Una puntata leggermente più impegnativa delle precedenti. E vediamo perchè.
Dopo le galline, Hachiken viene a contatto con un altro fondamentale elemento animale nell’ottica dell’allevamento: il maiale. Una bestia bistrattata dai “non addetti ai lavori” ma tenuta in buona considerazione da chi ha a che farci. Non parliamo poi dei porcellini: piccoli, rosa, carini e per di più fonte di pancetta. Ma quello che l’insegnante mostra alla classe è come la scrofa allatti i piccoli: si cerca di impedire alla scrofa di muoversi così da evitare calpesti i piccoli (cosa che succede); altra cosa da tener conto è che c’è una gerarchia delle tette. Ci sono due file da 8 mammelle, quelle più vicine alle zampe anteriori fanno fuori uscire più latte decrescendo nella quantità fino alle ultime vicino alle zampe posteriori. Hachiken s’affeziona a colpo d’occhio all’ultimo maialino della fila, il più piccolino; questa cosa gli è però sconsigliata visto che, neanche tempo tre mesi, e quei piccoli cosi rosa verranno trasmutati per magia in pancetta.
Ma la Golden Week è alle porte e buona parte degli studenti tornano alle loro case durante la vacanza. Non tanto per staccare dallo studio, quanto per aiutare le famiglie nel lavoro visto che quasi tutti vengono da famiglie nel settore dell’allevamento o dell’agricoltura. Per Hachiken non è così e, visto che la scelta della scuola è stata dettata dalla voglia di star lontano dalla famiglia, lui se ne rimarrà nei dormitori assieme a pochi altri. Non in panciolle ovviamente, avrà le sue attività del club da fare. Anche Mikage resta e lo invita fuori, meta: un ippodromo. Assieme ad un terzo amico, Ichirou. Questo perchè uno dei cavalli della famiglia di Mikage disputerà una gara quel giorno. Una gara particolare: una competizione tra cavalli da tiro i quali devono percorrere un tracciato trascinandosi dietro una slitta caricata con un peso fino a una tonnellata. Non una competizione di velocità ma di potenza. Il cavallo tifato dai nostri protagonisti finisce però terzo. Tutto sommato una buona posizione se pensiamo che i cavalli che perdono ripetutamente e con posizioni dalla metà in giù vanno in “pensione”. Termine easy per dire che vengono mandati al macello e diventano carne da mangiare.
Hachiken si confronta con una delle prime grandi verità dell’allevamento: l’impegno significa nulla, quello che conta sono i risultati. Sorge una discussione tra Hachiken e Ichirou. “E’ stupido iscriversi a questa scuola perchè ci si è arresi…” ha come risposta “E’ facile per te che hai una strada già avviata e come primogenito hai il lavoro sistemato a casa!”. Discussione interrotta da un sms ricevuto da Mikage, la quale porta i due ragazzi alle stalle dove si trova il cavallo di famiglia. Tramite lo zio di Mikage fanno conoscenza di un veterinario (quello che si occupa dell’ippodromo). E un’altra schiacciante verità si pone di fronte ai protagonisti: se hai il sogno di diventare veterinario puoi avere tutte le qualità di questo mondo, avere il miglior feeling possibile con gli animali, la miglior conoscenza medica in campo animale ma se non siete pronti a “prendervi cura” (nel senso uccidere) gli animali quando ce n’è bisogno potete anche lasciar perdere. Essere medico (in questo caso veterinario) significa vivere a stretto contatto con la morte e la sofferenza nonostante l’obiettivo sia curare e a volte si abbia la possibilità di dare la vita.
L’episodio si conclude con il preside che riceve una chiamata dal vecchio responsabile scolastico di Hachiken. Cosa accade?
Cominciano a intravedersi quegli spunti che sapevo sarebbero comparsi in questa serie. Una serie atta a far prendere coscienza gli spettatori di certe cose di cui non si parla tutti i giorni. Personalmente approvo queste scelte e spero si continui con quest’andazzo senza però sfociare nel moralismo da quattro soldi. Se tutto andrà per il meglio questa serie potrà, anche col suo seguito, riservarci buone sorprese. Io parlo ovviamente da spettatore che non ha letto il manga ed ho la mia buona dose di aspettative.
Alla prossima settimana!