Con l’avvicinarsi di Lucca Comics&Games 2013 si è reso necessario presentarvi l’ospite che quest’anno la casa editrice Star Comics ha deciso di presentare al suo pubblico: Miki Yoshikawa, una mangaka che ha raggiunto il successo negli ultimi anni dopo essere stata l’assistente di uno degli autori più noti di questi ultimi anni, Hiro Mashima, di Rave e Fairy Tale, che lavora per la casa editrice Kodansha. Due sono i manga della Yoshikawa: Yankee-kun & Megane-chan, iniziato del 2006 e concluso nel 2011 con oltre 200 capitoli, raccolti in 23 volumi in corso di pubblicazione in Italia; Yamada-kun 7-nin no Majo (Yamada-kun e le Sette Streghe) viene pubblicato dal 2012 sulla rivista Weekly Shonen Magazine, la stessa dove viene pubblicato il suo maestro, ed è ancora inedito in Italia ma è stato annunciato e sarà disponibile dal prossimo Marzo. (I manga della Yoshikawa sono stati adattati in due live action, ma non in versione animata.)
Protagonisti di Yankee-kun & Megane-chan sono il teppista Shinagawa Daichi e la quattrocchi Hana Adachi, entrambi legati da una strana relazione: Hana, la rappresentante di classe, rivede se stessa in Daichi e vorrebbe evitare che questi continui a seguire la cattiva strada che ha intrapreso, trovando un modo di fargli di apprezzare il liceo e la vita scolastica. Il passato di Hana, infatti, è talmente scuro che le vale lo status di “teppista leggendaria“, e per far perdere le sue tracce indossa continuamente un paio di occhiali, sia perchè la fanno sicuramente apparire più intelligente, sia perchè molte persone non sembrano riconoscerla quando si concia come un “topo da biblioteca“. A poco a poco altri delinquenti (o persone comunque normali) si uniranno al gruppo, movimentando sempre più la vita scolastica di Daichi che finirà per diventare la vera e propria forza motrice del cambiamento nella loro scuola: ma in realtà a lui interessa solamente trovare quella ragazza misteriosa che gli ha permesso di entrare in questa scuola. Peccato non riesca a rendersi conto che si tratta di Hana stessa. Ed è così che tra una scazzottata e una mangiata, il buffo gruppo di amici che viene a costituirsi riesce veramente a realizzare quel sogno di vivere gli anni più belli della loro giovinezza.
Yamada-kun 7-nin no Majo mantiene l’ambientazione scolastica e la presenza di “studenti difficili“, che siano delinquenti o con difficoltà a integrarsi nell’ambienta sociale di un normalissimo liceo, ma trasporta la storia su un piano completamente differente aggiungendo elementi sovrannaturali alla vicenda. Yamada, infatti, scopre accidentalmente di essere in grado di scambiarsi di corpo con chiunque semplicemente con un bacio, e la sua prima “vittima” è Urara Shiraishi, probabilmente la studentessa più intelligente dell’istituto, ma emarginata e sola. I due cominceranno a sfruttare lo scambio di corpo a loro vantaggio: Yamada per vedersi alzare i voti ed evitare di essere espulso dall’istituto, Shiraishi per risolvere alcuni problemi di “incomprensione” con alcune ragazze che la maltrattano, ma agendo in questo modo i due attireranno l’attenzione dell’intero corpo studentesco che non riuscirà a capacitarsi degli improvvisi e repentini cambiamenti di carattere dei due. Spinti da Miyamura, il primo a scoprire il loro segreto, i due protagonisti ridaranno vita al club di ricerche sul paranormale, ma questo è solamente il primo piccolo passo che preannuncia lo scossone che verrà dato al mondo sovrannaturale dalla presa di coscienza di Yamada.
Il disegno di Miki Yoshikawa fa di diritto parte di quel gruppo che chiamo “manga con la bocca spalancata“, come era inevitabile dato lo stile del suo maestro, ma dopo anni di lavoro e pubblicazioni lo stile di quest’autrice si va affinando e personalizzando sempre più, sebbene certe volte abbia ancora l’abitudine di mettere tette in mostra (in maniera meno plateale di Mashima comunque). Nel suo primo manga, inoltre, gli elementi ecchi sono pressochè assenti, mentre compaiono in modo abbastanza genuino, anche se qualche volta gratuito, nel secondo, ma è una delle caratteristiche più comuni nei gender bender; in ogni caso, credo che abbia disegnato più mutandine nei primi dieci capitoli di Yamada-kun che in tutto Yankee-kun. È innegabile, anche per la rivista su cui pubblica, che la Yoshikawa faccia shonen: non manca però quel tocco femminile che un autore uomo potrebbe solo scopiazzare, senza mai riprodurre fedelmente, che aggiunge un tono di freschezza a questi manga che non si impantanano neppure per un secondo in dinamiche eccessivamente harem e procedono dritti e spediti per la rotta dei fraintendimenti. L’aspetto dominante, infatti, dei lavori di quest’autrice è l’elemento umoristico, e le situazioni paradossali in cui i suoi personaggi, tutti degli “idioti dal cuore d’oro“, si ritrovano ad affrontare (e quindi spalancano la bocca). Ci ho messo un pò, devo ammetterlo, a entrare in sintonia col tipo di lavoro di quest’autrice, ma una volta compresi i suoi tòpos, e il suo uso del linguaggio fumettistico molto giovane e vitale, ho trovato queste piccole storie assai divertenti grazie al fatto che non raggiungono mai una complessità eccessiva.
In conclusione, una lettura senza troppe pretese che ho trovato parecchio stimolante. Per gli interessati alle sessioni di autografi che si terranno durante il Lucca Comics&Games di quest’anno, potete trovare tutte le informazioni qui.