Higurashi no naku koro ni – Approfondimento KJ

di shikaku 3

[Accogliamo  una nuova utente che ci parlerà in modo appassionato di un anime abbastanza particolare, la parola a Nakashima]

Higurashi no naku koro ni (?????????) è un progetto nato nel 2002 con lo scopo di diventare una visual novel e quindi di dilettare gli amanti dei videogames trattanti il genere horror/thriller psicologico. Successivamente con l’ausilio dello Studio Deen, Higurashi no naku koro ni diviene un anime diviso poi in tre serie: Higurashi no naku koro ni; Higurashi no naku koro ni kai; Higurashi no naku koro ni rei. Partendo dal titolo dell’anime possiamo già tracciare a grandi linee un’idea di quelle che saranno le tematiche ma soprattutto le atmosfere nelle quali andremo ad imbatterci guardando l’opera. Il titolo per l’appunto Higurashi no naku koro ni può essere generalmente tradotto in due modi in italiano. Il verbo naku infatti assume un duplice significato: un primo di questi significati è quello di “emettere un suono” riferito a suoni non umani, pertanto animali; il seguente invece può essere tradotto con il verbo italiano “piangere”. Pertanto il titolo dell’anime può essere tradotto sia in Il canto delle cicale sia con Il pianto delle cicale. Inoltre osservando la locandina dell’anime contenente il titolo vediamo che il “na” di naku è scritto in rosso mentre tutta la frase è tracciata da un candido bianco, il rosso che racchiude “na” espressione che in Giappone rappresenta qualcosa di immensamente triste e lugubre, lascia ben intendere il genere in cui ci siamo imbattuti.

Passando poi alla trama vediamo che la storia che ci accingiamo a seguire è ambientata nel giugno del 1983, periodo in cui ad Hinamizawa, la piccola cittadina nella quale i nostri protagonisti vivono, ci si appresta a festeggiare il Wataganashi festività in cui si ringraziano i materassi per aver donato un sereno riposo alla popolazione. E’ proprio in questo periodo che uno dei nostri protagonisti, Keichi Maebara si trasferisce nella piccola comunità; senza difficoltà dopo essersi trasferito dalla caotica Tokyo, Keichi si ambienta sin da subito nel villaggio rurale stringendo una forte amicizia con Rena, Mion, Shion, Rika e Satoko. Delle ragazze simpatiche, tranquille e vivaci, persone amichevoli ed unite tra loro e come sfondo un paesaggio mozzafiato fatto di natura e tranquillità spingono Keichi a sentirsi sereno e ad iniziare una nuova e pacata vita lontano dalla freneticità cittadina. Ma la tranquillità che riscontriamo nella presentazione dell’anime con la prima puntata, viene bruscamente distrutta dai comportamenti ambigui e misteriosi delle nostre protagoniste amiche di Keichi. Il ragazzo dapprima sereno e senza preoccupazioni comincia ben presto ad insinuarsi in una fitta rete di segreti e misteri che lo assalgono senza lasciargli scampo. Se dalle prime puntate, lo spettatore crede di essersi imbattuto nel classico anime da commedia scolastica, cambierà repentinamente idea proseguendo di puntata in puntata; il clima diventa tetro, lugubre e pesante.

Lo spettatore assisterà ad episodi ricchi di suspance e di avvenimenti che lo confonderanno, che insinueranno nella sua mente molteplici interrogativi. Egli penserà di poter avere una risposta alle numerose domande andando avanti con la serie ma si renderà conto di non riuscire, proprio come Keichi, ad avere ben chiara la situazione. Ogni scena, ogni azione, ogni singolo momento presente nell’anime non farà altro che rapirlo e portarlo quasi a “vivere” l’angoscia e la confusione dei personaggi. Higurashi no naku koro ni è un anime che non conosce la parola ‘noia’, lo spettatore non potrà guardare quest’opera senza provare un pizzico di terrore, non dettato da una regia nevrotica che salta senza sosta nel tempo rischiando quindi di far perdere la concezione della realtà a chi sta seguendo la vicenda, e neppure dalle scene sanguinolente, ma terrore dettato dalla piacevole sensazione che spinge chi guarda a proseguire, dalla voglia convulsiva di ottenere una risposta e di percepire la furia omicida che spinge i protagonisti alla violenza, al sangue.

