Gli Inguardabili – Il Violinista di Hamelin

di Regola 7

 

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Negli anni novanta, prima che il soprannome Regola fosse coniato, ero solito terrorizzare le edicole di mezza provincia inseguendo furgoni della BRT (oggi Bartolini) per comprare i manga e le riviste di cui avevo bisogno, poichè la prima fumetteria nel mio luogo di residenza è arrivata solo con il nuovo millennio. Erano anni duri ma pieni di soddisfazioni, perchè leggevo quello che trovavo, nelle condizioni in cui lo trovavo, senza farmi troppi problemi, e se per caso facevo l’errore di leggere qualche rivista del settore rischiavo di innamorarmi di qualche titolo che mai avrei trovato. Internet non era così diffuso, quindi a differenza di oggi non eravamo travolti da una massa abnorme di informazioni errate, non ne avevamo proprio, e quindi era più facile fantasticare e fraintendere, anche perchè quei pochi che recensivano avevano veramente l’aria di essere esperti in materia… dei dottori che riuscivano a convincerti di quello che scrivevano, e che spesso come nel caso dell’animazione, erano molto difficili da contraddire. Fu così, che un giorno il piccolo e imberbe Regola si imbattè nella recensione sull’anime de Il Violinista di Hamelin, sul numero 8 della rivista New Lodoss Magazine… non ritrovando più quest’antica reliquia non posso fornirvi citazioni e fare nomi con precisione, ma voglio urlare al cielo la mia indignazione e la mia rabbia nei confronti di colui che scrisse la recensione di questo anime caricando di desideri e aspettative un povero giovane. Anime, che per parlare in quel mondo, non avrà neppure visto. Ti odio.

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Io adoro il manga de Il Violinista di Hamelin, non vorrei essere frainteso, il lavoro di Michiaki Watanabe è nel contempo uno dei più trascinanti e complessi manga da leggere che mi sia capitato tra le mani in vent’anni, a causa del suo ritmo altalenante, caotico e dissacrante: l’autore, ispirato dalla vena anti-eroistica inaugurata da Bastard!! di Hagiwara tipica di quel decennio ha prodotto una velenosissima satira a tutto il genere shonen e seinen, riuscendo comunque a trasmettere emozioni fortissime. Hamelin è un manga esagerato in molti dei suoi aspetti, eppure la follia, la rabbia, la tristezza e il coraggio sono tutti perfettamente resi nella loro natura più pura, in una delle ambientazioni dai toni fantasy e steampunk più suggestive che abbia mai visto. La Comic Art provò a pubblicare il manga nel 1997, prima di esplodere  preannunciando la crisi che investirà il settore qualche anno dopo.

In mancanza di immagini di tutti i personaggi decenti nell'anime, eccovene una del manga.
In mancanza di immagini di tutti i personaggi decenti nell’anime, eccovene una del manga.

Quindi, quando il giovane Regola incappò in quel volume della rivista che recensiva l’anime prodotto dallo Studio Deen nel biennio 1996-97, rimase immediatamente affascinato nemmeno fosse il primo amore. Non ricordo, è passato davvero troppo tempo, se ho letto prima il manga o la recensione dell’anime, ma di sicuro ci vollero diversi anni perchè potessi visionare la versione animata. Se fosse stato solamente un anime brutto credo che avrebbe fatto meno male, eppure a distanza di anni la ricordo ancora come una delle peggiori delusioni della mia vita, perchè quello che era stato fatto alla saga che tanto avevo apprezzato era più di quanto potessi riuscire a tollerare, anche tenendo conto delle “buone intenzioni dello staff“. Se bastassero le buone intenzioni…

