato di notare in alcune pagine). Generalmente si perdono linee nere e nulla più, ma visto che i testi non sono fitti le spezzate un po’ si notano. Niente di colossalmente vistoso, però eh.

Ovviamente non sto dicendo che è un lavoro fatto coi piedi, lungi da me. Mi limito a far notare ai J-Pop boss che secondo me certe cose erano evitabili. Anche se c’è da dire che parlo senza sapere nulla delle scelte editoriali o di che altro. Quindi in definitiva? Ve lo consiglio? Sì, no? Diciamo che, visti i titoli che usciranno quest’estate per J-Pop come novità, io terrei i soldi da parte per altro e aspetterei si accumulino i volumi dell’Impero prima di iniziare a acquistarli. Però, se vi piace il genere o l’autore e per di più non siete a corto di schei come me, io vi consiglio di buttarvi. Sono due volumi in corso e ho idea che non proseguirà troppo a lungo.

Con ciò ho finito, ma sappiate che tornerò presto con un’altra recensione!Mi alternerò con Shikaku per portarvi altre novità in anteprima!

Stay tuned!

 

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