Reduce da un caldo mostruoso e da un vecchio articolo su Johnny “Freak”, mi è ritornato in mente una storia un po’ più horror e paranormale rispetto alle altre che ho letto e raccontato. Con soddisfazione, mi è altrettanto ritornato in mente Mana Cerace. Appare prima di tutto in “Il Buio”, numero 34 della serie, sceneggiatura di Chiaverotti e ottimi (in mia modesta opinione) disegni di Dall’Agnol, con solita bella copertina di Claudio Villa. Chi è Mana Cerace? Per chi non lo sa, citare Mana Cerace stesso è una buona idea: «…sono il buio, vengo dal buio, vado nel buio… ma tornerò…oh, sì, tornerò… ci sarà sempre qualcuno che mi evocherà, con il suo terrore o con la sua follia…potrò chiamarmi in mille altri modi, ma il mio nome è uno solo, Dylan, e tu lo sai…il mio nome è incubo…e sono il tuo…migliore…amico…».
Protagonista della storia, oltre ai soliti Dylan e Groucho, è Kelly, una ragazzina di neanche diciannove o venti anni che da piccola si era vista apparire una figura abbastanza mostruosa che uccideva suo padre in seguito a un castigo che quest’ultimo affibbiava alla piccola Kelly in preda alla paura del buio. Da allora Mana Cerace, l’appellativo che si da al fantasma del buio, le appare continuamente ogni volta che non vi è più luce, che sia per un blackout o una lampadina difettosa e in qualunque luogo, anche a casa della zia dove abita dopo aver perso sia la madre che il padre. Ovviamente al nostro indagatore dell’incubo tocca provare a investigare, magari anche con voglia visto il solito innamoramento verso la cliente, e non è per niente facile visto che ciò che non è normale non è ben visto da nessuno (stessa cosa per la zia di Kelly che invece opta per uno psichiatra). Mana Cerace si manifesta a Dylan durante la notte mentre, in bagno, accidentalmente spegne la luce e si ritrova quasi ucciso ed è in questo punto che Dylan può provare a sé stesso l’esistenza dello strano fantasma. Durante le indagini dell’uccisione di Monique e Brett, amica e fidanzato di Kelly, vengono finalmente trovate impronte digitali utili allo scopo di dare un volto e un nome all’assassino: Philip Crane, morto vent’anni prima degli eventi narrati nel numero 34 del fumetto, con tanto di conferma verso la fine, dopo che il “buon” fantasma sparisce in seguito a una filastrocca riguardante Mana Cerace che era balzata in mente a Dylan. Infine, Kelly muore come praticamente tutte le donne che si fanno avanti in seguito a una pazzia o un impossessamento del fantasma, difficile dirlo.
Mana Cerace è possibile ritrovarlo nel numero 68 (“Lo Spettro Nel Buio”), disegni di Luigi Piccatto stavolta, in cui Dylan si ritroverà a riportare Toby, un bambino di Brentford venuto da solo solo per raccontare la propria versione dell’omicidio di una donna al buio in una foresta. L’indagatore dell’incubo si ritrova così a dover avere a che fare con l’ispettore l’ispettrice Merrill e gli strani casi che si verificano in città, dove i bambini sembrano in qualche modo attratti dal buio e dalla paura, invocando la solita filastrocca del numero citato prima. Stranamente, sembra che Mana Cerace abbia indotto “in trappola” Dylan solo per aver trovato una bomba nelle fognature e per cercare di disinnescarla, ma il suo fine ultimo rimane continuare a uccidere e portare individui nel buio, proprio come l’ispettrice.
alupo 23 Agosto 2011 il 17:31
bell’articolo, giusto una piccola precisazione Mana cerace se non sbaglio si vede anche nel secondo (o terzo, non ricordo di preciso :P)color fest.
IORI_17 24 Agosto 2011 il 15:49
Esattamente, nel terzo, ed il caro Mana Cerace appare anche in uno degli speciali dedicati a Groucho. La copertina dell’albo “Il buio” se l’� tatuata mio padre sul braccio, magari prima o poi posto una foto perch� � venuto benissimo. 🙂