Uno degli aspetti più affascinanti di Neon Genesis Evangelion è la presenza di limitati elementi che permettono ricostruzioni concettuali di ogni genere, elementi che possono essere riletti anche con l’acquisizione di nuovi punti di vista. Il materiale, infatti, per quanto sia soggetto a variazioni, come ci ha insegnato il prodotto Rebuild, è sempre lo stesso. E quindi, poichè è prossima la proiezione del terzo film, questo è un buon momento per ripassare alcuni aspetti della serie, e magari, attraverso questa mia presentazione, acquisire alcune di queste nuove chiavi di lettura. Per semplicità, e per evitare eccessivi spoiler, terrò presenti nella mia trattazione solo la serie e il film The End of Evangelion, la chiave di lettura invece è di tipo psicodinamico, che tanto si adatta a questa serie (alcuni potrebbero sottolineare che si tratta invece di cose che ci forziamo di vedere, ma in termini di economia psichica è più o meno la stessa cosa), ovviamente il tutto presentato senza farlo in modo troppo complicato, tenendo come filo conduttore l’intreccio, e le relazioni fra il protagonista e i vari personaggi della serie, senza dimenticare che tutta questa analisi resta valida anche per la Rebuild.
Shinji e sua madre
La presenza del personaggio di Yui Hikari nella serie è molto forte, non tanto per la sua connessione con l’unità Eva-01 che Shinji stesso piloterà, anche per il fatto che tutta la serie e il profilo caratteriale del protagonista è costruibile attraverso l’analisi della sua relazione con la figura materna. Shinji non ha “conosciuto” sua madre, sia perchè l’ha persa quando ancora molto piccolo, sia perchè non ha ricordo cosciente di cosa possa essere il calore dell’abbraccio materno, che comunque ha vissuto e brama. Cresciuto con l’impossibilità di essersi distaccato autonomamente dalla madre, ha fame di questo tipo di amore, e non potendolo trovare si difende usando una della forme di reazione psichiche più primitive, il ritiro dalla realtà (tipico delle personalità schizoidi). La posizione rannicchiata tipica di Shinji, che ricorda per altro quella fetale, è simile quella del ritiro nell’autismo in cui la chiusura nei confronti della realtà è totale, sia per le cose brutte ma anche per quelle “buone“. Il motivo per cui Shinji viene assegnato all’unità 01 è proprio legato al fatto che in essa ha perso la vita sua madre, la simbologia utilizzata in questo caso è chiarissima, anche a partire dalla struttura dell’entry plug: pilotare l’Eva equivale per Shinji al ritorno nell’abbraccio materno (immagine simbolica del ritorno nell’utero, a quella primordiale condizione in cui non esiste bisogno e quindi neppure mancanza). Lo stato di fusione è completo in seguito al combattimento contro Zeruel, in cui Shinji perde forma fisica e si fonde effettivamente con la figura materna, dopo un primo incontro nel mare di Dirac, ma questa volta la sua maturità è tale che può riuscire ad accettare la separazione, infatti è l’unità Eva stessa a “restituire” al protagonista la sua forma fisica. Questo è uno dei momenti evolutivi psichici fondamentali, quando la madre “supera il lutto” e accetta l’individualità del figlio permettendogli di esplorare il mondo senza la sua guida; in psicodinamica, non superare questa fase è sinonimo spesso di un basso livello di sviluppo psichico.
Shinji e Rei
Qui la relazione si complica, perchè sebbene Rei riconosca probabilmente di essere la madre (il clone) di Shinji, non è in nessun modo in grado di assumere questo ruolo sebbene la sua figura sia comunque fondamentale per la crescita del protagonista. Rei, infatti, è il presupposto di base per il superamento del complesso di Edipo da parte di Shinji, che si vedrà magicamente attratto dalla figura dai capelli azzurri (sua madre) e sul punto di entrare in competizione col padre per essa. Ovviamente questo non succede, perchè come vi spiegherò successivamente, Shinji volgerà il suo sguardo altrove. Nella parte finale di End avviene una cosa simile, a livello simbolico, a quello che accadde nello 01: Shinji, entra in fusione col tutto e soprattutto con la figura materna, il tantai, l’uovo cosmico in cui si fondono tutte le coscienze ritornando allo stato primordiale (la Grande Madre), ma ciò accade perchè spronato dalla figura di Kaworu e non quella di Rei, che gli provoca terrore; spesso il “ritorno alla madre” può essere vissuto con angoscia e terrore di essere annullati (a livello inconscio e/o onirico; a livello mitologico è quanto accade a Orfeo). Nell’anime ci sono chiari segni che lasciano intendere come la cabala, e il processo filosofico che porta alla consapevolezza, abbiano un ruolo fondamentale per comprendere quanto avviene in questo momento: Shinji volontariamente fa la scelta della persona adulta, ovvero di ristabilire i confini (cercare di ripristinare l’AT-Field) tra gli esseri umani e accettare l’impossibilità di comprendersi pienamente, consolarsi e finire inevitabilmente per odiarsi l’un l’altro… ma anche amarsi.
