Il Sole 24 ore riporta una notizia molto interessante riguardo il Giappone ed in particolare l’influenza che questo ha avuto, e sta avendo in particolare durante quest’ultimo decennio su altri Paesi nel resto del mondo. È sempre difficile dire se avvenimenti del genere siano dovuti ad una moda, quindi soggetta a finire in un arco di tempo più o meno breve o ad una vera passione duratura, sperando nella seconda ipotesi andiamo subito a vedere. Quello di cui stiamo parlando è il boom nel Paese del Sol Levante delle iscrizioni di stranieri, i ??? (gaikokujin) a corsi di cucina per aspiranti maestri di sushi.
Tutti noi sappiamo quanto i Giapponesi abbiano a cuore le proprie tradizioni che concernono non solo le esatte tecniche applicate con precisione ma anche le tempistiche e molti altri fattori che completano quello che è l’universo della cultura asiatica, ma anche loro come tutti devono rendere conto all’attuale globalizzazione che tende ad esportare “ciò che è proprio” di una determinata cultura nel mondo. Non essendo né un economista né un antropologo non pretendo di aver ragione sulle mie convinzioni ma non ritengo sbagliato dire che uno dei lati negativi di questo fenomeno sia la banalizzazione del prodotto di origine, il sushi in questo caso viene esportato ed etichettato negli altri Paesi come cibo esotico venendo spesso usato come vetrina estetica e presentando prodotti di qualità nemmeno lontanamente paragonabile al bene originale in partenza. La questione positiva è senza dubbio quella economica di chi sa sfruttare la situazione e del Paese a cui fa pubblicità per eventuali altri proventi.
Ad ogni modo per diventare un vero professionista del settore normalmente viene richiesta un’esperienza di “tre anni per lavare il riso e otto per modellarlo” ma al contrario da come si era fatto in precedenza in questi anni, per venire incontro al non residente, molte scuole hanno studiato un programma in lingua inglese, intensivo per permettere l’apprendimento in tempi più brevi.
A Tokyo ad esempio esiste un’accademia di sushi dove l’apprendistato è basato sulle esigenze dello studente, entro un anno o in pochi mesi l’iscritto acquisisce le capacità di maneggiare gli attrezzi e creare i piatti tipici. Valutando le varie implicazioni siete a favore o contro a questa novità?
[via|Ilsole24ore]
pampuli 3 Gennaio 2011 il 16:52
Ciao,posso dirti che come cuoca sarebbe pazzesco per me poter imparare da loro,anche perch� cucino giapponese,sushi ecc.ma posso dirti che per esperienza loro sono i migliori nel campo.Hanno un armonia e un arte nel cucinare che nessuno ha ti assicuro!Capisco cosa vuoi dire nell articolo ma � anche vero e non so se tu lo sai che i giapponesi amano aiutarti ma non daranno mai i loro segreti al primo che passa,basta pensare quanti anni ci vogliono prima che riesci a stare a fianco di un cuoco in un semplice ristorante di ramen,che magari � li da generazioni..anni e anni…sono persone che amano vederti sudare su quello che ami e se ami la cucina allora lo devi dimostare,per esempio per poter cucinare il pesce palla ci vogliono 4 anni di scuola e solo dopo un accurato esame(sempre se lo passi)allora potrai aiutare il capo cuoco e solo dopo poter prendere il suo posto…saluti e gnam gnam
akito89 3 Gennaio 2011 il 19:47
Certo, posso immaginare che sia una cosa molto pi� complessa poi vissuta in maniera concreta 🙂