Eccoci qui con la stagione estiva, ed è subito campagna!
Mi occuperò infatti di seguire Gin no Saji settimana per settimana, magari contenendo i miei papiri. Prima di addentrarci nella vita agreste e bucolica mi soffermo su un paio di punti. Se ricordate bene Regola tempo fa scrisse di come la Dinyt trasmetterà in simulcast Gin no Saji (qui) ovviamente subbato in italiano. Ecco perchè il mio articolo di recensione uscirà il lunedì sera e non il venerdì quando l’episodio è fresco fresco.
Ma veniamo a noi!
Abbandoniamo le piscine soleggiate frequentate da Regola e trasferiamoci nel freddo Hokkaido, l’isola situata più in alto nell’arcipelago giapponese. Qui ha sede un istituto superiore di agraria. Un vastissimo istituto superiore d’agraria comprensivo di allevamenti di bestiame (vacche, maiali, galline), campi sportivi e dormitori. La storia di questa serie segue le vicende di un ragazzo “cittadino”che risponde a nome Yugo Hachiken. Ci troviamo di fronte quindi ad un impianto di base scolastico ma come vedremo c’è di più dietro. Già dal primo episodio infatti notiamo una certa vena divulgativa, di cui discuteremo tra un po’.
Come notiamo dalla presentazione che fa ogni studente al primo giorno di scuola, tutti hanno un obiettivo ben preciso (e.g.: veterinario, rilevare l’allevamento dei genitori ecc), tutti ad eccezione si Yugo. Lui, cittadino proveniente dalla lontana Sapporo, ha scelto una scuola così lontana e di quel tipo perchè pensava sarebbe stata una passeggiata.
Chiunque quando pensa ad un istituto di agraria (o a una facoltà di agraria) pensa di puntare su una scelta facile se messa a confronto con un liceo scientifico o una facoltà di ingegneria. Ma tutti ci sbagliamo! E lo possiamo vedere dalla prima giornata del nostro Yugo.
Sveglia alla 5, raccolta delle uova (dopo aver riacchiappato alcuni volatili fuggiti), colazione, lezioni curricolari (come matematica), allenamento fisico con istruttore, impacchettamento delle uova per la distribuzione, risistemazione della copertura delle serre per via dell’arrivo di un temporale e cena. Per non parlare del fatto che c’è la frequentazione obbligatoria di almeno un club, nessuno dei quali “teorico” ma tutti “pratici”. Tutti i lavori che ho prima elencato sono svolti da gruppi di cinque studenti sotto supervisione di un professore, a turno.
Giunge quindi il momento di parlare dell’aspetto didattico della serie, visibilmente voluto dalla Harakawa (autrice del manga). Se l’anime è un classico scolastico, si discosta però per l’ambientazione che influisce molto sui temi trattati. Quel che intendo dire per “aspetto didattico” è lo spiegare al grande pubblico che, per esempio, le uova escono dalla stessa apertura da cui i volatili (in questo caso le galline) defecano. Piccole cose, dettagli, che però le nuove generazioni che crescono per le varie metropoli giapponesi magari non sanno. Non è una barzelletta che i alcuni bambini, ad una certa età, han risposto che non sapevano da dove venisse il latte e che la carne… la carne? La carne vien dagli animali ma non si sa tramite quale processo magico.
Quindi la Harakawa, armatasi del Kalashnikov della verità, ha deciso di mitragliare le giovani generazioni sugli aspetti un più “crudi” che stanno dietro al cibo. E ciò è esplicito nella opening in cui il protagonista corre dietro a un maialino mentre sullo sfondo scivolano immagini che indicano i pezzi in cui si seziona il bestiame. Quindi è inutile girarci attorno: gli animali li facciamo a pezzi per mangiarceli dopo averli allevati. Certe parti o sottoprodotti animali hanno provenienze che possono schifarci, ma la cui commestibilità o uso quotidiano non ci ha mai shockato.
Primo episodio intrigante e che offre buoni spunti per il futuro. Non inizierò a leggere il manga perchè ho idea che l’anime si distinguerà molto poco, o quasi nulla, dalla trama originaria. Vi segnalo inoltre che è prevista una seconda serie per Gin no Saji a Gennaio. Avremo quindi una pausa in autunno per poi ritrovarci nella stagione invernale a parlar di vacche, porci, galline e magari anche dell’evoluzione di Yugo. Questo ragazzo infatti dovrà capire che la vita di campagna è dura e che pensare sarebbe stata una passeggiata è un stato un errore di calcolo. Per questo primo episodio mi fermo qui. Non è mia intenzione ripercorrere l’episodio come facevo in precedenza anche per dar modo a chi lo guarderà tramite Dynit di goderselo in santa pace. Affronterò quindi i temi agresti che spunteranno fuori e ci permetteranno di capire come funzioni il settore primario.
Alla prossima settimana!
Deimos 16 Luglio 2013 il 02:18
Perch� le proporzioni sarebbero sbagliate? Se non hai riconosciuto Re Nero la colpa � tua 😉
Regola 16 Luglio 2013 il 02:25
Kirisuto ha dimenticato una cosa fondamentale: le ragazzine manga sono alte un metro e trenta e pesano 30kg (true story). Quindi le proporzioni sono azzeccate!
Comunque si la citazione � proprio quella!
Zia GN 24 Luglio 2013 il 20:13
Appena ho visto quell’immagine del cavallo ho subito pensato ai cavalli frisoni che venivano usati anticamente sia come soma che come cavalli da guerra, sono molto grandi e possenti e anche molto nevrili come razza (come del resto Re Nero) e ad averseli vicino incutono timore. Quindi secondo me le proporzioni sono azzeccate, anche tenuto conto che si tratta di ragazzini (14-15 anni).
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