Ci eravamo lasciati dopo aver parlato di una possibile pre-evoluzione letteraria del nostro Dylan, ovvero Francesco Dellamorte, da oggi invece ci concentreremo sempre più sui mezzi con cui l’indagatore dell’incubo si è insidiato nelle nostre vite, e se ancora non l’ha fatto, potrebbe farlo. Partiamo proprio dall’inizio, si chiudeva il settembre del 1986 quando veniva pubblicato il primo numero di quella che a 25 anni di distanza diventerà la terza serie a fumetti più venduta in Italia (preceduta da Tex e Topolino).
Il personaggio ideato da Tiziano Sclavi, noto scrittore legato al mondo dell’orrore, ad oggi vanta 297 albi della serie regolare pubblicata con cadenza mensile dalla Sergio Bonelli Editori e a fine agosto raggiungerà la fatidica soglia dei 300 numeri. In ogni uscita è raccontata in 96 pagine una storia slegata dalle altre ma con elementi ricorrenti ormai celebri e insostituibili, dei 297 numeri pubblicati in soli 11 sono stati svelati aspetti della vita di Dylan con i quali è possibile delineare una trama di fondo, questi sono:
- 1 – L’alba dei morti viventi;
- 7 – La zona del crepuscolo;
- 25 – Morgana;
- 43 – Storia di nessuno;
- 74 – Il lungo addio;
- 100 – La storia di Dylan Dog;
- 121 – Finchè morte non vi separi;
- 151 – Il lago nel cielo;
- 200 – Il numero duecento;
- 241 – Xabaras!;
- 242 – In nome del padre.
della cui sceneggiatura dei primi 8 si è occupato Sclavi, mentre i restanti 3 sono stati affidati a Paola Barbato. I disegni invece hanno visto susseguirsi più autori: Angelo Stano si è occupato del primo numero, del venticinquesimo, del quarantatreesimo e del centesimo, al 7° hanno lavorato Montanari e Grassani, il 74 è stato affidato a Carlo Ambrosini ed i restanti numeri “canonici” sono stati disegnati da Bruno Brindisi.
Per festeggiare alcune ricorrenze sono stati pubblicati degli albi interamente a colori: il primo è stato il numero 100, seguito dal 121 col quale si festeggiavano 10 anni di pubblicazione, dal numero 200 per ovvi motivi, dal 224 che però non era legato a nessun avvenimento particolare, mentre i numeri 241 e 242 festeggiavano i venti anni di pubblicazione fino ad arrivare all’ultimo pubblicato, il 250, in attesa del numero 300 che riporterà il colore sulla pubblicazione regolare.
Uno degli aspetti caratteristici della serie sono le copertine, fino al numero 41 realizzate da Claudio Villa e solo successivamente affidate a Stano, tutte di qualità e suggestive seguite nella rilegatura dell’albo dall’Horror Club, una rubrica in cui viene presentata la storia che ci si appresta a leggere e i progetti in uscita a breve legati all’indagatore dell’incubo.
La Bonelli Editori si è sempre preoccupata di mantenere un certo livello qualitativo per quanto riguarda la carta su cui viene stampato il fumetto, ma nonostante ciò ha sempre offerto dei prezzi davvero bassi (oggi un numero in edicola costa 2,70€) e se doveste avere la fortuna di sfogliare degli albi vecchi anche 20 anni notereste che si mantengono ottimamente anche senza eccessive precauzioni, ed in questo caso hanno un valore monetario non indifferente, il primo numero viene valutato 200€ circa.
Questa serie ha sicuramente lasciato il segno nella vita di tantissime persone, compreso il sottoscritto, ed ottenere l’approvazione dei fan per 25 anni arrivando ad un pubblico sempre più grande è un’impresa riuscita a ben poche pubblicazioni, tutto questo è possibile solo offrendo un prodotto di qualità e capace di rinnovarsi nel tempo, in questo modo Dylan Dog si è guadagnato un posto d’onore nella scena del fumetto italiano, e non solo, senza rinnegare i principi che l’hanno reso l’eroe che ha conquistato i nostri cuori.