Shinji e suo padre
Voglio chiarirlo prima ancora di iniziare, sebbene abbia un papà, vivo, tangibile, Shinji non ha una figura paterna con cui rapportarsi fino a quando non conosce Kaji. La figura paterna, in chiave di sviluppo psichico ha due ruoli: il primo, durante i primi anni di vita deve fungere da elemento di disturbo per la fusionale relazione tra madre e bambino, permettendo poi la separazione di questi dallo stato di totale immedesimazione con la madre necessario per sopravvivere nei primi anni di vita (nell’Edipo, in pratica, padre e figlio entrano in competizione per la madre, e il bambino non può che perdere); il secondo ruolo è nell’adolescenza, una fase conosciuta come “ritorno al padre“, che definirà in molti modi l’andamento dello sviluppo caratteriale. (In questo frangente è forse utile sottolineare che “padri assenti” sono spesso, insieme a rapporti fusionali con la madre, alla base della tossicodipendenza adolescenziale, per cui Shinji mi è sempre parso un potenziale eroinomane; vorrei sottolineare inoltre, che in psicodinamica “papà” e “funzione paterna” sono due cose che non necessariamente devono coincidere, Jung diceva “qualunque cosa può essere un padre, anche un palo; però è meglio se lo fa il papà”.) quando Shinji ricerca suo padre questi si nega, e pertanto dovrà successivamente rinunciare all’edipica lotta per Rei, rivolgendo la sua attenzione ad Asuka.
Shinji e Asuka
Finalmente, fallito il tentativo di iniziare il duello edipico Shinji comincia a rivolgere la sua attenzione a una ragazza con cui può avere una relazione vera e propria, tuttavia, non avendo ancora superato molte delle fasi necessarie alla sua crescita, l’incontro con Asuka è disastroso. La rossa tsundere rifiuta infatti il rapporto fusionale con Shinji fin dall’inizio, unico modo con cui questi sembra riuscire a relazionarsi: un suo continuo chiedere accudimento in cui non vi è spazio alcuno per l’altro… caratteristica che giustifica ampiamente la sua attitudine allo sviluppo di un AT-Field. Il ruolo di Asuka è fondamentale, a mio avviso, per insegnare a Shinji che ci sono persone che non accettano di stare al suo gioco (è da sottolineare come Gendo, che “rifiuta” Shinji, gioca comunque con le stesse regole) accogliendo attivamente o passivamente la sua frustrazione, anche perchè, come Asuka sembra far notare ma mai sbandierare, tutti hanno i loro problemi. La sottile differenza che si nota tra il manga e il lungometraggio End of Evangelion è proprio come Shinji reagisce nei confronti di Asuka prima della fine: nel manga, uscendo fuori per aiutarla agisce in un modo più evoluto rispetto al film, in cui si trova ad uscire quando oramai troppo tardi. È un piccolo passo ma dal valore evolutivo epocale, uscire significa riconoscere spazio ad Asuka e accettare di non vederselo riconosciuto: da qui la differenza tra il finale dell’anime e del manga nonostante gli avvenimenti siano gli stessi.
Shinji e Kaworu
Qui la situazione comincia a complicarsi: Kaworu, probabilmente per le informazioni in possesso data la sua particolare natura, o per essere l’asso nella manica della Seele, è conscio del fatto che Shinji è una persona speciale, e lo approccia quasi istintivamente. Il problema di Kaworu è che, sebbene insegni diverse cose a Shinji, per quanto riguarda la capacità di relazionarsi e andare incontro alla natura delle altre persone, arriva troppo tardi dal protagonista: qualche episodio prima Shinji non avrebbe opposto alcuna resistenza al rapporto fusionale proposto dall’ultimo Angelo. Ciò che Kaworu propone è l’unico tipo di rapporto che può comprendere, quello in cui si aspetta il completo assorbimento da parte dell’altro, promettendo comunque di fare la stessa cosa, creando un unione autonoma non differente da quello che è il primo rapporto madre-neonato; complicherebbe la situazione, eppure ricorderei come il modo di comportarsi di Kaworu sia una chiara e continua violazione degli spazi liminali (che poi sono una delle teorie che influenzano il concetto di At-Field). Se avete seguito il discorso fin’ora, vi appare chiaro il motivo per cui Shinji, sebbene comunque attratto, riesce a evitare di compromettersi con Kaworu: dopotutto aveva iniziato da poco a individuare davvero la sua vera identità, sia perchè dopo lo scontro con Zeruel che aveva preceduto proprio il desiderio di non pilotare più lo 01 (le prime avvisaglie che il rapporto con la madre non è tutto rose e fiori è la distruzione dell’unità 03 col dummy system dell’Eva-01, l’equivalente del bambino che ripete continuamente “no“; dopo questo evento, Shinji è deciso a non salire più su un Eva); sia perchè le esperienze di convivenza con Asuka e Misato gli hanno dimostrato che esiste un modo diverso, più maturo di relazionarsi senza annullare se stessi o l’altro. A questo punto della serie, il protagonista è cresciuto abbastanza da non cadere nella tentazione di un rapporto in cui le individualità, quindi le differenze, quindi i bisogni, si annullano… tuttavia, proprio in virtù del fatto che gli stili comportamentali di una persona sono sempre gli stessi indipendentemente dallo stile evolutivo, Shinji si lascia rassicurare dalla presenza di Kaworu prima di lasciarsi fondere nel tantai.
