Suicidi a regola d’arte
Ciao a tutti,
parto subito con una domanda:
avete presente quei thriller in cui ci sono svariati omicidi e un serial killer malato e pronto a tutto per uccidere?…bene…se la vostra risposta è sì, significa che vedete tanta tv e viaggiate poco con la fantasia…o comunque non quanto la scrittrice del fumetto di cui oggi vorrei parlarvi; un’opera molto interessante di Susanna Raule (sceneggiatrice) e Armando Rossi (disegnatore) che nel 2005 (non a caso) si aggiudicò la prima edizione del Lucca Project Contest.
Purtroppo non è un fumetto di cui si sente parlare spesso e quindi lo si incontra un po’ “per caso”, come me che qualche anno fa, spulciando tra gli scaffali della fumetteria vicino casa, mi sono imbattuto (appunto “per caso”, data la sezione dedicata a progetti emergenti) in questo, a dir poco “strano”, fumetto.
La prima cosa che mi ha colpito , lo ricordo come fosse successo ieri, è stato il titolo :
“Ford Ravenstock”…sì lo so…niente di particolare, un nome, tutto qui…ma a dargli risalto era la copertina…colori forti, decisi e un piccolo bollino sotto il titolo che, di lì a poco, mi avrebbe spinto a comprarlo.
Che cosa c’era scritto?…ah, già dimenticavo:
“Ford Ravenstock, specialista in suicidi”
Ora, sfido chiunque di voi a rimanere impassibile davanti ad un titolo del genere…non dico che tutti lo avreste comprato, ma onestamente credo che un po’ a chiunque sarebbe nata la curiosità di andare a vedere di cosa trattava il fumetto…o sbaglio?! 😀
Be’…dato che sono un curioso di prima categoria, ho fatto quello che ogni buon lettore fa: controllato il prezzo… perché parliamoci chiaro: mica possiamo comprare ogni cosa che vediamo?…(sì lo so, c’è qualcuno che può…allora mi correggo dicendo che: “io” non posso permettermi di comprare tutto ..ahahahh 😀 )
Dicevo del prezzo…piccola nota dolente…sulla copertina recitava un prezzo elevato per essere un albo un po’ scarno (non saprei con esattezza il numero di pagine ma non credo oltre la sessantina)…però al suo interno si poteva notare con piacere che era un albo a colori e davvero ben realizzato.
Feci un paio di conti e indovinate come andò a finire…esatto, vinse la curiosità e il fumetto tornò a casa con me.
Tralasciando la storia personale questa opera ha davvero qualcosa di geniale, partiamo con ordine:
Ford Ravenstock…”un nome un perché” direbbe qualcuno, ma a parte il nome ciò che davvero cattura l’attenzione è la sua persona…un nobile decaduto, in una casa “un po’ ” tetra…un dandy, in un certo senso, “andato a male”…stufo della vita, non a caso è un suicida provetto (peccato che qualcosa vada sempre storto all’ultimo) e di tutto ciò che rappresenta ovverosia secondo lui:
“Qualcosa privo di valore, un peso da cui è meglio liberarsi”
…fosse solo questo sarebbe un personaggio “soprammobile”, ma in realtà ciò che lo rende speciale è la sua abilità…il suo lavoro:
“Garantire suicidi assolutamente autentici, con tanto di angoscioso senso di inutilità, disperazione e biglietto di addio.”
…esatto garantire suicidi…perché lui non è un gangster o un assassino e ci tiene a metterlo in chiaro con quelli che bussano al suo cospetto:
“L’omicidio è volgare e qualunquista. L’estremo rimedio di un intelletto debole.”
Oltre a lui è d’obbligo presentare il suo maggiordomo, una figura poco inquadrabile ma molto interessante, e la poliziotta che sembra aver intuito qualcosa…sì esatto come nei film di cui parlavamo all’inizio dell’articolo 😀
Ora prendete tutto questo e già potrete considerarvi compiaciuti…ma se a questo aggiungete dei disegni intriganti e dei colori che sposano perfettamente il tutto…allora avrete un fumetto che vale la pena
leggere…almeno una volta per ripagare la curiosità … e i soldi spesi 🙂
Mata ne
Bila
[ Fonte | Edizioni Arcadia ]