Persino l’atmosfera che impregna tutta la prima serie di Higurashi diventa reale, la pesante aria di morte e di terrore che aleggia per le strade deserte di Hinamizawa sembrano fuoriuscire dallo schermo riversandosi con furia in chi sta guardando l’anime e lasciandolo preda dell’ansia che sale a dismisura ad ogni scena. Il pianto delle cicale, accompagna ogni singolo episodio della serie, facendo da colonna sonora agli avvenimenti inquietanti che i nostri protagonisti sono costretti a vivere. E queste sensazioni sono riscontrabili sin dall’inizio, arrivati fino al quarto episodio inizierà la vera e propria confusione dello spettatore. Il tempo perderà forma, non sarà più un flusso continuo di avvenimenti, quanto una massa informe di vicende che si incastreranno alla perfezione l’una all’altra e che sembreranno non avere un nesso logico, vedremo un Giugno 1983 ripetersi ancora, ed ancora, ed ancora, senza nessuna propensione a proseguire con i giorni, i mesi, gli anni. Osserveremo più e più volte la celebrazione del Wataganashi, osserveremo più volte gli omicidi e le sparizioni di quella oscura notte in cui i cittadini stessi del piccolo villaggio tremeranno di fronte alla furia della “maledizione del monaco” che accompagnerà tutta la serie. E le nostre storie si chiuderanno sempre pochi giorni dopo la festività, giorni dopo le quali non avremo un prosieguo ma solo un costante ritorno alle origini. E’ proprio questo che caratterizza la prima serie di Higurashi no naku koro ni, il costante intorpidimento della realtà che oramai sembra mescolarsi alla fantasia e non avere più consistenza propria.

E’ proprio questa mancanza di realtà che spinge lo spettatore a proseguire con la storia, a non annoiarsi a non provare nient’altro se non una voglia smaniosa di continuare, di guardare subito l’episodio successivo con rinnovato interesse. Poiché è proprio con i suoi misteri inverosimili, assurdi, improbabili che la storia chiede di pensare, ci invita a chiederci perché, essa stessa suggerisce allo spettatore di non soffermarsi ad osservare ciò che gli viene presentato inizialmente ma lo spinge a continuare esortandolo a squarciare quel velo di Maya creato dai disegni colorati e vivaci o dai comportamenti sin troppo innocenti dei protagonisti ma, tentandolo affinché possa lasciarsi andare nelle mani del gioco creato dagli eventi, creato dalla stessa Hinamizawa che gioca con esso proprio come fa con i suoi personaggi.

E’ grazie proprio alla fitta rete di eventi e ai protagonisti dell’anime che non riusciamo più ad allontanarci dal mistero della piccola cittadina, dalle vite dei personaggi che sembrano celare sempre più di quanto mostrino. E’ proprio questo il caso di Rena, che sin dalle prime puntate vediamo come una ragazza ingenua e solare, una ragazza carina e simpatica ma capace di nascondere il più temibile dei segreti; o il caso di Mion che per quanto sembri una grande amica di Keichi non riesce a non inghiottirlo nella sua rete di peccati, nella rete creata dalla sua stessa famiglia, non riesce a non vederlo come un pericolo per l’incolumità del villaggio; un luogo che ormai sembra sempre più posseduto da un’essenza ignota al protagonista stesso, un’essenza capace di manipolare le menti e le sensazioni dei personaggi facendoli mutare repentinamente. Higurashi no naku koro ni è solo l’inizio di una complicata ed intricata storia fatta di violenza, di angoscia, di perdizione e di pazzia, un prologo interessante che porrà numerosi quesiti e lascerà lo spettatore assetato di quelle risposte che verranno date successivamente nella seconda serie ‘Higurashi no naku koro ni kai’.

La serie che ha sconvolto il Giappone, che per molti anni è stata censurata e di cui sono state vietate le vendite, riprese solo anni dopo. Una storia che non spaventa per le scene splatter ed horror ma per quelle atmosfere impregnate d’angoscia, per quelle storie ricche di terrore. E tu puoi credere in quello che vedono i tuoi occhi?

Commenti (3)

  1. Bello, molto bello. Se si sopporta un po la tendenza SPLATTER dei primi 5 episodi, la storia diventa sempre piu’ accattivante e senza pause. Vale la pena vederlo, magari spegnendo un po la tv italiana ;- ) Ah, questa serie in TV non la passeranno MAI! hehee

  2. dopo aver visto le 3 serie Hinamizawa � come un familiare paesino di cui conosci tutti gli abitanti per nome

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