Shinji, Kaji e Misato
Se dovessi andare alla ricerca di una figura paterna per il protagonista, non credo di riuscire a pensare a qualcuno diverso da Kaji. Questi non offre conflitti, porta anche con sè una delle “novità” che desteranno Shinji (Asuka), e nel momento del dubbio è lì quasi al costo della vita e apre gli occhi al protagonista. Kaji non convince Shinji a tornare sullo 01, non consiglia neppure una scelta come Misato aveva fatto, arrivata a imporre incosciamente le sue volontà (spesso riconosce lei stessa questo suo limite). Kaji mette di fronte Shinji al confronto con le responsabilità, facendogli capire che quale sia la sua scelta vi saranno conseguenze diverse, ma che in ogni caso non vi sarà spazio per rimorsi. Per la prima volta qualcuno si rivolge a Shinji trattandolo come una persona matura, mostrandogli fiducia non limitata al carico di responsabilità; lo aiuta ad affrontare la vita tenendo presente cosa vuole realmente, non cosa gli altri vorrebbero per lui… lo scontro con Zeruel, dopotutto, è un momento di svolta per tantissimi aspetti della storia, e per me il momento più significativo di tutta la serie (in più uno dei più epici). Il trio Kaji, Misato, Asuka è quello che Shinji incontra quando inizia ad esplorare il mondo, e allontanarsi dai labirintici dilemmi del trio madre-padre-figlio; sebbene Misato e Kaji falliscano nel compito di mostrare un tipo di relazione funzionale, non fanno l’errore della coppia Gendo-Yui (Rei) che invece si pone proprio in maniera competitiva con Shinji, che cerca incessantemente di entrare nelle loro grazie.
Shinji e Mari
Non ci sono molti elementi per speculare dell’effetto di Mari su Shinji, e si tratta di una questione riguardante il filone Rebuild… vorrei comunque farvi notare come nella parte 2.0 sia la folle ragazza a convincere Shinji a tornare sullo 01 e combattere, non Kaji. Tenete presente questa cosa quando guarderete la terza parte.
Rasoio 23 Settembre 2013 il 13:04
Bella analisi, mi piace il fatto sia stata curata sotto ogni aspetto come giusto che sia.
Una cosa per� mi sembra discostarsi leggermente dalla mia opinione � il rapporto con Asuka.
Da quanto ho capito, proponi la totale negazione del rapporto tra i due, quando sinceramente mi sento di considerare la loro situazione come una mancanza di comunicazione, paura e immaturit�.
A mio avviso, Asuka scappa da Shinji, perch� la fa sentire debole.
Il suo non essere compresa da nessuno, da una parte � fonte di angoscia e dolore, mentre dall’altra � un guscio protettivo dall’esterno, � quello che permette lei di risultare cos� forte agli occhi altrui.
Shinji questo guscio lo buca, comprende il suo dolore, la sua angoscia e questo la rende innocua, debole, cosa che lei teme.
Asuka non accetta la sua debolezza, come Shinji non accetta il rifiuto, ma a parer mio dettato da questo sentirsi debole della rossa.
Regola 23 Settembre 2013 il 13:24
Diciamo di si, perch� ho volutamente tenuto l’analisi dal punto di vista Shinji -> Asuka, senza tenere conto di quello Asuka -> Shinji, e quindi limitandomi a come il protagonista si � sentito con la comparsa della “rossa”.
Cos� come Shinji fa qualcosa per Asuka, poi Asuka fa qualosa per Shinji (ed � in parte spiegato in quel paragrafo), perch� il cambiamento e la crescita sono sempre dovuti alla relazione con una o pi� persone, e mai a dinamiche solamente interiori.
Sono contendo sia piaciuta.
giowgio 23 Settembre 2013 il 14:43
Bellissimo articolo, hai intenzione di rilasciarne altri riguardanti il resto dei personaggi principali?
Regola 23 Settembre 2013 il 14:59
Ora come ora no, questa � stata una breve immersione nel passato. Per� in futuro potrei tornare ad occuparmene.