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Qual è la cosa peggiore che si possa fare al fan di un fumetto che sta per essere animato? Cambiare la storia e i personaggi a un punto tale che diventano riconoscibili solo ed esclusivamente per come sono disegnati. All’inizio potevo sentirmi in grado di accettare il fatto che nell’anime Hamel e Flauto fossero amici di infanzia, si riesce a procedere facilmente grazie anche alle pieghe molto più dark fantasy che la vicenda aveva assunto (pagata con la rimozione degli elementi umoristici) ma episodio dopo episodio quello che risultava essere stato cambiato male erano proprio i personaggi. Ne Il Violinista di Hamelin Flauto e Hamel combattono contro il grande male che attende di attaccare il mondo dalla sua base a Nord, con coraggio e senso del sacrificio nonostante le continue angherie che il demoniaco protagonista riserva alla povera ragazza di montagna e agli altri membri del gruppo: Raiel, il pianista dell’amore che si porta appresso un pianoforte d’oro, lo spadaccino moccioso Trom e il corvo parlante Oboe, l’unico a conoscere la vera storia di Hamel. Tra una sonata e una litigata il gruppo è sempre andato avanti rafforzandosi e affrontando, con un sorriso che non si rompe di fronte a niente, nemici sempre più crudeli, di quella crudeltà che fa quasi storia perchè splendidamente fine a se stessa. Invece nell’anime si deprimono troppo, cadono in tentazione, sembrano fin troppo quegli eroi maledetti che nel manga si limitano a parodiare, e nel frattempo non riescono a tirare fuori un briciolo del cuore che li contraddistingue e tutto marcisce in una noia senza scampo.

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Visto che poi la vicenda del manga non è sufficientemente triste, nonostante la capacità di Watanabe di maltrattare in modo sadico i suoi personaggi, la storia è stata caricata di scene e sviluppi che rendono tutto ancor più depressogeno. Come Hamel che uccide il padre di Trom perchè cade preda del suo sangue demoniaco… una volta che cominciano a mettere cose che nel manga non ci sono (e non ci potrebbero essere) si fanno prendere la mano e le cose vanno di peggio in peggio. Tutto il piagnisteo di Flauto e sulle sue reali origini? Sebbene nel manga abbia una sua dinamica ben precisa, nell’anime risulta essere troppo frustrante; personaggi che vengono inseriti troppo presto nella vicenda con la speranza che caricare l’anime avrebbe destato l’attenzione del pubblico (come nel caso del regno di Slur, che nel manga compare molto avanti nella vicenda). D’altronde Watanabe ha terminato il manga nel 2001, e quindi come accade spesso in questi casi, lo staff per l’animazione si è preso le giuste licenze letterarie. A un certo punto Hamel diventa il cattivo da sconfiggere perchè si è dimenticato la spina dorsale che aveva nel manga, e l’anime viene terminato con uno finale provvisorio più triste di tutta la vicenda presa in insieme, con le scuse dello staff per il pessimo lavoro fatto.

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Siccome era usanza negli anni novanta, se volevi produrre un anime di successo, gestire male il tuo budget quelli dello studio Deen ci si sono messi d’impegno… ma perlomeno bisognerebbe arrivarci al venticinquesimo episodio. A un certo punto le animazioni e i disegni cominciano a peggiorare, i personaggi si muovono sempre poco, ci sono lunghi primi piani e espressioni esterrefatte, lampi che permettono di riciclare un disegno inserendo semplicemente qualche effetto di luce, continui usi di pastellato e disegni che sembrano presi direttamente dal manga (comunque colorati)… fino al momento in cui ogni traccia di animazione scompare e gli ultimi episodi sono composti dalla traccia audio montata con delle immagini statiche. Come se volessi un Drama-CD dotato di illustrazioni montate su video.

