In una storia a fumetti come Dylan Dog sono tanti gli elementi che non dovrebbero mancare e uno scienziato pazzo non dovrebbe altrettanto essere da meno. Il piatto di oggi viene dal numero 80 (“Il Cervello di Killex”), una storia che arriva prima del numero 81 dedicato a Johnny Freak, direttamente dal nostro caro Sclavi e disegnata invece da Casertano che rende bene il “mostro” chiamato Christopher Killex, ispirato benone da “Il Silenzio degli Innocenti”. Bene… chi è Christopher Killex? Costui è uno scienziato dalla mente geniale i cui scopi, enormi scopi, lo hanno reso come una persona dal comportamento eccessivamente deviante e dannoso, desideroso di trovare l’anima o “soffio della vita” come lui la definisce. Per arrivare a ciò è diventato una specie di assassino seriale in modo da poter studiare ogni cervello (e non solo!) delle sue vittime. Tempo addietro agli eventi de “Il Cervello di Killex” Dylan era già riuscito coi suoi metodi improvvisi a incastrarlo e spedirlo in prigione per venti anni anziché a vita grazie a un’altra protagonista della storia, ovviamente amante del nostro eroe, l’avvocato Joy Freeman. I disastri ritornano nel momento in cui il chirurgo Frost compie un trapianto di cellule cerebrali nel cervello dell’avvocatessa, forse le stesse cellule appartenute a Killex: sia Freeman che Killex sembrano essere in qualche modo collegati, anche emotivamente direi. Contemporaneamente Frost esce di prigione e si comporta nello stesso modo di Killex rendendosi di fatto come suo alter ego, sebbene quest’ultimo si dimostra sempre e continuamente più furbo come quando riesce a fingere un infarto in modo magistrale per eliminare una guardia o per fuggire di prigione. In un susseguirsi di delitti e accuse anche alla stessa Joy Freeman che si dichiara esplicitamente colpevole, il “buon” Killex aggiunge il tocco del solito paranormale di cui abbiamo bisogno sparendo ed entrando persino in possesso delle vite che lui stesso ha rubato. Nel finale, vediamo Frost venire ucciso per difesa di Dylan.
Anni dopo ci giunge invece il numero 129, il cui titolo ce la dice lunga sulla storia: “Il Ritorno di Killex” di Sclavi e Roi. Il ritrovamento di decide e decine di cadaveri in una fossa comune, tutti torturati, scuoiati, a pezzi o col cranio scoperchiato e l’apparizione del figlio di Joy nel cuore della notte che sviene dicendo «ho trovato il senso della vita, l’essenza nascosta» e andando in trance conoscendo ogni vecchio dettaglio non può non ricordare all’ispettore Bloch e a Dylan l’orrore commesso da Killex tempo prima, sebbene ci sia un unico corpo intatto ma con delle incisioni sulla schiena che riporta una specie di profezia che reca alla stessa data di nascita di Chris Freeman (cent’anni prima dovrei dire) e all’anticristo. Durante le indagini, sia l’indagatore dell’incubo che il neo-giudice Freeman raggiungono i sotterranei abbandonati di Londra dove viene scoperto un cimitero antico con tanto di… clandestini extra-comunitari e “snuff movies” in cui le torture non sono semplici effetti speciali! Killex riappare finalmente come immobile e mummificato al di sotto di una vecchia casa, insieme a Chris che sembra come ipnotizzato dalla figura che sparisce dopo aver come trasmesso al bambino il segreto delle sue scoperte, che sia solo il tanto famoso sentimento dell’amore o chissà che altro.