Della serie “ma quanto amichevoli sono queste strane creature?!”, vi porto un coniglio la cui figura sembra ispirata a Roger Rabbit e le cue abitudini poco piacevoli sembrano invece prese magari anche dai cartoni Looney Tunes. “Pink Rabbit”, questo il semplice nome del cartone animato (o quel che è) che ci ritroviamo malauguratamente la prima volta in “I Conigli Rosa Uccidono”, numero 24 della serie regolare. Cosa fa di tanto bello? Lo vediamo subito nelle prime vignette del numero schiacciare con un rullo compressore un semplice uomo d’affari, poi far cadere dall’altissimo dei cieli un incudine sulla testa del povero banchiere malcapitato, dopodiché tocca a una casalinga che viene trovata senza testa… perché esplosa con la dinamite fra i denti. Fino a quando non avviene l’ennesimo brutto incidente è praticamente impossibile fare un identikit di chi stia massacrando gente né tantomeno creare collegamenti fra le vittime; l’unica cosa che accomuna i delitti sono le modalità incredibilmente bizzarre. A dare un inizio vero e proprio all’ispettore Bloch e a Dylan Dog, indagatore dell’incubo, è la quarta morte: quella di Frank Barkers, disegnatore dei Sandy Sidney Studios in cui lavorava insieme alla moglie che ha chiesto aiuto all’indagatore in giacca e camicia. In una “gita” agli studi, vediamo altri personaggi come il signor Sidney in persona e Willie Slowspeare del reparto story-board. Quindi a Scotland Yard non si potrebbe pensare altro che a uno squilibrato che ha deciso di rendere vero e inquietante il personaggio di Pink Rabbit che Frank Barkers disegnava per mandarlo in tv come cartone animato. Una ultima visita di Dylan e Bloch alla vedova Barkers le permette di salvarsi da quel che definiremmo un attentato di un coniglio rosa armato di coltello che fugge e lascia dietro di sé un pezzo di orecchio in peluche. L’indiziato numero uno dopo gli interrogatori rimane Willie Slowspeare («ma va’, un tardo discendente di Shakespeare?»), vero e originale inventore del fumetto di Pink Rabbit che non ha avuto successo ma è stato preso come semplice aiutante agli Studios, che potrebbe aver proprio preso la mania del proprio personaggio… o anche no. Durante l’interrogatorio a Willie, Pink Rabbit colpisce anche Sidney prima che la Polizia arrivi per proteggerlo, scarcerando il disegnatore. L’ultimo atto del volume vede il massimo intento del coniglio rosa che sembra aver preso gusto nell’uccidere “gli uomini di carne”, dopo che ancora Slowspeare invita Dylan in casa. In una specie di sogno, l’indagatore dell’incubo si salva dal coniglio che sembra persino trasportarlo in una realtà propria, forse un sogno. Risvegliatosi in ospedale, Dylan scopre di aver probabilmente assassinato Willie ma solo per colpa dell’LSD assunto in maniera assolutamente non volontaria.
Il secondo round arriva con “Il Paese delle Ombre Colorate”, titolo del numero 107 della serie. A forzare la somiglianza con Roger Rabbit arriva Betty Bloom di cui sia Groucho che Dylan non possono ignorarne l’esistenza per ovvie ragioni. La Bloom si presenta in Craven Road per la scomparsa del proprio marito, disegnatore di cartoni animati, il che lascia già pensare agli anni prima in cui Dylan si proponeva di risolvere qualcosa di simile in “I Conigli Rosa Uccidono”. Peter Pencil, marito (separato) di Betty, ha lavorato a Pink Rabbit proprio tempo dopo il caso dello “Schiacciateste” e quel che vediamo in questo numero è il suo smarrimento nel paese delle ombre colorate, nel mondo dei sogni ovviamente, mentre sua moglie e Dylan lo cercano ovunque e Pink Rabbit si aggira nel mondo reale a seminare il panico al modo suo (forse in modo più simpatico). Trovando Betty nella casa di Peter, scopre che la vera Betty era morta tempo prima mentre quella dell’immaginario cartoonesco era come tornata in quello reale per aiutare il marito vittima di un incidente stradale. Nella stessa casa riappare il coniglio rosa intento a riprendere Betty (Bambola è il vero nome) e… a mandare anche Dylan a quel paese. L’epilogo è forse più soft del precedente capitolo, in quanto vediamo Dylan semplicemente uscire dallo strano mondo dei cartoni animati con l’aiuto di Pink Rabbit, il cui vero nome si scopre essere Jumpo, e facendo risvegliare Peter Pencil dal coma.