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Non voglio parlarvi troppo della trama e delle caratteristiche del manga (chiarire ulteriormente le differenze anime/manga sarebbe un intervento sterile) nella speranza un giorno di trovare tempo e modo di parlarvene a dovere, perchè come avrete capito è un titolo al quale sono affezionato. Quello che invece, volevo fare oggi, potrebbe esservi già chiaro… costruire aspettative eccessive può andare bene una volta, due, tre… dipende da quanto si è fortunati, ma presto o tardi ci si troverà di fronte a una delusione: questa cosa è certa come il fatto che chi vede l’Ottava Stella dell’Orsa Maggiore è destinato a morire a meno che non abbia un Rei tascabile a portata di mano. Magari per molte persone non è stata cocente come nel mio caso (giacchè questo è solo uno dei tanti), ma sono sicuro che molti almeno una volta si sono ritrovati a dover provare questa tremenda situazione che non si differenzia troppo dal sentirsi traditi da qualcuno di cui ci si fidava, quasi ciecamente. Soprattutto perchè ritengo che le potenzialità di questo titolo come anime fossero molteplici, soprattutto grazie alle sue molte connessioni con la musica classica, che lo rendono in qualche modo affascinante: un anime del genere, oggigiorno, sarebbe sicuramente più curato dal punto di vista musicale che da quello dell’animazione, per sfruttare soprattutto il grande impatto che avrebbero i molteplici spezzoni presi (e/o ispirati) da quelle che sono tra le più belle melodie mai composte dal genere umano da artisti come Bach, Beethoven, Tchaikovsky, Mozart, Sibelius… per citarne solo alcuni. Ma eccovi due esempi della colonna sonora di questo anime, e giudicate voi stessi le potenzialità che in chiusura ho indicato.

[youtube UcsHPDi00v0]

[youtube uYHB6s-cAfA]

 

Commenti (7)

  1. Anche io sono un appassionato di questo manga, e ho ancora i volumetti della comic art in libreria.

    Cos� anch’io, mi sono ritrovato indignato da questo anime, e non ho voluto neanche vedere come andava avanti la storia.

    Chiss� perch� non lo ha pi� ripubblicato nessuno da noi…

    1. Qualche anno fa venne chiesto, in uno di quei comunicati con le domande dei lettori, alla casa editrice Star Comics, se avessero mai pensato a quest’eventualit�. Come fecero capire, il titolo non vale questo rischio, sia per lo scarso seguito, sia per il costoso e complicato processo di recuperare i diritti da un’azienda andata in bancarotta molti anni fa.

      1. È un peccato, io correrei subito a prendere la ristampa e so (parlando nei forum) che molti altri vorrebbero vedere finalmente completato questo storico manga.
        Ho sempre pensato che il motivo dei fallimenti di una nuova pubblicazione di Il violinista di Hamelin in Italia fosse solo per lo scarso successo che il manga aveva avuto anche in passato e che nessuna casa editrice tentasse di nuovo questo azzardo per paura di rimetterci nelle vendite.
        Non immaginavo che ci fossero anche manovre così costose per recuperare i diritti da rinunciare….
        Però la Planet manga nel corso degli ultimi anni ha ristampato e pubblicato i volumi mancanti di opere pubblicate in passato e interrotte per il fallimento della Comic art come L’immortale e Noritaka, sai per caso come mai con quelli è andato tutto bene?

      2. L’immortale e Noritaka erano i bestsellers della Comic Art, era in qualche modo una garanzia. Recentemente è successa una cosa simile con la Planeta, dove Star ha recuperato Reborn e Gintama con l’intenzione di ripubblicarli, e non perché ci fosse tutta questa richiesta (io non ho conosciuto nemmeno una persona che comprava Reborn). Sono convinto da anni che petizioni, discussioni su forum o richieste dei lettori non vengano tenute in considerazione in alcun modo tranne che in rarissimi casi (vedi Jojolion).

      3. Sì su questo sono d’accordo: petizioni o scrivere alle case editrici non serve a nulla.
        Comunque non so con quale criterio una casa editrice decida di acquisire i diritti di un manga e pubblicarlo in Italia ma non riesco a credere che non ci sia posto per un fumetto come Hamelin con tutta la varietà di manga che c’è in Italia (naturalmente solo in volumi da libreria, in edicola sarebbe impensabile)….

        Continuo a sperare anche su altri della Comic art: Bakuretsu hunter e Raika.

      4. Con Kamui Fujiwara che viene a Lucca quest’anno Raika potrebbe veramente essere dietro l’angolo.

      5. Con l’arrivo di Fujiwara a Lucca hanno annunciato solo la nuova edizione di L’emblema di Roto ma sarebbe bello che annunciassero anche una nuova edizione di Raika.
        Incrocio le dita.

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